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Libero ed Il Giornale spiazzati dalla manovra “lacrime e sangue”

Delusione, rabbia, senso di impotenza sono questi I sentimenti che trasudano dalle pagine dei principali giornali italiani che fanno riferimento al centrodestra italiano. Hanno passato giorni, mesi ed anni, raccontando che Berlusconi era il minore dei mali possibili. Il Cavaliere pur avvallando leggi vergogna e promuovendo riforme inesistenti rappresentava il meglio che gli italiani potessero scegliere in quanto nonostante tutto era il solo che non avrebbe mai aumentato le imposte.

Il decreto anticrisi appena approvato presenta invece sulla copertina un messaggio difficilmente edulcorabile: NUOVE TASSE.

Si dirà: sono state imposte per rassicurare i mercati. Si, ma si tratta di NUOVE TASSE. Sono state decise per colmare il debito pubblico entro il 2013. Sì, ma sono comunque NUOVE TASSE. Lo chiedevano Draghi e la Bce. Sì, ma parliamo sempre di NUOVE TASSE . Non c’era alternativa. Si, ma sono NUOVE TASSE. Il Cavaliere si è immolato per noi ed adesso il suo cuore gronda sangue. Si, ma sono sempre e comunque NUOVE TASSE.

Uno sgomento generale incombe sulle redazioni di Libero, de Il Giornale e del Foglio. Come si potranno difendere d’ora in avanti le politiche governative, adesso che il peccato originale e’ stato compiuto? Toccherà fare gli straordinari e chissà se basterà.

Il governo ha attraversato il Rubicone ed è sconfinato sulla terreno ignoto dell’imposizione di nuove aliquote, chi lo spiegherà agli elettori?

Per quanto tempo le scosse telluriche di tale scelta si ripercuoteranno nel corso degli anni? Chi cancellerà lo stigma?  E quante campagne elettorali dovranno portare avanti prima di tornare a vincere? 

Riusciranno le penne di Belpietro, Sallusti, Feltri, Sechi e Ferrara a rassicurare i loro lettori frastornati e sotto shock?

Un tempo si diceva: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”, ma questi le mani nelle tasche degli italiani le hanno messe eccome, hanno preso il portafoglio, lo hanno aperto e hanno prelevato un ingente quantità di banconote. E per di più lo hanno fatto in mondo visione.

La rivoluzione liberale, digitale, informatica, infrastrutturale, epocale, ideale, culturale, morale e soprattutto fiscale che doveva portare il Berlusconismo al potere che fine ha fatto? E’ bastato un colpo di vento per capire che tutto poggiava su un castello di carte francesi, e tutto è crollato miseramente con la finanziaria di ferragosto. E’ la cruda cronaca di questi giorni. I direttori dell’eco di Villa Certosa dovranno farsene una ragione.

 

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