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Led Zeppelin tour e reunion senza Plant? Ma anche no?

Indignazione, turbamento, angoscia...

Il mondo della musica ci ha ormai abituato alle tanto attese, o anche no, reunion dei gruppi storici. C’è di fatto chi non ha mai smesso di suonare, come i Metallica ad esempio, passibili di commenti sulla mancanza di originalità volendo, ma per nulla accusabili di mancanza di coerenza. Ultimamente invece gli accorpamenti di corpi una volta famosi, perchè spesso rimangono intatti solo quelli se va bene, con i membri della propria band per una bella rimpatriata stile festa delle medie sembrano andare per la maggiore.

Come dimenticare il ritorno degli Ac/Dc, dei Motley Crue (di sicuro i meno peggio tra tutti) o degli imbarazzanti Queen con Paul Rodgers perchè scusate, ma non me la sento di chiamarli Queen senza pensare alla voce di Mercury, e va anche bene dedicare l’album all’indimenticato cantante, ma spesso il troppo stroppia e pochi sembrano ricordarsene. Compresi i Guns’n’Roses.



E mentre perso in questa giungla di rock vecchia maniera tentavi di riprenderti sniffando il vinile, tu, appassionato di musica vera, accarezzando il giradischi urlavi: "Perchè, perchè non ci sono più le emozioni di una volta, che diavolo è questo Blue Ray?", mentre il peggio ti sembrava già stagliato di fronte e ti sentivi sicuro di poterlo evitare...l’apocalisse, lo sdegno, la notizia che mai avresti voluto sentire ha cominciato a diffondersi a macchia d’olio: i Led Zeppelin annunciano di voler comunque intraprendere un tour senza il cantante Robert Plant, solista affermato (?) ormai da tempo che si è rifiutato di buttarsi nell’impresa sbottando che l’amarcord non fa per lui.

Con l’aiuto degli appositi sali passati un paio di volte sotto al naso, giusto per riprendersi, ci sono essenzialmente due modi per metabolizzare la faccenda:
Il primo coinvolge la filosofia di pensiero per cui le reunion dei vecchi gruppi spesso sono una delusione, ancora più spesso sono pianificate alla ricerca del vil denaro e in genere finiscono con lo sfornare un album commerciale di discreta fattura, che, sì, magari seguito da dei buoni testi e ovattato dalla produzione sembra anche degno di esistere, ma l’urlo di gioia stenta a diventare una realtà.



Il secondo materasso di piume salvavita invece è la rabbia classica che ti balena nel cervello quando il cantante di una band di successo decide di incrociare le braccia e fare la star innovativa del country rovinandoti la festa. A te, che hai passato anni a maledirti per non essere nato in tempo, per goderti i Led Zeppelin. Nello stesso momento però pensi che in effetti le scelte commerciali non ti sono mai piaciute e questi ritorni... puzzano di facile successo lontano un miglio e te la prendi anche con il resto del gruppo, che decide di CAMBIARE FRONTMAN pur di tornare a calcare i palchi mondiali.

Chris Cornell, ex leader dei Soundgarden ha recentemente dichiarato: " I Led Zeppelin senza Plant? DEPRIMENTI... anche se mi avessero chiamato per sostituirlo non l’avrei fatto". Vi immaginate Cornell che dà dei deprimenti agli Zeppelin? C’è da rifletterci su, tanto per dare degli strumenti utili per capire.

Il vecchio promoter della band Harvey Goldsmith, che rese possibile la reunion londinese di qualche mese fa è più o meno dello stesso avviso sembra, visto che alla domanda sulla questione ha risposto: "Facciano pure il tour, ma che non si facciano chiamare Led Zeppelin".

Immagino sia un po’ il pensiero di tutti. Se una reunion va fatta, va fatta bene oppure si decide di cambiare completamente registro e cominciare un’altra esperienza. Rischiosa, sicuramente con le stesse possibilità di sopravvivenza di un bradipo sull’autostrada, ma sicuramente più dignitosa.

Per concludere in bellezza riporto anche la dichiarazione di John Paul Jones storico bassista della band: "Andrà tutto bene. Non serve a niente trovare un altro Robert. Non vogliamo diventare una band che rende tributo a se stessa"

A questo punto mi chiedo, ed evitare proprio di diventare una band smozzicata che somiglia a qualcosa che è in realtà qualcos’altro?

