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"Le cronache di Sangshuping" o le sfumature del grano

Anche quest’anno si è ripetuto l’evento che vede protagonisti gli studenti dell’Università di Napoli “L’Orientale”, alle prese con l’opera dei commediografi Zhu Xiaoping, Chen Zidu e Yangjan. 

Sabato e domenica sera è andato in scena nel cortile di Palazzo Corigliano (Piazza San Domenico Maggiore) Le cronache di Sangshuping, per la regia di Lorenzo Montanini. Il progetto, ideato e coordinato dalla Prof.ssa Maria Cristina Pisciotta raggiunge così il suo nono anno e, con successo, impegna gli studenti di cinese prima nella traduzione del testo in aula, per poi passare alla messa in scena durante il laboratorio teatrale, unendo così pratica e teoria.

Questa tragedia, rappresentata per la prima volta a Pechino nel 1988 dalla Compagnia d’Arte Drammatica, ha ricevuto vari premi di rilevanza nazionale. Saranno quindi gli studenti a rappresentarla in prima assoluta italiana, permettendo al pubblico di assaporare un lavoro poco noto e mai messo in scena prima.

Le cronache di Sangshuping ci riporta in un remoto villaggio contadino tra gli altipiani di terra gialla del nord-ovest della Cina. Un villaggio che non è stato scalfito dal tempo e dalle circostanze storiche. Come un macrocosmo, Sangshuping racconta una storia senza speranza di donne la cui misera vita è caratterizzata da brutalità, repressione e ignoranza. Il loro tempo è scandito dal rintocco delle botte prese da padri padroni o mariti frustrati, e a questa vita così poco generosa non c’è scampo. Una storia nera quindi, che con il suicidio delle donne del villaggio spazza via il ricordo doloroso dei giorni pieni di sofferenza. Una vicenda senza possibilità di ritorno che dal ripetersi della storia non impara nulla.

Su quel immenso campo di grano che costituisce la scenografia a pianta circolare (ad opera di Francesco Felaco) e il cui colore giallo è simbolo della Cina di ieri e di oggi, con l’usuale alternanza delle lingue, cinese e italiano, tutti i riferimenti storici, i luoghi e la rigida gerarchia sociale e politica della cultura cinese vengono così amalgamati per diventare la Storia. E gli eventi, che toccano da vicino per la fragilità delle protagoniste femminili, non saranno altro che piccole storie nella Storia, dove i più deboli vengono sopraffatti dai più forti fino alle più estreme conseguenze.

Le scene, tra secchiate d’acqua, botte e urla, lasciano lo spettatore con l’impressione che al peggio non c’è mai fine. E come dargli torto?! 

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