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Perché votare sì ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno

L’insoddisfazione dei cittadini italiani nei confronti della politica e la voglia di persone che risolvono (o promettono di farlo con progetti concreti) i problemi quotidiani sono un fatto dimostrato nelle ultime elezioni (si veda il caso Pisapia e De Magistris, tanto per fare i due esempi più noti). L’attenzione verso i problemi quotidiani può, però, portare a un rifiuto di interessarsi a temi politici di più ampio respiro, come quelli referendari del 12 e 13 giugno.

Se a questo aggiungete le televisioni che fanno vedere omicidi e pettegolezzi invece di “insegnare” la giusta importanza dei temi “alti” della politica, il pericolo che parecchie persone non vadano a votare abbastanza alto. Pericolo che aumenta visto i partiti italiani (tranne i Verdi) non si stanno strappando i capelli per fare propaganda elettorale. Non ci credete? Allora ditemi chi di voi riceve volantini da partiti così come succede nelle campagne elettorali. Se unite le tre variabili: “disaffezione alla politica”, “telegiornali che stanno zitti”, “partiti che dormono” capirete benissimo che il quorum da raggiungere è veramente a rischio. Ma possiamo veramente abbandonare ogni forma di lotta civica? Semplicemente NO! Dobbiamo convincere amiche e amici, conoscenti e vicini di casa ad andare a votare SI. I motivi ci sono tutti, e provo a farne una breve sintesi.
 
PRIMO QUESITO (SCHEDA DI COLORE ROSSO) E SECONDO QUESITO (SCHEDA DI COLORE GIALLO). Il primo quesito prevede l'abrogazione delle norme che prevedono l'obbligo di gara per affidare la gestione (non la proprietà, che resterebbe pubblica) dei servizi pubblici locali a operatori privati o a società miste dove il capitale privato non è inferiore al 40%. Il secondo quesito propone l'abrogazione della norma che stabilisce la determinazione della tariffa per l'erogazione dell'acqua, il cui importo prevede anche la remunerazione per il capitale investito dal gestore. I due quesiti sono collegati. Un privato che gestisce un’azienda deve ottenere un profitto come remunerazione del capitale investito. Nel caso dell’acqua o di altri servizi pubblici, questo si può ottenere in due modi: aumentando i ricavi e/o diminuendo i costi. Aumento dei ricavi vuol dire incremento delle tariffe mentre la diminuzione dei costi può comportare una peggiore qualità del servizio. In entrambi i casi ci paghiamo noi cittadini. D’altra parte, i privati dovranno pagare per gli investimenti in ammodernamenti e infrastrutture: come potranno ottenere un profitto se devono sborsare miliardi d’investimento? Aumentando le tariffe, a carico dei cittadini. Un dossier interessante è stato preparato da Altreconomia. Quindi votiamo SI per l’abrogazione di entrambe le norme.
 
TERZO QUESITO (SCHEDA DI COLORE GRIGIO). Il quesito propone l'abrogazione delle norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare. Quanto è successo in Giappone è soltanto la punta dell’iceberg nucleare. Tonnellate di acqua di trizio (materiale radioattivo e cancerogeno) sono state versate per errori umani. Badate bene: non per problemi di automatismi difettosi ma per errori umani. Perché le centrali nucleari, che i nuclearisti convinti dicono ultrasicure e tecnologicamente perfette, dipendono fortemente dal fattore umano, sia in fase progettuale sia durante le operazioni. Pochi sanno che l’incidente di Three Miles Island (quello successo negli anni ’70 negli Stati Uniti e che per pura fortuna non ha portato a una fusione del nocciolo) è successo perché durante l’esecuzione del progetto non era stato collaudato il sistema di segnalamento dell’aumento di temperatura del reattore. Per rispettare i tempi di consegna della centrale, questo collaudo fu saltato. Un errore umano in fase di progettazione. Gli errori umani per il versamento dell’acqua radioattiva con trizio sono frequenti, come potete costatare leggendo gli incidenti nelle centrali riportati nell’Osservatorio sugli Incidenti Nucleari. Non si sa ancor come risolvere il problema delle scorie radioattive, che rimangono tali per migliaia di anni. In più, le energie pulite (eolica e solare) possono sostituire il nucleare. Votiamo SI per evitare il ritorno al nucleare in Italia.
 
QUARTO QUESITO (SCHEDA DI COLORE VERDE CHIARO). Il quesito propone l'abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale. Questa norma è odiosa perché lede uno dei concetti fondamentali di una democrazia: l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Se qualcuno ha dei problemi penali, si deve dimettere. Quindi votiamo SI anche in questo caso.
Se non si raggiunge il quorum, l’Italia rischia di entrare in una fase disastrosa. Ci sarà l’aumento delle tariffe dell’acqua (e oggi tanta gente stenta ad arrivare alla fine del mese), avremo centrali pericolose ed inutili, dipenderemo dalla tecnologia straniera, cancelleremo la ricerca sulle rinnovabili nel nostro Paese (cosa peraltro che sta già avvenendo) e la ricaduta occupazionale nel settore delle energie pulite. Andremo verso un disastro economico senza precedenti. Per questo abbiamo il dovere morale di votare e far votare SI: per noi ma, soprattutto, per i nostri figli.


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