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La ’ndrangheta (seguito della sesta parte)

"L’impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata è emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall’impressione suscitata da un dato crimine o dall’effetto che una particolare iniziativa governativa può suscitare sull’opinione pubblica."

Giovanni Falcone

La sesta parte della mia piccola inchiesta sulla ’ndrangheta risulta incompleta. Ho preso ad esempio una piccola storia di un imprenditore romano che ha avuto il coraggio di non rispettare il pizzo, e ha avuto delle devastanti conseguenze. Risolte solo con l’ausilio dello Stato ed ho precisato che era stato l’unico episodio in cui è soccorso in maniera concreta e incisiva.

Ma la collusione mafia-Stato è davvero spaventosa. E all’epoca la Santa era ancora agli albori. Oggi è entrata nel sistema. Ma nonostante tutto c’è chi osa ribellarsi.

In Calabria, 12 anni fa un imprenditore edile di Catanzaro, ha avuto il coraggio di rifiutarsi di pagare il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche angherie, assunzioni pilotate, forniture di materiali e di manodopera imposta da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, nonché costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso, regali di appartamenti, e acquisto di autovetture.

Ha osato denunciare esponenti della ’ndrangheta e anche della politica locale. Grazie a questo uomo coraggioso sono fioccate le condanne, nei confronti di esponenti delle famiglie ‘ndranghetiste più potenti e pericolose, ma anche nei confronti di un giudice Consigliere di Stato.

E ora la sta pagando cara, conduce con la sua famiglia una vita precaria, vivono in una località segreta, e la cosa inquietante è che gli è stato revocato il programma di protezione.

Rischia di morire.

Avevo ricevuto una lettera e ho deciso di pubblicarla, leggete e traete voi la conclusione:

Salve sono un’amica di Pino Masciari.

Pino era un imprenditore calabrese che, quasi dodici anni fa, denunciò tutti coloro che gli chiedevano il pizzo, politici compresi. Ebbene, da allora, lui e la sua famiglia hanno smesso di vivere, si sono trovati a fare i conti, non solo con la mafia, ma con uno Stato che non tutela le poche persone oneste che hanno il coraggio di schierarsi apertamente contro questa (riferimenti più approfonditi sulla sua storia può trovarli sul suo blog www.pinomasciari.org).

L’unico appoggio che hanno ricevuto è arrivato dalla gente comune, che ha cominciato ad avvicinarsi alla loro storia e a offrire loro amicizia, sostegno, aiuto e, in casi estremi, persino protezione, almeno tanta quanta un corpo umano può fornire frapponendosi tra un proiettile e il suo bersaglio...

Proprio così, perchè, nonostante l’ultima relazione della Commissione Anti-mafia affermasse che Giuseppe Masciari è il testimone di giustizia più importante d’Italia, lui e la sua famiglia sono stati esclusi dal programma di protezione e, nonostante il ricorso al T.A.R. del Lazio gli conferisse il diritto di usufruire di tale servizio in attesa della pronuncia della sentenza, ci sono momenti in cui questo viene a mancare, in parte per inefficienze, in parte per giustificazioni assurde. Io stessa ho "scortato" Pino assieme ad altri due ragazzi, dalla località in cui vive a Catanzaro, affinchè potesse partecipare a una conferenza sulla lotta alla mafia.

Ora però Pino e sua moglie Marisa sono stanchi, stanchi di dover passare la vita a difendersi da tutto e da tutti, stanchi di nascondersi, stanchi di dover scontare una pena alla quale nessun tribunale li ha mai condannati e che non meritano, stanchi di continuare a pagare con le loro vite il prezzo della loro onestà e integrità.


Pino ha deciso che, in un modo o in un altro, la sua vicenda debba concludersi, il 7 aprile comincerà lo sciopero della fame e della sete http://www.pinomasciari.org/2009/03/dico-basta-voglio-vivere-pienamente-o-morire/

Questo è quello che vuole fare, al telefono mi ha detto che andrà fino in fondo, perchè ormai non ce la fa più. E che, se vorranno, faranno qualcosa, altrimenti nel giro di pochi giorni, sarà tutto finito...

E’ da tanto che lui e Marisa non ce la fanno più. Le loro giornate, i loro discorsi e le loro vite ormai ruotano attorno a questa o a quell’altra delibera da impugnare, alle inefficienze del servizio di protezione ecc ecc...

Hanno rosicchiato via loro la voglia di vivere, come tarli che erodono una quercia, lentamente, da dentro la scavano e, dopo anni di lavoro, della quercia è rimasta solo la corteccia, sorretta da radici che, veramente Dio solo sa come, stanno lì e tengono botta.

Ma anche le radici più profonde non riescono a reggere all’infinito tutto quel peso. E io temo il momento in cui cederanno.

Ci tenevo a fornirle un pallido ritratto della situazione, per darle un’idea di quello che potrebbe succedere se, anche stavolta, dovesse finire tutto in un buco nell’acqua. E le assicuro che, dopo aver letto tutto questo, l’immagine che si potrà essere fatto sarà molto sbiadita rispetto alla realtà, l’ho vissuto sulla mia pelle.

Credo che la cosa più sconvolgente di tutte sia che loro pensavano di combattere la mafia e si sono trovati contro lo Stato.

Chiedo scusa per la confusione che regna nella mia mail, ma è veramente difficile riuscire a condensare una vita in poche righe e fissare certi sentimenti con le parole.

So benissimo che la sua è considerata "una storia difficile", perchè coinvolge in pieno lo Stato e ne mostra non le lacune, ma le voragini di fronte a una piaga endemica come la mafia. Rimango, tuttavia, speranzosa nella sua capacità di comprendere che questa non è solo una storia difficile, ma è la storia di Giuseppe Masciari, Pino per gli amici, di Marisa Salerno, di Ottavia e Francesco Masciari, è la storia di quattro persone, che, volenti o nolenti, si trovano a combattere una guerra che è anche la mia, la sua e di tantissime altre persone che neanche li conoscono ed è una storia della quale spetta a ognuno di noi contribuire a scrivere un finale, ognuno secondo le sue possibilità, nel bene e nel male.

La ringrazio molto per l’attenzione, con tantissima speranza.

Quel giorno d’Aprile 2009 dopo un’ intera giornata di sciopero della fame e sete, Masciari fu convocato dai funzionari di governo ricevendo delle riassicurazioni.

Ad oggi è ancora senza scorta.

Forse perchè non si è limitato solo a denunciare la mano armata, ma anche quella dei colletti bianchi?

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