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La scepsi dei “grillini”

Scepsi è una parola greca che si traduce ricerca, l’esatto contrario dello stare tranquilli e sereni, contenti di quello che già si ha. E’ la parola giusta per descrivere l’attuale fase attraversata dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che ha recentemente occupato il proscenio della politica con l’intervista del suo leader ad Annozero e con la successiva manifestazione di Cesena Woodstook 5 Stelle. E’, infatti, un senso di mancanza e di carenza, tipico della scepsi, quello che l’osservatore di questi avvenimenti percepisce chiaramente.

Il comico genovese (ma lo è ancora?) assomiglia certamente al ragazzino che, ne "Il re è nudo" di Ionescu, ha il coraggio di dire quello che tutti vedono e che nessuno ha il coraggio di dire. Dice che non è politica quella che per tale viene spacciata nel nostro Paese, che la selezione della classe politica è tale da darci più un gerontocomio che un sistema di rappresentanza politica, che l’unica cosa brillante è il giro di denaro che la politica si auto-distribuisce, che il cittadino è finito per essere un semplice accessorio, e così via. Però, più Grillo si addentra in queste volute del pensiero e più la sua scepsi sembra perdersi in una aporia (anche questo termine greco che indica la mancanza di una via percorribile, ovviamente in senso figurato).

Individuare questi problemi ed avere l’onestà intellettuale di esplicitarli è certamente gratificante, ma è facile: il difficile è analizzare Istituzioni e regole della rappresentanza politica ed indicarne i punti critici di funzionamento, ossia la causa di tali inconvenienti. Spacciare per risultati concreti della propria scepsi l’acqua che deve restare pubblica, la raccolta dei rifiuti che deve essere differenziata, l’energia che deve essere da fonte rinnovabile ovvero le retribuzioni di politici che devono ridursi perché così come sono costituiscono un insulto ai problemi economici della stragrande maggioranza dei cittadini, ebbene ciò equivale alla scoperta dell’acqua calda ed è indice che il Movimento 5 Stelle non riesce a realizzare di avere ancora un lungo cammino da percorrere.

E’ facile dire che vogliamo un mondo migliore, ma questa non è politica: è puerile banalità.

Forse i “grillini” dovrebbero scegliere un punto di partenza certo ed indiscutibile, come quando nei rilievi topografici si sceglie lo spigolo di un antico fabbricato come punto di riferimento; ad esempio la nostra Costituzione. E, fatta questa scelta, dopo aver sgombrato la mente da ogni forma di dogmatismo (non dovrebbe essere difficile per loro), potrebbero esaminare sino a che punto essa sia stata realmente attuata e dove i segni del tempo ne richiedano, usando una terminologia moderna, un restyling. L’esame delle attuali Istituzioni sarebbe l’immediata prosecuzione della scepsi e, di seguito, il sistema della democratica scelta dei rappresentanti dei cittadini.

Fatto questo percorso, avrebbero certamente una visione più ampia dei problemi del Paese. Ad esempio realizzerebbero che non abbiamo semplicemente il problema della privatizzazione dell’acqua, bensì che abbiamo l’immane problema dei monopoli di privati, che, dalle telecomunicazioni ai rifiuti, dai trasporti alle autostrade, dalla distribuzione dell’energia elettrica a quella del gas, e così via discorrendo, ha creato una casta di privilegiati, che, da decenni, si sta vergognosamente arricchendo alle spalle dei cittadini, con buona pace dell’Autority per la concorrenza. Ed ancora, si renderebbero conto che non sono solo i politici a godere di trattamenti economici a carico dell’erario vergognosamente elevati e che, anzi, vi sono una marea di dirigenti pubblici di tutti i tipi che guadagnano ancor più dei politici e senza fondati motivi (ad esempio basterebbe prendere conoscenza degli attuali stipendi erogati dalla Regione Sicilia). E così via. Ma si accorgerebbero anche che la cosa più grave è la manipolazione e la strumentalizzazione di un numero infinito di persone, trasformate da cittadini titolari di diritti e di doveri in mandrie di "animali da voto", da sacrificare quotidianamente sull'altare del dio "potere fine a se stesso".

Soprattutto, conosciute così facendo le cause del fenomeno, ossia del contesto di degrado civile, sociale ed economico in cui versa il Paese, sarebbe possibile indicare i rimedi da adottare per porvi rimedio; anche se l’attuale classe politica e dirigente del Paese difficilmente sarebbe d’accordo, così come il tacchino con l’arrivo del Natale. A questo punto, se mai ci dovessimo giungere, allora potremmo dire che la scepsi del Movimento 5 Stelle ha avuto il suo compimento.

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