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La solitudine ai tempi della globalizzazione

La solitudine ai tempi della globalizzazione

Care teste di capra, il liberalismo imperante ci sta distruggendo. La società intesa come unione collettiva non esiste più. Cento anni fa, la formula dominante del liberalismo era l’ideologia provocatoria e spavalda del "grande balzo in avanti". Oggi, è solo un tentativo di giustificare la resa. Il liberalismo odierno si riduce al semplice credo della "mancanza di alternative", abbiamo una politica che elogia il conformismo e sinceramente ci si può arrivare anche da soli, si ha forse bisogno della politica per uniformarsi?

La società non esiste più, esistono singoli uomini e singole donne che competono tra di loro. E non lamentiamoci se aumenta l’insicurezza personale, il disagio, la perdita del senso della vita e anche quella della morte. Come dice Bauman noi siamo diventati una società "liquida", ovvero debole, non più solida. Le regole non esistono più, i partiti sono vecchi e da superare, il lavoro è precario, la vita stessa è precaria, la nazione anche, lo Stato opprime e non esiste la Giustizia, la criminalità organizzata è dentro il tessuto sociale ed è ai vertici del potere decisionale, e quindi anche la nostra stessa esistenza si è "liquefatta".

Ogni tanto nascono dei movimenti improvvisi in cui si ritrovano momenti di unione e fratellanza, ma anche questi sono brevi, hanno una vita breve e subito dopo ci si ritrova di nuovo soli.


In una società degna del suo nome le sofferenze private devono essere pensate e vissute come problemi condivisi, comuni e politici.

Le politiche neo liberiste hanno esaltato le libertà dell’individuo eliminando il tessuto sociale ed eliminando del tutto la dimensione collettiva. Il risultato è che viviamo in solitudine, siamo semplicemente soli.

Ditelo a quelle madri che non hanno avuto ad esempio grande visibilità come i familiari di Cucchi e sono sempre di più messe ai margini!

E siamo tutti un po’ incarcerati.

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