• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Napoli Teatro Festival Italia. "Per oggi non si cade": quando la forza di (...)

Napoli Teatro Festival Italia. "Per oggi non si cade": quando la forza di gravità va in vacanza

Piantina alla mano e cuffie sulle orecchie. Così comincia il viaggio di Per oggi non si cade, testo di Manlio Santanelli, per la regia di Fabio Cocifoglia, ospitato, fino al 14 giugno, dall’Accademia di Belle Arti, in occasione della settima edizione del Napoli Teatro Festival.

Dopo una breve introduzione del narratore, a cui dà voce Mario Tozzi, lo spettatore segue individualmente i vari episodi in cui si divide la performance, allestita come una vera e propria visita al museo. Le installazioni create dagli studenti dell’Accademia accompagnano il pubblico lungo tutto il percorso, mentre le audio-guide lo immergono, ignaro e piacevolmente sorpreso, in alcuni spaccati di vita quotidiana partenopea. Le scene alle quali si assiste coinvolgono per la vicinanza con la realtà alla quale lo spettatore è affettuosamente avvezzo. Così, litigate tra madre e figlio, secchiate d’acqua, operai al lavoro, traffico urbano con relativa gara a chi fa strombazzare per primo il clacson – spezzoni registrati dal maestro Hubert Westkemper con la tecnica olofonica – rimbombano nelle orecchie dell’ascoltatore. Attraverso le registrazioni si riesce quindi ad immaginare perfettamente la scena, quasi si svolgesse davanti ai propri occhi.

Intento di Per oggi non si cade è quello di capire cosa accadrebbe se, a causa di un insolito fenomeno naturale, Napoli rimanesse senza forza di gravità per un giorno intero. Lo spettacolo analizza la questione del cattivo smaltimento dei rifiuti da parte dei napoletani. La prima cosa di cui i cittadini partenopei decidono di liberarsi, in virtù di questo black-out gravitazionale, è proprio la “monnezza”. Questa – insieme ad altri oggetti defenestrati contro ogni norma e seguendo un impulso incontrollabile, pur di liberarsi di qualsiasi cosa considerata superflua – rimarrà quindi a mezza altezza, formando una coltre di rifiuti che pesano come macigni sulle teste dei cittadini. L’anarchia gravitazionale infatti, ha durata limitata, lasciando ricadere tutto quel ciarpame in un gran fracasso di lavatrici, biciclette, frigoriferi, con tutte le conseguenze di questi tragici eventi, “mai abbastanza ‘gravi’ per Napoli – come afferma il regista Fabio Cocifoglia – dove tutto accade e passa nell’indifferenza”.

Le installazioni dei giovani studenti dell’Accademia accompagnano le scene-audio in ogni sezione del percorso, agevolato da una segnaletica semplice. Ritroviamo così sagome dei più famosi tra i tanti simboli di Napoli quasi fossero santini ai quali offrire il proprio denaro: da Totò che chiede un’offerta “a piacere vostro”, passando per Diego Armando Maradona che cerca “Offette”. Una camera da letto imballata nel cellophane è invece allestita per il monologo di una vecchia signorina costretta in un letto di ospedale, i cui occhi sono proiettati sulla scalinata che fa da cornice alla sezione.

Quindici tracce per altrettante installazioni, numerose voci – ricordiamo, tra queste, quella di Isa Danieli – per un testo ironico e allo stesso tempo leggero, nel tentativo di reinventare una Napoli che forse non c’è più, o che forse deve solo prendere il tempo per ritrovarsi.

Informazioni:

www.napoliteatrofestival.it

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità