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 Home page > Tribuna Libera > La fine di Gheddafi: questione di giorni o di ore?

La fine di Gheddafi: questione di giorni o di ore?

L’ultimo messaggio del Rais, questa volta solo in audio, ha i toni del testamento spirituale.
Il destino della Libia possiamo ormai considerarlo separato da quello del Colonnello.

Nel suo cronologicamente ultimo messaggio, sembra d'intuire una rassegnazione che fa presagire che sia, se non veramente l'ultimo in assoluto, almeno uno degli ultimi comunicati che avremo da lui. Il fatto che si sia presentato solo in audio con una telefonata alla TV libica, potrebbe confermare la notizia che Gheddafi padre è ormai asserragliato in un bunker in attesa della sua "ultima battaglia" come ne dà notizia Al Arabiya.

Non mi stupirebbe se nel giro di pochi giorni arrivasse la notizia ufficiale della morte del colonnello Muammar Gheddafi in una battaglia contro i rivoltosi. Il Rais che esce di scena da eroe e martire come aveva proclamato di voler fare o molto più probabilmente la sceneggiata finale, inevitabile "omaggio" che gli concederanno i suoi eredi prima di prendere ufficialmente in consegna quello che resta del suo "regno".

Diversi segni fanno intuire che di fatto quello che rimane delle forze del Colonnello sia ormai in mano dei figli, con particolare peso di Saif Al Islam che ha gettato via il manto dell'agnello, di Khamis comandante della 32esima brigata composta di 5000 uomini fedelissimi al regime e della bella Ayesha, figlia minore e unica femmina, avvocato già leader del collegio difensivo di Saddam Hussein, Luogotenente Generale dell'esercito e nota per essere la mediatrice degli attriti familiari.

In questa ottica possiamo capire che la resistenza ad oltranza per mantenere Tripoli non è solo un atto simbolico ma una precisa strategia per permettere la riorganizzazione delle forze rimanenti, sia in termini militari che di controllo di risorse economiche, di territorio ed alleanze.

Tripoli è il nodo finale e strategico delle risorse energetiche libiche, qui si riuniscono le condotte di petrolio e gas che vengono sia dall'ovest della nazione, sia dalla ormai liberata (e in via di riorganizzazione) Cirenaica.

Non solo per ragioni di "fratellanza" quindi si sta organizzando "un'armata" che dall'area di Bengasi si dirigerebbe verso Tripoli in soccorso agli insorti della capitale.

E non si tratta di un'Armata Brancaleone ma è composta oltre che da volontari, da ex militari passati con i ribelli e non è nemmeno da escludersi che vi siano consiglieri militari egiziani giunti insieme con gli aiuti umanitari inviati dalla nazione vicina a cui non dispiacerebbe spingere la sua influenza nell'area.

Nel caso non auspicabile ma probabile di un prolungamento della crisi su lungo termine, con la spaccatura della Libia, la tenuta della Cirenaica con un rapporto collaborativo con l'Egitto, potrebbe permettere il passaggio di risorse petrolifere verso il mercato internazionale. E l'Europa dovrebbe iniziare a prendere in considerazione l'ipotesi.

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