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Le gerachie cattoliche si schiantano sul Berlusconismo

La chiesa cattolica ha attraversato 2000 anni di stroria tra luci ed ombre per andarsi a schiantare contro il Berlusconismo e il Bunga Bunga.

Il cattolicesimo militante ispirato dai vari Ruini, Bagnasco e Bertone (che ancora qualche mese fa si facevano fotografare giubilanti con al fianco di Berlusconi) avevano fatto dell’alleanza con la destra Italia un punto di forza. E adesso che il castello di menzogne berlusconiane sta per crollare, rischiano di rimanervi sotto. Provocando danni incalcolabili all’immagine del cattolicesimo già compromessa dagli scandali dei preti pedofili.

I rapporti tra la destra e i vescovi italiani, sono regolati da un tacito accordo. Da un lato il governo si impegna a non approvare le leggi che la modernità richiede, quali quelle sul testamento biologico, le coppie di fatto, la procreazione assistita e la ricerca sulle cellule staminali e dall’altro i porporati avvallano spiritualmente tutte le nefandezze che questo classe politica compie garantendovi una marea di voti.

Il voto cattolico in Italia, si sa, fa la differenza.

Per questo motivo la chiesa ha opposto una blanda opposizione alle leggi restrittive sull’immigrazione, ha detto poco o nulla sull’introduzione sul reato di clandestinità, ha accettato l’intervento militare in Afghanistan ed in Iraq.

Si è creato un sodalizio talmente forte, che dinanzi alla decomposizione morale e politica del Berlusconismo i porporati italiani non possono che rimanere in silenzio essendo invischiati con il potere attuale fino al collo.

La gerarchia vaticana è ancora contro l’uso del preservativo, contro l’aborto, contro il sesso prematrimoniale contro il divorzio, ma ha scelto come suo leader politico un uomo che ha umiliato tutti i precetti cristiani anche laicamente intesi.

Silvio Berlusconi è capace di organizzare feste nelle proprie ville in cui viene svilito il ruolo della donna, viene sovvertito ogni ordine morale ed etico e poi andare in televisione e raccontare tutto il contrario. Dinanzi a tutto questo la Chiesa cattolica che ha fatto della forza dell’esempio uno dei metodi di insegnamento del suo credo non proferisce parola.

Chi è capace di trasformare la propria casa in un lupanare ed avere (probabilmente) rapporti sessuali con ragazze minorenni, pur ricoprendo uno degli incarichi istituzionali più alti in Italia, è potenzialmente capace di tutto. Anche di compiere ben altri misfatti politici. Molti italiani se ne sono già accorti e se ne stanno accorgendo in questi giorni.

La Chiesa Cattolica che dovrebbe avere la più alta ed autonoma facoltà di giudizio, anche per la sua natura ultraterrena, e per l’autorità morale che forse ancora possiede, non si è resa conto di nulla. Non ha pronunciato parole chiare per stigmatizzare la nociva decadenza in atto.

Le parole di critica che provengono dall'Avvenire, il giornale dei Vescovi, sembrano tardive e deboli. Comunque non proporzionate alla sconfinata apertura di credito, che ha concesso il clero italiano all'esprerienza socile e politica del Berlusconismo di questi ultimi anni. 

E’ ora di aprire gli occhi. E’ ora di fare autocritica. E’ ora, per ci crede di andarsi a confessare.

La chiesa dovrebbe interrogarsi sulla scelta insana di aver appoggiato alcuni candidati politici, dovrebbe chiedersi se la strada neo temporale che ha intrapreso è quella giusta.

Al disgusto per la politica attuale e al sempre crescente astensionismo elettorale, corrisponde il calo delle vocazioni e la sempre minor presa dell’insegnamento cristiano nella nostra società.

Se le gerarchie cattoliche non riescono a delimitare il loro operato nell’ambito religioso e vogliono sconfinare ancora in quello politico, è giunto il tempo che la Chiesa e le sue propaggini sponsorizzino un altro premier (meno colpevole e meno peccatore).

Ma la chiesa si sa per tornare sui propri passi ci impiega dei secoli! 

Commenti all'articolo

  • Di Claudio Cilli (---.---.---.162) 19 gennaio 2011 13:51
    Claudio Cilli

    "Dio ti vede anche in cabina, Stalin no" (Guareschi). E’ passato un po’ di tempo da quando con questa minaccia di dannazione perenne la Democrazia Cristiana vinse, governò e affossò ogni speranza di diventare un paese civile, per cinquant’anni fino a Tangentopoli.


    Vaticano, IOR, Calvi, Sindona, affarismo, clientelismo (la raccomandazione di un alto prelato fa vincere ogni concorso) sono sinonimi. La quantità di voti che si possono orientare nel nome della Fede è impressionante.

    Che vogliamo farci? E il Vaticano è praticamente in Italia, non solo geograficamente, questa è la nostra Croce!

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