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Montecitorio. Si discute del taglio dei rimborsi ai partiti, ma la Camera è vuota

Si doveva tagliare i rimborsi ai partiti e l'aula era vuota: anche questo è repubblica!

Il 14 maggio a Montecitorio si doveva discutere del taglio ai rimborsi elettorali e della legge di riforma ai rimborsi che i partiti si sono riservati con una legge del 1999, aggirando il referendum del 1993.

In realtà questi rimborsi sono dei veri e propri finanziamenti ai partiti, che sono un insulto ai cittadini italiani che soffrono la crisi economica e politica. Alla discussione sulla revisione del rimborso elettorale, l’aula della Camera era quasi deserta, i presenti erano 15.

Nonostante questa legge è definita da molti parlamentari una "riforma epocale", alla Camera non c’era quasi nessuno. La nostra Repubblica non ha neanche pensato di evitare l'imbarazzo, non ha voluto dimostrare la buona volontà, visto che questa cosiddetta "riforma epocale" non ha alcun impatto macroeconomico.


Il numero dei deputati accorsi alla discussione generale variava da un minimo di 10 a un massimo di 15, escluso il presidente di turno Maurizio Lupi. Il bello, si fa per dire, non finisce qui, perché quando il presidente Lupi ha chiamato i due relatori della legge, Gianclaudio Bressa e Peppino Calderisi, in aula non c’era né l’uno né l’altro; anche se, infine, Bressa è arrivato, subito seguito da Calderisi.

Facciamo alcune considerazioni. Questo spettacolo è avvenuto sotto l'occhio sbigottito di alcune scolaresche provenienti da diverse zone italiane che assistevano ai lavori. La percentuale degli onorevoli presenti andava dall’1,5 al 2,3% degli eletti, che presto sarà la percentuale dei loro partiti alle prossime elezioni. I politici sono lontani anni luce dai problemi della gente, pensano solo a mantenere il potere e ad arricchirsi.
Insomma, questo evento alimenterà l’antipolitica, ma spero anche il rifiuto di questa Repubblica che, sempre di più, si è trasformata in una oligarchia.

Naturalmente nessun partito chiederà scusa, nessuno si è mai vergognato dei soldi che ogni giorno sono sottratti ai servizi, alle infrastrutture e persino agli stipendi dei lavoratori e che dovranno pagare l’IMU sulla loro casa costruita con tanti sacrifici.

Ah dimenticavo: i telegiornali non ne hanno parlato minimamente. Anche questo è la Repubblica.

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