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Murakami Premio Nobel per la letteratura? Dacia Maraini prima fra le donne

Murakami, scrittore giapponese, rappresentante della beat generation, viene dato 10/1 nelle agenzie di scommesse inglesi.

Secondo il sito di scommesse inglese Ladbrokers, il favorito nella corsa al Nobel per la letteratura nel 2012 sarebbe lo scrittore giapponese Murakami Haruki, autore di tanti best seller ed esponente di punta della beat generation nel suo paese. Tra i suoi libri più famosi ci sono Kafka sulla spiaggia, L'uccello che girava le viti del mondo e il recente successo mondiale IQ84, ma la sua opera più rappresentativa rimane Norwegian Wood, inizialmente tradotto con il titolo Tokio blues, almeno in Italia.

Sicuramente uno dei suoi lavori più controversi perché accusato, nei primi anni dopo la sua pubblicazione, di essere troppo legato alla tradizione e ad un modo di scrivere oramai superato. Pochi sanno che questo piccolo gioiello, che potrebbe essere descritto come un Haiku gigante per l'attenzione che lo scrittore usa nel legare, a doppio filo, gli stati d'animo dei personaggi allo sfondo dei paesaggi, creando una vera e propria allegoria attraverso l'attenzione per ogni singolo dettaglio, fu terminato da Murakami proprio in Italia alla periferia di Roma.

Altri nomi eccellenti spuntano tra i favoriti, come Bob Dylan dato 33/1, ma i due che rincorrono da più vicino sono il cinese Mo Yan e l'olandese Cees Nooteboom entrambi dati 12/1. L'anno scorso le previsioni non si sono rivelete tanto lontane dalla realtà, infatti il vincitore, il poeta svedese Tomas Tranströmer, era il secondo favorito con un notevole 9/2, dietro solamente al collega siriano Adonis che era quotato 4/1.

La prima donna nella classifica è italiana, si tratta della scrittrice Dacia Mairani, una magra consolazione se si considera la bassissima percentuale di gentil sesso presente. Questo problema, legato alle quote rosa nella letteratura, aveva già sollevato qualche polemica, quando una società, la Vida, eseguendo uno studio nel 2010, scoprì che solo un quarto dei critici letterari e d'arte brittannici sono donne, già nel 2005 il Guardian, pubblicando le cifre di un sondaggio, rivelò che, mentre il 60% della popolazione femminile legge autori di entrambi i sessi, degli uomini solo il 20% ricorda almeno un'autrice sfogliata di recente. Anche nel nostro paese le classifiche parlano chiaro, nel 2011 sui dieci libri più venduti, nove son scritti da uomini (tra i quali Murakami, Volo, Camilleri, Carofiglio, l'unica donna è Concita De Gregorio con Imparare a dirsi addio).

Tornando al Nobel, sempre secondo l'agenzia britannica, in piena corsa ci sarebbero sia Cormac McCarthy, che Philip Roth entrambi americani ed entrambi dati 16/1, forti sarebbero anche le chance dell'israeliano Amos Oz, mentre molto distaccato con solo 50/1, il primo scrittore britannico, Ian McEwan. Gli altri italiani in lista sono Umberto Eco (20/1), Andrea Camilleri (50/1), Claudio Magris (66/1) e Roberto Saviano (100/1).

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.68) 24 agosto 2012 15:23
    Damiano Mazzotti

    Dai titoli dei suoi libri non sembra un grande scrittore. Forse la colpa è dell’editor o dell’editore. A mio parere l’unico titolo decente è "Norwegian Wood".

  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.115) 25 agosto 2012 07:20

    Norwegian Wood che era uscito in italia con il titolo di Tokio blues, una canzone dei beatles, in tutta sincerità non trovo così brutti "Tutti i figli di Dio danzano" o IQ84 (che è anche un gioco di parole), vorrei farle notare che un libro non si giudica dalla copertina, ma temo sarebbe ipocrita, anche a me il titolo deve colpire, ma la sostanziale differenza è che non posso giudicare l’autore se non lo leggo, ciò è molto superficiale e mi stupisco venga detto da una persona di cui ho apprezzato la profondità di più di un articolo, con rammarico la invito a correre in libreria e a comprare Norwegian, capirà dopo averlo letto di aver preso una toppa non indifferente, potrà non piacerle, ma il livello di scrittura a mio avviso è altissimo (considerando che molto si perde nella traduzione), non se la prenda se la striglio un po’, per mia natura fumantina fosse stato un altro avrei semplicemente risposto "Secondo scaffale in alto a destra, voce Moccia, tre metri sopra al cielo è sicuramente un bel titolo no

    ?"
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.217) 25 agosto 2012 10:03
    Damiano Mazzotti

    Tre metri sopra il cielo è solo un titolo all’italiana... In italia esistono solo le mode.
     
    E "Tutti i figli di Dio danzano" non l’ho letto nell’articolo. In più sono una persona che ama i saggi per cui un romanziere deve essere saggio per colpirmi. Un bravo romanziere è un bravo pittore e un bravo tecnico e un bravo intrattenitore. Cose che a me non interessano, ma che interessano forse la maggioranza delle persone.

    Il mondo è quello che è.

  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.115) 25 agosto 2012 11:57

    Lungi da me voler criticare gusti, tanto meno voler fare speculazioni ontologiche sull’arte e la letteratura, dicevo solo che non si può giudicare l’autore dal titolo (peraltro ovviamente frutto del lavoro di traduzione e adattamento, anche qui entreremmo in questioni di campo semantico, di differenza tra significato e significante che ci terrebbero occupati per almeno venti anni). Riscontro spesso la diffidenza della classe intellettuale, soprattutto italiana, ma direi, più in generale Europea, nei confronti di un tipo di letteratura che viene inquadrata sotto l’etichetta "borghese" e che in realtà per temi e modalità narrativa, spesso lo è (dove ovviamente il termine prende la sua accezione negativa, di leggero, non impegnato, insomma d’intrattenimento). Fortuna vuole che questa dicotomia così forte in occidente, sia un modello non applicabile nella maggior parte della letteratura orientale, tanto che in fondo almeno per quel che riguarda Norwegian Wood, si possa considerare tanto un romanzo quanto un saggio sul senso della vita. Ma ripeto de gustibus, basta non sparae alla cieca

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