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Maniglie d’amore

La pubblicità dei media ci abitua a dei corpi femminili, sempre giovani, mai stanchi, e poco importa se una donna desidera una gravidanza, anche in quel caso non gli è permesso di appesantirsi, giusto durante i nove mesi. Le donne devono indossare dei bei vestiti, mettere delle creme antirughe, senza contare il lifting, il botox già a 20 anni. Ci si chiede del perché si amino di meno e le giovani di oggi diventano sempre di più anoressiche. Mi sembra che la vita di una donna non sia quella che ci viene mostrata: completamente surrealista.

In Italia a differenza degli altri paesi europei, il tam tam mediatico sul corpo delle donne ha raggiunto delle "punte" vertiginose e invade interi strati di società, ci si identifica a quei modelli dominanti che la tv o i rotocalchi ci propongono. Anche le attrici del cinema ne subiscono l'influenza e poco conta la bravura dopo una certa età, le si mettono da parte, al contrario degli altri paesi. Ultimamente ho visto un film, con la splendida Isabelle Huppert per altro non rifatta, nel bel paese apparirebbe sospetto un personaggio pubblico che non ricorre alla chirurgia estetica. Lo constato nei miei frequenti soggiorni in Italia, nei discorsi, nell'anonimato del quotidiano, e ci si sente abbruttita dalle circostanze, condizionata malgrado non lo si vorrebbe, perché non corrispondi ad una certa fascia anagrafica o a un modello mediatico, tagliata fuori da ogni discernamento reale. Paradossalmente la sensazione si fa sentire più acuta non con persone giovani ma con persone sulla cinquantina, o più anziane, in prevalenza maschile. Seguono l'idea di "essere" e non sono, come se non fossero mai "stati" e quindi sono gli altri ad invecchiare non loro, specie se è una donna.

Il "giovanilismo" a tratti conquista molte persone, le generazioni saltano una sull'altra in pochi anni, mentre altrove c'è uno spazio di 25 anni circa. In ultimo il "Bunga Bunga" con la ragazza Ruby, che in fondo fa ancora della pubblicità gratuita al Presidente del Consiglio, perché non c'è la decenza di proteggerla dal voyeurismo collettivo. La sua figura viene sottolineata unicamente come: la prostituta e la marocchina, penalizzata due volte a causa della sua nazionalità (non si è razzisti, per carità!).

Il linguaggio dei giornali di fronte a certe notizie è diventato una fonte comune a destra come a sinistra, ci stiamo abituando oramai. Nessun uomo politico visto che sono largamente la maggioranza in una nazione, diciamolo pure "prettamente maschilista", vuole prendere la responsabilità di quello che sta realmente accadendo di incostituzionale, e di allucinante un po' dappertutto. E' più facile correre dietro allo scandalo per questioni di alcove, sperando che sia la volta buona per una caduta della maggioranza, piuttosto che agire con coraggio politicamente per questioni di demerito sul disastro di questi due anni di governo.

Tutti noi siamo solo di passaggio lo sappiamo bene, ma se si passa distrattamente non si recupera un bel niente e alle donne, ministre comprese, non rimarrà che un solo tacito diritto, quello di rivendicare la loro cellulite nelle false rappresentazioni, per alcuni decenni sicuramente.

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