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La manipolazione del consenso

Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del nemico.
E chi parla del nemico è lui stesso il nemico.

Bertolt Brecht

Questo è il titolo di un bellissimo libro di Noam Chomsky dove spiega in maniera semplice e diretta come il potere, attraverso i media, riesca ad ottenere il consenso dalla popolazione per fare tutte le porcherie che vogliono.

La madre di tutte le menzogne è il famoso attacco a Pearl Harbor. Ecco, care teste di capra, già state pensando a complotti vari, già credete che vi dica che in realtà non c’è stato nessun attacco. Non è proprio così, e allora vi spiego meglio.

Durante la presidenza Roosevelt, l’opinione pubblica statunitense era in massima parte contraria all’entrata in guerra, mentre per i vertici politici-economici rappresentava l’occasione di assumere la leadership del mondo. Occorreva dunque un evento traumatico che portasse a urlare vendetta. Lo strangolamento del Giappone, privato dei rifornimenti petroliferi, spingeva inesorabilmente la nazione del Sol Levante verso lo scontro diretto con gli USA.

E ovviamente i funzionari americani tutto questo se lo aspettavano. Ci credo, provate a levare il mangiare ad una persona, lei prima o poi si scaglierà contro di voi e vi sbranerà.

Gli Usa furono avvertiti addirittura dall’autorità Peruviana, la quale aveva ottimi servizi segreti operanti in Giappone, che i nipponici si sarebbero preparati ad attaccare la base di Pearl Harbor. Insomma la base fu messa già da tempo in allarme. Gli statunitensi vi lasciarono solo vecchie corazzate, obsolete e praticamente inutilizzate nella seconda parte del conflitto.


Quello di Pearl Harbor fu un deliberato, cinico inganno di proporzioni colossali, volto a "conquistare i cuori e le menti" di una società civile indecisa o addirittura avversa. Sacrificarono duemila uomini per ottenere lo scopo.

Pearl Harbor fu solo l’inizio della strategia dell’inganno. L’elenco risulta infinito: l’autoaffondamento del Maine nel porto dell’Avana per avviare la guerra contro la Spagna che avrebbe permesso agli USA di assumere il controllo dei Caraibi, il falso incidente nel Golfo del Tonchino per la guerra in Vietnam, la messinscena del "massacro di Timisoara" con l’esposizione di cadaveri di indigeni presi dall’obitorio e messi "in posa" per le strade, i sacchi di cocaina a casa di Noriega (era farina per fare tamales) durante l’invasione di Panama costata la vita a migliaia di civili.

Oppure per giustificare la guerra del Kossovo, l’esposizione di fosse comuni di kossovari attribuite ai serbi, per poi saper che era esattamente l’incontrario.

L’elenco sarebbe lunghissimo ma ho voluto mettere in risalto "l’invasione" di Pearl Harbor per far capire come riescono a manipolare il consenso. E ricorda molto 1984 di Orwell, dove si viveva in un perenne stato di guerra del tutto inventata. E così controllavano la popolazione.

E così è adesso.

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