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La riforma della Giustizia – Piccole storie di ordinaria follia

Si avvicina il varo della riforma del sistema giudiziario ed il fatto non poco entusiasmo ha sollevato in Gino, l’amico del vostro cronista spesso coinvolto in piccole storie di ordinaria follia di casa nostra.

L’ultima lo riguarda nella veste di automobilista e di assicurato per la responsabilità civile con la formula bonus-malus. Egli ha dovuto di recente pagare la rata annuale dell’assicurazione, maggiorata per un sinistro che lo ha visto tamponato da un mezzo a due ruote. Nessun danno alla macchina (la ruota del motorino ha colpito la gomma del paraurti posteriore, causando la caduta del centauro) e, data la dinamica dell’incidente, la ragione era sicuramente dalla parte di Gino. Vi era persino un testimone in grado di confermarla davanti al Giudice di Pace, questa dinamica.

Orbene, dopo tre anni di procedimento (ma i Giudici di Pace non dovevano sveltire i processi?), la sentenza: Gino e la sua assicurazione sono stati condannati perché un testimone di controparte ha asserito che l’incidente era avvenuto a causa di un improvviso cambio di carreggiata dell’autovettura di Gino.

Il fatto ha da più punti di vista sconvolto le credenze di Gino in materia di diritto della circolazione stradale. Innanzitutto egli ha sempre pensato che, in un tamponamento, la ragione fosse sempre e solo del tamponato, dovendo l’investitore mantenere una distanza di sicurezza da chi lo precedeva. E poi questa storia dei testimoni. Gino ha appreso che, di fatto, i testimoni decidono i processi come se fossero in possesso di incontrovertibili verità e che ben poca attività è svolta per accertarne l’affidabilità, al punto che il rischio di un procedimento per falsa testimonianza è estremamente remoto, anzi praticamente nullo. E tutti, alla bisogna, vanno alla ricerca del parente o dell’amico di turno, disposto a far da testimone.

Dall’esperienza fatta Gino ha dedotto che non vi è alcuna difesa da chiunque voglia farsi un poco di denaro a spese della sua assicurazione, la quale detto denaro lo recupera da lui ipso facto con il sistema del bonus-malus. Ma ora è pieno di entusiasmo perché è certo che la riforma della Giustizia porrà rimedio a tutti i suoi attuali mali, ivi compreso quello che ha portato alla sua condanna; e che quello che a lui è successo non succederà mai più a nessuno.

Sull’argomento un unico dubbio assale il vostro cronista: ma i politici dei “palazzi del potere”, quelli che tutti i santi giorni rilasciano una dichiarazione ai telegiornali, quelli che si occupano con impegno e perspicacia di ville a Montecarlo e di ville alle Antille, quelli che fanno a gomitate per piazzarsi dinanzi alle telecamere dei talk show, di questa piccola storia di ordinaria follia di Gino, ne sono a conoscenza? E la reputano interessante e degna di nota? Cambieranno l’attuale sistema giudiziario facendo in modo che punisca i colpevoli e che assolva gli innocenti, cosa che, res sic stantibus, non è che gli riesca sempre ?

In attesa della riforma della Giustizia, il dubbio permane; anche perché, stranamente, tutti si occupano dei guai giudiziari del premier, piuttosto che delle discrasie e dei malfuzionamenti del nostro sistema giudiziario. Dunque, ai posteri l’ardua sentenza.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.248) 20 ottobre 2010 18:45

    Quando c’è la prescrizione. A Ballarò il direttore Sallusti (Il Giornale) ha candidamente rivelato che nel 1994 ricevette (tramite suoi cronisti) copia dell’ordine di comparizione emesso dalla Procura di Milano nei confronti di Berlusconi. Atto "uscito" illegalmente dai locali della Procura. Versione del tutto diversa da quella raccolta all’epoca dai magistrati inquirenti. E allora? Non è successo niente: il reato è ormai prescritto. Fare informazione non significa difendere senso e valore di Parola e Merito ... 

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