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Le motivazioni per le condanne di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito

Le motivazioni per le condanne di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito

Le agenzia di stampa hanno dato in sintesi i contenuti delle 427 pagine, con cui i giudici della Corte di Assise di Perugia hanno scritto le motivazioni per le condanne a 26 e 25 anni per Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. La ricostruzione del delitto ad opera dei magistrati porta ad un movente “di natura erotica sessuale violento”, legato anche all’uso di droga.
 
Qualcuno sostiene che le sentenze non si discutono, ma si applicano e si rispettano; il vostro reporter ritiene, invece, che sarebbero del tutto assurdi i principi di oralità e di pubblicità per i dibattimenti penali se poi non fosse consentito discutere le sentenze. In effetti oralità e pubblicità fanno si che il giudice si trovi a svolgere la sua funzione quasi fosse uno strumento nelle mani della Pubblica Opinione e che quest’ultima esamini con attenzione l’operato del magistrato è un fatto essenziale e necessario per ottenere fino in fondo che la giustizia venga amministrata “in nome del popolo”.
 
Abbiamo qualcosa di analogo nello sport, nel calcio ad esempio: l’arbitro decide con immediatezza e la sua decisione va applicata e rispettata, ma mille moviole fuori dal campo di gioco riprendono quanto accade perché ne possano poi parlare i media ; e, se necessario, l’arbitro fuori forma viene messo a riposo dal designatore.
 
Nel caso del delitto di Perugia la sintesi delle agenzie ci da un quadro completo di quanto accaduto, secondo la magistratura, certamente interessante da leggere; sembra un libro di Camilleri o di Lucarelli. Come in un grande giallo, tutto va a suo posto e si trovano le ragioni per ogni aspetto della vicenda.
 
Però, appunto, sembra di leggere un giallo: dalle sintesi mancano quasi del tutto le prove a sostegno della ricostruzione della vicenda. E quel frammento di DNA del fidanzato della vittima sul reggiseno di quest’ultima ! Quanti di noi hanno avuto la morosa sanno benissimo che chissà quante volte hanno lasciato proprie tracce di DNA sui suoi vestiti e non l’hanno mai uccisa!
 
Insomma, sorge il dubbio che, come lamentano i connazionali della studentessa di Seattle, ministro Clinton inclusa, essa sia stata condannata senza il supporto di adeguate prove. E questo l’Opinione Pubblica non può accettarlo: il problema non è se i due (o tre) ragazzi hanno ucciso Meredith, il problema è se vi sono le prove per condannare ciascuno di loro ; e, in assenza di prove, nessuno deve essere condannato. Questo è un principio basilare della civile convivenza.
 
Si resta in attesa del processo di appello ; sicuramente preoccupati per la qualità del vivere civile nella nostra comunità nazionale a causa dei gravi malfunzionamenti del sistema giudiziario.

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