Commenti all'articolo

  • Di Ed (---.---.---.171) 17 novembre 2008 11:58

    le reunion ci possono anche stare,partendo dal presupposto che il fans deve sapere che paghera’ tanti soldi,e magari qualche acciacco a parte,vedra’ anche un buon concerto,passando 2 ore ascoltando le canzoni per le quali magari e’ impazzito in gioventu’.
    ma anche le reunion devono avere dei crtieri minimi di credibilita’ artistica di cio’ che un tempo fu. e un po’ di buon senso. i led zeppelin senza plant sarebbero inguardabili a priori.
    detto questo ,vi segnalo la cosa che piu’ mi preme,essendo Io un fans sfegatato: quella degli ac/dc non e’ una reunion,la band non si e’ mai sciolta in 35 anni di gloriosa attivita’.sebbene non uscisse un disco nuovo da 8 anni...e che disco...

    • Di cafenoir (---.---.---.148) 17 novembre 2008 12:13

      Buona precisazione ,anche se il termine reunion era chiaramente riferito alla commercializzazione di qualcosa di nuovo... io trovo che sia in puro stile Ac/Dc in effetti, nulla di nuovo... ma almeno anche per loro vale il discorso della coerenza. Anche i Queen come gruppo non si sono mai sciolti, anche se May ci ha provato a fare il solista con scarsi risultati, però ho trovato triste questa nuova uscita cavalcando l’onda della commemorazione...
      Detto questo io ad esempio andrò al concerto dei depeche mode, tutt’altro genere, ma già andai al loro concerto tre anni fa, un delirio... una meraviglia. Questo sì ha senso.

  • Di Roberto Calabrò (---.---.---.130) 17 novembre 2008 13:16

    Sono sempre stato contrario alle reunion. Ogni band è unica perchè figlia e interprete del suo tempo.
    Nel corso degli anni, però, non ho resistito alla tentazione di andare a vedere gruppi per me mitici - dagli Stooges ai Radio Birdman - che ritornavano insieme dopo anni (a volte, decenni) di assenza.
    Però a condizione che si trattasse della line-up originale e ben sapendo che, nel migliore dei casi, avrei assistito ad un grande concerto e non ad un’esperienza totalizzante come sarebbe potuto essere se ci fossi stato in "tempo reale".
    Per questo motivo apprezzo la coerenza e l’onestà intellettuale di quei gruppi che, considerando chiusa la loro parabola artistica e "politica" (nel significato migliore e più alto del termine), hanno sempre rifiutato di riunirsi. Penso ai Clash, ad esempio.
    Quanto ai Led Zeppelin...la loro vicenda si è chiusa con la morte di John Bonham nel 1980.
    A chi favoleggia di una nuova loro "reunion" mi viene da chiedere: andreste a vedere gli Stones senza Mick Jagger o i Beatles senza Lennon ed Harrison?



    • Di cafenoir (---.---.---.148) 17 novembre 2008 13:30

      Eh sì, il punto è proprio questo... concordo. C’è un altro discorso che però "giustifica", il ritorno di alcune formazioni. Se si fa un giro per concerti, almeno nella mia zona, sono tantissime le cover band (talentuose o meno, poco importa ai fini del discorso) che ripropongono pezzi di band storiche e non avete nemmeno idea del seguito che riescono ad avere...Forse dal loro punto di vista tornare è meglio di non tornare...c’è da prendersela sicuramente con l’idea di cambiare frontman, ma santocielo Robert Plant lasciare un secondo il progetto dell’ukulele e buttarsi in qualcosa di più realistico? Certo non lo si può costringere e come si diceva qui sopra ognuno appartiene al proprio tempo...In definitiva forse era meglio accantonare il progetto dopo il suo rifiuto. Per rispondere alla domanda io non andrei ad un concerto senza un pilastro fondamentale come lo è Plant per gli Zeppelin, l’idea di prendere il figlio di Bonham però l’ho trovata geniale...mantiene una certa continuità e non fa stizzire i fan più accaniti...aaah la fine arte dello show biz...

