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La politica, l’ovvio dei popoli e il governo di irresponsabilità nazionale

In piena crisi, che si consuma al buio, non smettono di fiorire le ulteriori idiozie, in questo eterno teatro dell’assurdo, di signori ex-nessuno, in veste di Ministro o Sottosegretario.

Così Sandro Bondi, in risposta al crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei, declina qualsiasi responsabilità, fingendosi estraneo.

Come è noto, infatti, il decadente cantore del Premier, non occupa quel ruolo cui ricondurre inadempienze, mancati controlli e inesistente tutela dei beni culturali.

E’ il solito atteggiamento dell’attuale governo di irresponsabilità nazionale e dei suoi appartenenti.

Le responsabilità non possono mai essere ricondotte ai diretti interessati, grazie al solito, immutato vizio di scaricarle su altri, in un continuo rimando.

Tutto accade, sempre, a loro insaputa e loro malgrado.

E’, dunque, un governo di irresponsabili: per quel che farneticano e per quel che raccontano di aver fatto.

Alla seconda Conferenza nazionale sulla famiglia, che si celebra in questi giorni, dopo aver accuratamente evitato la presenza inopportuna di chi, da tempo, non è più titolato a recitare omelie su questo tema, il Sottosegretario Carlo Giovanardi (forse nella sua veste comica di Giò Van Hardy, erede di Oliver) ha sermoneggiato: “Scienza e biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore, con una identità certa paterna e materna", e – non contento - ha poi aggiunto: "La rottura della diga costituita dalla legge 40 aprirebbe la porta a inquietanti scenari, tornando a un vero e proprio Far West della provetta dove, fin dal primo momento, il concetto costituzionale di famiglia andrebbe irrimediabilmente perduto”.

Un linguaggio pervaso dall’imperante oscurantismo di chi si dimostra incurante d’una realtà sempre più distante dalla sua personalissima narrazione o ascetica visione. Il solito discorso ostile che diventa invettiva, lontana da scienza e coscienza, di un uomo sempre pronto a flagellarsi e, nel contempo, mortificare il corpo delle donne (sempre assenti o escluse da questioni che riguardano i loro corpi e la loro dignità) sull’altare sacrificale d’un credo assoluto e cieco.

L’altro sermoneta, Ministro Maurizio Sacconi, mette al rogo tutto quel che si discosta dalla famiglia “fondata sul matrimonio e orientata alla procreazione”. Poco importa se la casistica, moderna ed attuale, vede la crescente presenza di famiglie mono-genitoriali, famiglie con figli adottivi, famiglie che hanno procreato al di fuori del matrimonio (perché, caro Ministro, anche sposarsi costa quanto fare dei figli), famiglie allargate e via discorrendo.

E poco importa se non si fanno figli, anche per non dar loro la disgrazia e la miseria d’essere poi governati da eminentissimi esponenti oltranzisti del secolo scorso.

Intanto il Presidente del Consiglio e il suo fedelissimo proconsole romano Umberto Bossi (leader maximo dell’ovvio dei popoli che vitupera lo Stato di cui, sino a prova del contrario, fa parte, seppur da comprimario) fanno visita alla “Provincia veneta”, per dispensare promesse e rassicurare le popolazioni (come in Abruzzo?) martoriate da un disastro che, ovviamente e (quasi) naturalmente, non troverà alcun responsabile per lo stato di incuria e per il trascurato riassetto territoriale e idro-geologico di un’Italia che frana, si allaga, crolla, sprofonda e va a pezzi.

E, in questa assoluta desolazione, c’è ancora chi temporeggia e stenta a credere e capire che, ormai, tutto questo culturame e queste macerie, rappresentano l’unica (in)degna sepoltura per tutti coloro che hanno contribuito a generarle, con le loro favolistiche parole, opere ed omissioni.

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