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La maggioranza degli assenti ed il governo dei pagherò

Ieri la maggioranza è andata sotto sulla votazione per l’articolo 1 della legge comunitaria, un passo falso che potrebbe costare molto caro alle truppe berlusconiane, che sono compatte in aula solamente per votare la fiducia al governo, per far passare le leggi ad personam, i vari conflitti di attribuzione, processi breve e leggi bavaglio ma non quando si devono decidere provvedimenti importanti per i cittadini.

Nella maggioranza erano assenti 27 parlamentari del Pdl, 6 dei “responsabili” , 4 del gruppo misto riconducibili alla maggioranza e 2 della lega nord, tra cui nomi di peso come Denis Verdini, l'ex ministro Claudio Scajola, il legale di fiducia del premier Niccolò Ghedini, il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, Mario Valducci leader dei 'Club della Libertà'. Qualcosa sta succedendo, la lega non è più tonica come un tempo, non sostiene più come una volta il suo alleato Silvio Berlusconi, ieri il partito di Bossi ha anche annunciato che voterà sì in giunta per le autorizzazione a procedere all’arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa, coinvolto nella vicinda della P4.

Il Pdl ormai è un partito balcanizzato si divide in correnti e mille rivoli, tra ex forzisti, ex aennini, scajolani, alemanianni,frattiniani, alfaniani, matteoliani, suddisti, socialisti, cattolici e liberali, l’ex maggior partito italiano e’ suddiviso in piccole tribù indiani, rissose e disordinate.

Berlusconi, ieri, dopo l’esito disastroso delle votazioni è arrivato come una furia a Montecitorio, incredulo per l’autolesionismo della sua maggioranza, ha tirato le orecchie ai capogruppo Cicchitto e Reguzzoni. Forse gli ha contestato il fatto di non essere capaci di far funzionare l’aula nonostante la forsennata campagna acquisti di deputati che lui in persona ha portato avanti al mercato del peone ignoto.

Ma come farà una maggioranza in tale condizioni a votare una legge finanziaria da 47 miliardi di euro che dovrebbe ottenere oggi l’avvallo del consiglio dei ministri? Semplice scaricherà tutte le proprie responsabilità a chi verrà dopo.

Infatti i notabili che si riuniscono ciclicamente nel maniero di Palazzo Grazioli hanno deciso di spalmare la manovra finanziaria in 4 anni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. Cosa di non poco conto però, hanno previsto che i tagli per quest’ anno siano solo di 2 miliardi, quelli per il 2012 di 5 miliardi, lasciando le sforbiciate più sostanziose per il 2013 e il 2014, quando il prossimo governo in carica ( molto probabilmente non di centrodestra) dovrà sfrondare dal bilancio statale spese pari a 20 miliardi per ciascun anno.

Ma come è possibile una cosa del genere? E’ come andare al ristorante ordinare i piatti più costosi del menù per poi dire al cameriere che pagherà chi verrà dopo. E’ questo un atteggiamento serio? Sicuramente no, che lo faccia poi il governo di uno dei paesi più indebitati al mondo diventa molto preoccupante. La situazione greca no docet. 

Fatta così la legge finanziaria rasenta il ridicolo, perché contiene norme che non agiscono nell’immediato ma si è scelto di posticipare tutti i problemi al futuro, preferendo i facili annunci dell’oggi alla serieta’ di misure volte ad un immediata riduzione del debito pubblico.

Ma come fa ad andare avanti un governo che si regge sul voto di parlamentari “mercenari”, dei propri ministri e sottosegretari costretti con la forza a restare in aula, un esecutivo dilaniato dalle lotte intestine, con un leader in drammatico calo di consensi noto più per le sue declamante prestazioni sessuali e per la capacità di sfuggire alla legge che non per la capacità di guardare in faccia la realtà dei fatti?

Ai posteri, gli stessi posteri che dovranno pagare gli oneri della legge finanziaria 2011 l’ardua sentenza. 

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