• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Le politiche di austerità? Il frutto di un errore accademico

Le politiche di austerità? Il frutto di un errore accademico

Le attuali politiche di austerità dell’Unione Europea e dell’Italia hanno il loro fondamento teorico nel lavoro di due insigni economisti di Harvard, Carmen Reinhart and Kenneth Rogoff, che hanno mostrato, analizzando dati storici delle economie di vari paesi, che un rapporto debito/PIL superiore al 90% porta a una decrescita economica. Ovviamente, i fautori delle politiche di austerità hanno gioito.

Il candidato alla Presidenza degli Stati Uniti per il Partito Repubblicano, Paul Ryan, citava espressamente questo risultato per giustificare la politica di austerità del suo programma elettorale. Sfortunatamente per loro, Thomas Herndon, uno studente dell’Università del Massachusetts Amherst, ha dimostrato, con i suoi professori, che i risultati del lavoro di Reinhart e Rogoff erano sbagliati.

Herndon aveva scelto l’analisi dei due economisti di Harvard per un suo saggio da preparare per il corso di econometria e ottenne i dati dagli autori che, con spirito scientifico, gli dissero che poteva tranquillamente pubblicare qualsiasi risultato avesse trovato. Herndon scoprì che i dati di Australia, Austria, Belgio, Canada e Danimarca erano stati esclusi, per un banale errore, dai calcoli per il rapporto debito/PIL elaborati da Reinhart e Rogoff. Dopo una verifica durata mesi con i suoi professori Michael Ash e Robert Pollin, che stentavano a credergli data la fama dei due economisti, la convinzione di un grossolano errore da parte di Reinhart e Rogoff divenne certezza. Pertanto, Herndon e i suoi professori pubblicarono un articolo che smontava quanto scritto dai due economisti e, basandosi sui dati ricevuti, mostrava che le nazioni con un rapporto debito/PIL superiore al 90% avevano avuto una crescita positiva del 2.4%, invece della tendenza negativa di cui parlava l’articolo di Reinhart e Rogoff. Addirittura, i dati corretti mostravano una tendenza positiva, pari a una crescita dell’1.6%, anche per nazioni con un rapporto debito/PIL superiore al 120%! In altre parole, l’agenda dell’austerity in Europa si basa su un articolo teorico completamente sbagliato.

Questa notizia non mi pare sia stata ripresa prima d’ora dalla stampa italiana, mentre quella statunitense e anglosassone ne hanno dato ampio risalto. Se una lezione per le università di tutto il mondo è che consentire ai propri studenti di fare “analisi critica” di lavori importanti può portare a risultati sorprendenti, la lezione per i politici è di non affidarsi, senza una verifica puntuale dei propri organismi economici, ad articoli che, magari, giustificano pretese politiche. Speriamo che questa bella lezione di metodo e di onestà intellettuale convinca i politici europei e italiani ad abbandonare la politica di austerità con la stessa celerità con cui l’hanno adottata (addirittura si è inserito l’obbligo di pareggio di bilancio, figlio di questa politica, nella nostra splendida Costituzione). D’altra parte, l’articolo di Herndon, Ash e Pollin termina proprio dicendo “Il fatto che i risultati di Reinhart e Rogoff sono sbagliati dovrebbe quindi condurci a rivedere la stessa agenda dell’austerità sia in Europa sia negli Stati Uniti.”

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares