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La libertà di decidere: il Papa si dimette

Ci sono notizie che vanno al di là del tempo e della storia. Notizie così di impatto che è difficile persino ritenerle vere. Il Papa si è dimesso. Alle 11:46 dell’11 febbraio 2013 l’agenzia di stampa Ansa ha fatto sapere al mondo che Benedetto XVI dopo meno di 8 anni dalla sua elezione il 28 febbraio del 2013 lascerà la guida della Chiesa Cattolica.

Si potrebbe discutere sul perché: c’è chi opta per cospirazioni e scheletri nell’armadio e chi invece vede solo un uomo in difficoltà. Una cosa è certa, in 2013 anni sono davvero pochi i pontefici che hanno fatto una scelta di questo tipo: Celestino V nel 1294 e Gregorio XII nel 1415 (la storia ne conterebbe altri tre, seppur in tempi remoti e con esiti incerti, Ndr).

Un evento storico, quindi, a prescindere dalle singole individualità. Un evento che probabilmente tra 500 anni qualcuno studierà sui libri, magari avendo risolto qualcuno degli interrogativi che in queste ore circolano nell’aria.

Persino il suo predecessore, Giovanni Paolo II, ritenuto da molti il Papa più “mediatico” della storia avrebbe immaginato di fare un gesto come questo nei tempi e nel modo in cui è stato fatto. E non tanto per i contenuti ma proprio per la forma usata.

Una notizia di questa rilevanza è stata data in latino (!), a cornice di un evento “normale” per un Papa come quello del concistoro per la canonizzazione dei martiri d’Otranto, quasi come se non fosse qualcosa di importante. Quasi a volere fare credere che “è normale dare le dimissioni da Papa” e che non c’è niente di strano a farlo così con poche parole in un contesto quasi “privato”.

A prescindere dai perché, è questo l’aspetto che oggi a caldo colpisce di più e che ha spiazzato molti, persino nell’entourage papale: “È stato un fulmine a ciel sereno”, è stato detto. Qualcuno potrebbe non credere a queste frasi, spesso ritenute di circostanza ma la forza di questa gesto è eclatante. Benedetto XVI da capo della Chiesa ha deciso di dimostrare la sua umanità e di farlo con l’aspetto più affascinante ed entusiasmante che l’uomo ha a disposizione: la libertà di scelta. Quel libero arbitrio che per molti secoli sembrava un ostacolo ed un nemico per la Chiesa, è diventato uno strumento a disposizione di tutti, persino del Papa.

Sarà tutto un complotto, sarà un gesto irresponsabile, sarà un modo per insabbiare qualcosa di più grande? Non si sa, sicuramente quello di ieri è stato però un gesto umano, un gesto che va a sottolineare i limiti di chi invece per secoli era ritenuto pari a Dio e quindi per questo “privo di qualsiasi confine”, sia in termini di ricchezza che di potere. Ora ci saranno settimane di discussioni: chi sarà il nuovo Papa? Cosa nascondono davvero queste dimissioni? La Chiesa saprà rinnovarsi? Alcune delle risposte sarà il tempo a svelarcele, ma resta il fatto che forse nel momento in cui la Chiesa è più in difficoltà e sembra distante anni luce dalle persone, qualcuno, il suo massimo rappresentante, ha deciso di mostrare la sua faccia più umana, lontana da anelli, sfarzi e pellicce che per buona parte del suo pontificato erano stati il simbolo tangibile della lontananza da una religione intima e poco sfarzosa. Ed è davvero curioso che a fare questa “rivoluzione” sia proprio Il teologo, il Papa poco capace di parlare ai cuori ed alle telecamere ma naturalmente predisposta a studiare libri, codici e misteri della fede. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.138) 12 febbraio 2013 20:17

    Anche le notizie che circondano le dimissioni del Papa sembrano disorientate e disorientanti. Forse il fatto che a memoria d’uomo si ricordano tutti i papi sul letto di morte fino alla fine fa’ si’ che diventi molto difficile commentare e relazionare su questa notizia.

  • Di (---.---.---.123) 13 febbraio 2013 12:53

    condivido a pieno quanto letto ,ma sono molto colpita dalla solitudine che ho avvertito nelle parole scelte per l’ANNUNCIO! Giovanni Paolo aveva il futuro Benedetto su cui contare, Sappiamo tutti, infatti, quanto incisivo e fondamentale sia stato il lavoro di quest’ultimo per sorreggere il papato del Polacco fino alla fine e tutti abbiamo costatato la continuità nel sottolineare l’importanza dell’unità dei cattolici.Ho riflettuto tanto sul disorientamento che provavo ma il sentimento preminente che ho provato e provo è il dolore per quest’uomo lasciato solo ad affrontare sfide ciclopiche!non possiamo, da credenti, che pregare per Benedetto e per la Cristianità affidando allo SPIRITO SANTO il futuro sapendo con certezza che le forze del male NON PREVARRANNO!!! Silvana

    • Di Sara Pulvirenti (---.---.---.107) 13 febbraio 2013 17:24
      Sara Pulvirenti
      L’articolo come ha visto non entra nell’analisi delle motivazioni delle dismissioni...secondo il mio parere si possono contare sulle dita delle mani. Quello che personalmente mi ha colpito non è tanto la solitudine quando il fatto che il Papa, per secoli considerato una figura capace di decidere delle sorti di molte persone, quasi avesse un potere illimitato, abbia nei fatti palesato un limite: che sia fisico, indotto o politico non saprei dirlo, resta il fatto che un uomo ha tirato il freno di una "macchina" ritenuta da millenni in costante e continuo movimento. Grazie Silvana per avere letto l’articolo ed avere lasciato il suo commento.

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