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Massimo Ciancimino e la borghesia "compradora"

I Paesi arretrati non sono in ritardo rispetto a quelli sviluppati e l’aggettivo "sottosviluppato" non illustra uno scarto temporale, ma il compimento di una subordinazione funzionale dell’area debole. Quest’ultima diventa periferica specializzandosi in quelle attività marginali e subalterne che si conciliano con gli interessi del centro. [?.] Un ruolo cruciale assume la categoria della borghesia "compradora", che prospera e si sviluppa proprio in funzione del rapporto di dipendenza dal centro e ne costituisce la difesa più tenace.

(da Tre modi di vivere il Sud di Franco Cassano)

Dal libro Don Vito – Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone d’eccezione , di Massimo Ciancimino e di Francesco La Licata, editore Feltrinelli, Euro 18,00.
 
«Nella spiaggia di Mondello Valdesi ogni estate la Società Italo-Belga Castellucci, concessionaria da secoli di tutto il litorale di Mondello, allestiva lo stabilimento balneare, completo di zona vip. La nostra capanna stava nel cuore di questa “riserva”, completa di terrazzino e di parcheggio privato nello spazio dell’Hotel Palace. Nel settore dei politici potenti ovviamente nessuno pagava».
 
Fra le prerogative ed i privilegi della borghesia “compradora” nel Meridione d’Italia, quello del miglior posto allo stadio, al teatro, al lido, ovunque insomma ed ovunque gratis. Alla base non vi è solo un motivo economico (a questa borghesia tutto è mancato tranne che il denaro: quante vacanze nei migliori alberghi nel libro di Massimo Ciancimino!). E’ l’insieme che conta: gratis e nel posto migliore, senza fare fila, onorato e riverito. E’ questo quello che conta per la borghesia “compradora” , il vedersi diversa rispetto al popolino, cui manca tutto, anche il sale per cucinare ed è meglio che questo accada a lui, piuttosto che a noi.
 
Ci si chiede come allora venivano trattati i disabili, dalla Società Italo-Belga Castellucci; perché risale al 1971, dunque in piena “era Vito Ciancimino”, la legge che introdusse l’obbligo di abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi aperti al pubblico, e perciò anche nei lidi balneari, ed è del 1978 il suo regolamento attuativo, quando don Vito era da poco traghettato nella corrente andreottiana.
 
Sarebbe interessante chiedere al signor Massimo Ciancimino se, fra i suoi ricordi dell’epoca, vi è anche quello di disabili, che percorrono in carrozzella gli scivoli necessari per raggiungere la battigia e che usano le sedie speciali per entrare in acqua. Ma forse non era così: non erano proprio i disabili al centro dell’attenzione della Società Italo-Belga Castellucci.
 
Ci si chiede anche se oggi, passati tanti anni, le cose sono cambiate. Se nel Meridione d’Italia prerogative e privilegi della borghesia “compradora” nell’andare allo stadio, al teatro, al lido, ovunque insomma, persistano. Ma di norme, sull’argomento, non se ne vedono ; e non fanno nemmeno parte di quelle recentemente letteralmente date alle fiamme dal neo-Nerone Calderoli, perché non sono mai esistite. Neanche l’obbligo per chi distribuisce tessere e biglietti omaggio di essere trasparente in materia, magari semplicemente comunicandolo alla locale Prefettura.
 
Insomma, al Sud, per quanto riguarda la borghesia “compradora”, l’unica cosa che permane è l’importanza di farvi parte. Come quando don Vito regnava a Palermo.

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