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Matteo Salvini e la Lega Nord: gli scheletri nell’armadio e le amicizie neofasciste

 
Non c’è che dire, Salvini si sta costruendo un personaggio ben spendibile, in vista di un’operazione di conquista dell’Italia sotto il Po. Un tempo autodichiarato “nullafacente”, dopodiché annoverato tra i sedicenti “comunisti padani”, ricoprendo cariche istituzionali per la Lega sin dal 1993, conosciuto in ambito internazionale soprattutto per l’assenteismo all’Europarlmento di cui è membro, egli oggi si vuole presentare come un conservatore e un uomo del popolo al tempo stesso, cavaliere senza macchia alla difesa dell’identità nazionale da ondate di clandestini fra cui si anniderebbero criminali e terroristi. Passata l’epoca degli slogan del secessionismo armato (pur ogni tanto riaffioranti, e non solo a parole in verità, negli ambienti dell'indipendentismo padano), i leghisti inveiscono ogni giorno contro il sistema di malaffare e la corruzione della politica dei palazzi romani. Giustissimo! Ma davvero la Lega è la paladina della giustizia e del popolo derubato? Al di là della contraddizione a valle di un partito dall'impronta secessionista che cerca di tramutarsi in nazionalista, spinto dai successi di altre estreme destre europee, qualche fatterello per rinfrescare la memoria…

Già le prime urla contro Roma ladrona non risparmiano neanche ai paladini in verde di cadere nel peccato originale del finanziamento illecito all'inizio degli anni '90. Non passano molti anni perché si assita al crack delle cooperative padane, con strascichi giudiziari per presunta mala gestione e mancanza di trasparenza. Un processo è in corso anche sulla vicenda della creazione dell'organizzazione paramilitare delle camicie verdi, prima che la Lega cercasse di presentarsi in giro con un volto più pulito. Ma tutto questo è solo l'antipasto di quanto emerge in anni più recenti.

Marco Lillo nell'aprile 2012 ricostruiva sul Fatto Quotidiano la vicenda di una presunta "tangente milionaria per la Lega Nord", a partire dalle confessioni dell'ex direttore centrale di Finmeccanica: "L'ex direttore centrale del gruppo pubblico ha parlato ai pm di Napoli di una mazzetta di circa dieci milioni di euro destinata al Carroccio nella vendita di 12 elicotteri Agusta Westland all'India. L'operazione - ancora tutta da verificare - sarebbe stata orchestrata dall'ad della storica azienda varesina, Giuseppe Orsi, vicinissimo a Roberto Maroni e oggi numero uno del gruppo pubblico"; secondo siti di informazione, la vicenda potrebbe avere anche pesato negativamente sulla sorte dei due marò in India. Orsi è risultato recentemente condannato in primo grado per accuse minori, ma non per la corruzione internazionale. 

In seguito Maroni diventa segretario confederale della Lega e poi presidente della Regione Lombardia, carica che ricopre tuttora, finendo ancora sotto i riflettori della cronaca giudiziaria per una presunta concussione in relazione all'Expo di Milano. La vicenda di maggior impatto sull'opinione pubblica, sia pure di memoria un po' corta, è però lo scandalo, venuto alla luce sempre nel 2012, quando al vertice di fatto della Lega stava il famigerato "Cerchio magico", tra magia nera e fiumi di denaro. Si parlò allora, e il processo è adesso in corso, di riciclaggio di denaro in relazione a investimenti a Cipro e in Tanzania: evidentemente il razzismo viene dimenticato quando c'è profumo di soldi. 

Val la pena infine spendere qualche riga sulle crescenti amicizie della Lega nella destra più estrema, che oggi potrebbe mostarsi per Salvini e co. un partner importante per costruire un radicamento della Lega nel centro-sud. In un primo tempo era stato Tosi - recentemente entrato in rotta con Salvini per questioni di leadership - a portare nelle liste della Lega Nord personaggi imbarazzanti: "Ex skinhead, militanti di Casapound, nostalgici del Ventennio. Tutti candidati con la lista del sindaco di Verona. In nome dell'identitarismo e della xenofobia", riporta l'Espresso del maggio 2012. L'europarlamentare Borghezio, in continuità con la sua vita politica prima dell'adesione al partito che fu di Bossi, non nasconde le sue frequentazioni politiche con le estreme destre di tutta europa, prendendo persino le difese, come riportano siti di destra, dei dirigenti sotto processo della naonazista Alba Dorata greca.

Ma l'interlocutore principale dei padani nella galassia del fascismo del III Millennio è oggi Casapound, attivamente coinvolta nella recente manifestazione della Lega a Roma (un flop in termini numerici), movimento che quotidianamente occupa le cronache dei giornali in vicende di aggressioni e violenze contro studenti, centri sociali, partiti della sinistra anticapitalista, migranti. Alcuni esponenti (attuali o passati) di Casapound sono anche stati coinvolti a vario titolo in inchieste di grosso calibro, come emerge anche da una superficiale rassegna di articoli di stampa: a Napoli in vicende di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari; a Roma di traffico internazionale di droga, omicidio e tentato sequestro di persona nella caccia al tesoro sporco di Mokbel, la gambizzazione dell'ex Nar Francesco Bianco. Ancora, l'Espresso del dicembre 2014 parla dei legami neri tra Carminati, al centro dell'inchiesta mafia capitale, e Casapound. Infine, mentre il leader del Carroccio si profondeva in condanne delle sanzioni contro Russia, dei suoi amici di Casapound si parla come stretti alleati (secondo Popoff, addirittura con l'invio di combattenti) degli ultranazionalisti ucraini, da più parti accusati di una vera e propria pulizia etnica delle popolazioni russofone.

Questo movimento dalle limpide credenziali è dunque oggi l'interlocutore politico privilegiato, nonché partner nelle piazze, della Lega pulita e "ripulita" di Salvini. Al lettore ogni giudizio di merito.

Foto: Agenziami/Flickr

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