  • Di bruno86 (---.---.---.98) 18 novembre 2008 01:47

    Un tour mondiale senza robert plant? No, assolutissimamente no. Non sarebbe la stessa cosa. I led zeppelin hanno sempre avuto lui come cantante, ed è giusto che se lo tengano. Capisco che, l’età non è quella dei vent’anni, che risuonare le stesse canzoni di una volta possa creare qualche problema di tipo musicale, ma, se io avessi avuto la possibilità di essere robert plant, di certo non mi sarei fatto scappare questa occasione di ritornare a cantare con gli zeppein. Comunque, se plant dovesse decidere per un no secco riguardo la reunion del gruppo, fossi in loro ( mi riferisco agli altri membri del gruppo) non tornerei più a suonare in giro per il mondo con il nome LED ZEPPELIN, anzi, cambierei proprio strada e, formerei una band tutta mia, e con un altro nome. Purtroppo, bisogna aspettare il giorno della nostra morte per capire davvero quello che la vita ci ha offerto e noi, gentilmente abbiamo gettato via.

  • Di Pregno42 (---.---.---.74) 27 novembre 2008 19:14

    Ciao sono Luca, ho 42 anni suonati ed almeno25 che ascolto i ,a mio parere,più grandi in assoluto,LED ZEPPELIN, quindi penso anch’io che senza Plant alla voce non sono loro;ed un tour senza di lui non sarebbe la stessa cosa;ma a mio avviso il problema è che Plant da solista,adesso in coppia con questa Allison krauss,è poca cosa!!! E’ sprecato!!! Deve capire che lui,era,è,e sara’ sempre il cantante degli ZEPPELIN,quindi lasci stare tutte queste canzonette da bassa lega, e torni a fare quello che per intere generazioni e stato un idolo,il frontman dei numeri 1, gli irraggiungibili LED ZEPPELIN!!!! Indirei una petizione con slogan: "TORNA ROBERT,TORNA A FARCI SOGNARE" !!!!!

    • Di cafenoir (---.---.---.126) 27 novembre 2008 19:59

      Mi piacciono sempre di più i commenti a questo argomento, si incrociano diverse generazioni...
      Luca tu ahimè hai ragione, consideriamo tutte le attenuanti del caso e cosa può aver pensato:


       Plant si è strarotto di cantare le solite canzoni (come se le cantasse anche sotto la doccia e mentre fa la spesa)


       Magari vuole cambiare genere perchè quando raggiungi una maturità artistica e vivi di rendita te ne freghi di cosa vogliono gli altri e fai un po’ quello che vuoi fare tu (però il country COSì, perchè io non disprezzo il genere eh, però COSì NO.)


       Forse il timore di una comparazione con il suo glorioso passato lo spaventa, i media sono aumentati dai lontani anni d’oro Zeppeliniani, magari un deludere le aspettative provoca più casini di quanti potesse crearne allora


       Ultima ragione: Non gli importa proprio e amen, ha fiutato che è una manovra commerciale ben studiata e lui con spirito fine anni sessanta dice no all’omologazione.

      Un po’ si possono anche capire, un po’ sono i classici capricci da star...personalmente se mai mi dovesse capitare di incontrarlo ad un chioschetto nei festival country,l’unica domanda che farei sarebbe: "perchè. PERCHè." Sperando che basti...
       

