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La stazione FS di Boscoreale (NA) e... lo stato resta a guardare

Il 19 febbraio 2008 una piccola realtà associativa della provincia di Napoli, denominata Stella Cometa, chiedeva a RFI di ricevere, con la formula del comodato d’uso, i locali e gli spazi disponibili nella vecchia stazione FS di Boscoreale (NA), per svolgervi attività legate all’ambiente, all’istruzione, alla cultura, all’aggregazione sociale e al tempo libero, rivolte agli associati e ai cittadini che avrebbero voluto aggregarsi al progetto “LA STAZIONE”. A sei anni di distanza quella che sembrava un’utopia agli occhi di tanti, è diventata invece una bellissima realtà, quindi si può anche affermare “missione compiuta”.

 
 

Il sogno è diventato realtà grazie solo ed unicamente alla forza di volontà di un manipolo di cittadini, che hanno dovuto affrontare difficoltà che sembravano insormontabili: in primo luogo c’era l’assenza totale di risorse economiche e poi c’è stato l’atteggiamento ostile dell’amministrazione comunale, che non ha mai consentito ai volontari della STAZIONE di operare in condizioni normali, né tantomeno li ha mai appoggiati.

Davanti alle porte dei locali, l’amministrazione comunale ha deliberatamente lasciato, per circa nove mesi dall’inizio dei lavori di bonifica e recupero delle strutture, sei contenitori di rifiuti che, per l’inciviltà di molti, erano sempre pieni ad ogni ora del giorno e della notte, con conseguente emissione di un fetore insopportabile e la proliferazione di formiche, scarafaggi e spesso anche topi.

Oggi, questo posto, che era stato utilizzato impropriamente dall’amministrazione comunale anche come una sorta di discarica illegale, nelle varie crisi dei rifiuti che si sono susseguite a più riprese, è ritornato alla civiltà. I volontari, dopo il rinnovo del consiglio comunale, hanno avvicinato il nuovo sindaco per chiedere un sostegno alle attività e al progetto LA STAZIONE.

Purtroppo fino ad oggi non hanno ricevuto nulla, se non delle visite di cortesia da parte del primo cittadino. Le richieste di aiuto nei vari anni, vista anche l’ostilità dell’amministrazione comunale dell’epoca, sono state inoltrate alla Prefettura di Napoli, al Ministero dell’Interno, al Presidente della Repubblica e a tante altre Istituzioni. L’unico risultato ottenuto, solo delle lettere di elogio, ma nessun aiuto concreto.

Se non si potevano, o non si volevano mandare contributi economici ai Volontari della STAZIONE, magari si poteva provvedere alla fornitura di arredi o suppellettili, o quella di apparecchiature come un videoproiettore, qualche vecchio pc ancora funzionante ma non più utilizzato nell’amministrazione pubblica, o si poteva anche intervenire sull’amministrazione locale e costringerla a non ostacolare più i volontari e invece nulla.

Questo comportamento dello Stato è incomprensibile per tanti e comunque la STAZIONE è diventata un SIMBOLO scomodo per tanti politicanti, poiché oggi in quella che era una vecchia e malandata stazione, alcuni cittadini temerari, facendo tanti sacrifici, hanno dimostrato che esiste ancora qualcuno che può occuparsi della gestione di un bene comune senza ricavarci nulla di personale e senza sperperare.

Attualmente nei locali si svolgono corsi di artigianato, pittura, ricamo, ceramica, informatica, lingua inglese, laboratori di balli, l’insegnamento di strumenti popolari, un’attività di ginnastica dolce, uno sportello di consulenza psicologica ed è stata allestita un piccola biblioteca con libri donati da privati cittadini, mentre i ragazzi e i giovani del quartiere usufruiscono gratuitamente di un bigliardino, un ping-pong e di alcuni tavoli con giochi vari.

Una domanda viene ora rivolta a tutti: dopo sei anni di INDIFFERENZA e spesso anche di silenzio, non è forse venuto il momento di dare sostegno concreto ai Volontari della Stazione, ciascuno per il ruolo che riveste?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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