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 Home page > Tribuna Libera > Migranti, l’ipocrisia dell’Occidente

Migranti, l’ipocrisia dell’Occidente

Pare siano qualcosa come un milione le persone che premono sulla frontiera sud dell’Europa per entravi.

Le grandi migrazioni non sono una novità per la specie umana. Le abbiamo avute nella preistoria, nel Mediterraneo con la formazione di colonie greche e fenicie, in occasione delle invasioni barbariche, in conseguenza della scoperta delle Americhe, e così via.

Stavolta, però, c’è qualcosa di diverso. Un milione di persone affronta violenze e rischi gravissimi pur di emigrare.

Al primo sorgere del fenomeno la reazione degli Occidentali è stata: perché non se ne rimangono a casa loro? Poi i morti nelle traghettate del canale di Sicilia hanno dimostrato che erano seri e profondi i motivi che spingevano questa moltitudine a cercare fortuna altrove. La fame e le guerre non lasciavano loro alternativa. Cercavano rifugio altrove perché destinati a morte certa nei loro Paesi d’origine.

A questo punto, invece di affrontare il problema, lo si è spostato. Sono gli scafisti i colpevoli di queste morti; gli scafisti ed i libici, incapaci di regolarizzare il loro Paese dopo l’uccisione di Gheddafi.

Ed ecco i rimedi. Contro gli scafisti il blocco navale del canale di Sicilia (o dell’intero Mediterraneo?) e contro i libici un intervento di peacekeeping per riportare nel Paese l’ordine che manca dopo Gheddafi. Magari anche con l’ammissione di colpa: la prossima volta, prima di defenestrare un dittatore, ci procureremo soggetti politici in grado di sostituirlo adeguatamente e senza creare problemi alla vicina e pacifica Europa.

Forse le cose stanno diversamente.

Forse è nella responsabilità dell’Occidente quel che oggi accade in Africa ed in Medio Oriente, dove quel che si produce con più facilità sono i migranti.

Forse gli occidentali sono passati dalla politica di sfruttamento coloniale (anche con il contributo italiano in Libia e nel Corno d’Africa) alla politica di sfruttamento economico. L’una parente stretta dell’altra perché entrambe consistono nella sottrazione delle risorse altrui.

Riscaldiamo le nostre case con il loro petrolio, mettiamo nel tè una zolletta del loro zucchero, mangiamo le loro banane e così via.

Per fare tutto questo abbiamo creato Stati sovrani sulle carte geografiche, ponendo insieme popoli di lingua e di cultura diverse. Abbiamo sottratto al loro sistema di vita popolazioni che non chiedevano altro che di essere lasciate in santa pace e di continuare a vivere come avevano sempre fatto. Abbiamo diffuso in tutto il mondo batteri mortali, decimando intere popolazioni. Abbiamo ucciso e percosso, abbiamo creato emarginati ed alcoolisti, abbiamo sopraffatto e violentato. Tutto perché le nostre signore, all’ora del tè, potessero mettervi tranquillamente una zolletta di zucchero.

Adesso ci stupiamo che un milione di persone subisce ogni sorta di violenza e rischia anche di morire per sfuggire a quello che noi abbiamo creato nel loro Paese.

L’ultima trovata è della Comunità Europea: soccorriamoli in mare, ma solo nelle nostre acque territoriali. Non soccorriamoli prima, altrimenti questo sarà un incentivo a farli venire da noi.

La misura è colma. L’ipocrisia dell’Occidente è senza limiti. C’è da vergognarsi di essere cittadini della Comunità Europea. E tanto.

 

Foto: Noborder Network/Flickr

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