    • Di Ale (---.---.---.72) 7 dicembre 2008 16:32

      Salve a tutti...
      Sono un fan di lunghissima data dei Led Zeppelin, la mia prima vera, grande passione musicale, fin dall’adolescenza...Di loro ho ascoltato e visto tutto, ne ho seguito l’evoluzione live attraverso gli anni (posseggo una collezione di bootlegs delle loro esperienze concertistiche che ammonta a quasi 30 dischi, oltre, ovvio, alla discografia ufficiale), ho visto Plant cantare un po’ ovunque...l’ho seguito fino in Svizzera dalla mia nativa Pistoia e lì ho avuto persino il grande piacere di conoscerlo personalmente...
      Detto questo, e premesso che un concerto di reunion CON Plant lo sarei andato a vedere OVUNQUE in Europa, SENZA Plant nemmeno sotto casa mia, sono qui a scrivere questo post più per la sorpresa di vedere che tra i vecchi fans del Dirigibile c’è un rispetto un po’ scarsuccio per l’elevatissima qualità artistica conseguita da Plant negli ultimi anni della sua carriera solistica. Potrei condividere i vostri punti di vista se mi dicessi che il Plant di "Tall Cool One" o di "In the Mood" (tanto per citarne giusto un paio...) non era propriamente esaltante: la sua produzione di quegli anni (ammettiamolo, un po’ di colpa va data ai maledetti Anni ’80) non ha certamente lasciato il segno quanto ad originalità ed ispirazione.
      Ma il Plant degli ultimi 6-7 anni, con i Priory of Brion (parzialmente), con i grandiosi Stange Sensation ("Dreamland" e "Mighty Rearranger" sono secondo me e, grazie a Dio, anche secondo l’opinione di tanta critica, due tra i migliori album del decennio) e poi in duetto con Alison Krauss, ha dimostrato di aver trovato una sua dimensione artistica, in un percorso di estrema coerenza che si configura come una sorta di viaggio sulle terre di confine tra il rock, tradizione musicale anglosassone (non solo inglese, anche gallese), Marocco e Mali prima, Delta del Mississippi e Nashville poi.
      Per voi che criticate la collaborazione con Krauss: oltre al superbo "Raising Sand" (ascoltatevelo con un po’ più di apertura mentale, dimenticando che quel signore sessantenne che sta sulla copertina insieme ad una bellissima bionda fu il leader dei Led Zeppelin), ascoltatevi qualche registrazione live del loro recente tour mondiale (potrei consigliarvi, per qualità, la data di Wembley dello scorso maggio) e capirete perché Plant non ha più alcun interesse, Dio lo benedica, nel farsi un inutile e faticoso giro del mondo a nome Led Zeppelin, "promuovendo" canzoni di più di 30 anni fa.
      Lasciamo ai posteri lo splendido ricordo di quella serata londinese del dicembre scorso, una serata che ha avuto il suo perché, un momento nel quale i 3 vecchi leoni hanno potuto gridare al mondo, se mai ce ne fosse stato bisogno, che sono stati loro i più grandi...
      Nel lungo termine il Page di oggi, pur avendo ritrovato il grande carisma di un tempo (oltre alla confidenza con la sua Les Paul, che aveva perso da tanti tanti anni), sarebbe un freno all’inventiva, alla dinamicità e alla "curiosità" artistica di un Plant fresco come mai prima di ora...Quanto a John Paul Jones, tutti sappiamo delle sue immense doti di musicista e polistrumentista di qualità stellare...ma quanto alla direzione artistica che i nuovi Led Zeppelin dovrebbero e potrebbero avere, siamo sicuri che con il vecchio bassista al timone non si riprenderebbe un discorso interrotto 29 anni fa nel bel mezzo di una parabola discendente che avrebbe inevitabilmente condotto verso un triste quanto inesorabile tramonto?
      Per me, di questi tempi, le belle notizie in definitiva sono 2:
      1. La reunion dei Led Zeppelin NON si farà, o almeno l’immenso nome non verrà scomodato;
      2. Plant a gennaio tornerà in studio con Alison Krauss e T-Bone Burnett.
      A tutti voi sento di dover umilmente consigliare di badare con un po’ meno superficialità soprattutto alla seconda.
      A presto, Alessandro

    • Di cafenoir (---.---.---.219) 8 dicembre 2008 13:25

      Alessandro ma dio ti benedica, adoro chi scrive di ciò che conosce e da degli spunti ottimi di conversazione, fornendo anche degli esempi validi. Detto questo, e parlo del mio gusto personale, non apprezzo gli ultimi lavori del caro Plant sebbene non giudichi la sua carriera solista inutile o priva del suo conosciuto talento. Come ho detto negli ultimi punti della risposta al precedente commento può essere che il suo rifiuto derivi dalla nuova ventata di ispirazione che ha il suo nuovo lavoro e che abbia fiutato una manovra commerciale che non gli è garbata più di tanto. Sacrosanto e apprezzabilissimo. Penso anche che la superficialità c’entri poco negli altri interventi, la domanda dell’articolo era sulla reunion senza il cantante e addirittura con un cantante diverso! Vedo che su questo siamo d’accordo comunque dalla tua risposta, forse ha poco senso di questi tempi riproporre un sound del genere però mi domando sempre se l’elemento affettivo non sia da tenere in considerazione. Ho fatto per anni parte di una band stratosferica che ha cambiato la musica mondiale e prendo la notizia di un possibile ritorno facendo spallucce anche all’idea che qualcun’altro canti le canzoni che tanto hanno ispirato me anni fa? Altro spunto di riflessione, quanto conta l’attaccamento emotivo rispetto alla commercializzazione e a salvare la faccia?

      Se poi la reunion non si fa tanto meglio, meglio evitare che ardire qualcosa che può essere pericoloso...su questo non c’è dubbio

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