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La destra che mai fu e mai sarà

Che giorno memorabile il giorno in cui il Presidente della Camera osò puntare il dito contro il ‘dominus et deus’ del partito del quale, a sentir lui, era il cofondatore! A molti, perfino a quelli che a destra non avevano mai votato, sembrò che un nuovo sole era spuntato al posto di quell’astro morente che stava trascinando - a dir il vero lo sta facendo tuttora - in un buco nero tutta la Nazione. Furono in molti a quel tempo a pensare che una nuova destra era nata, conservatrice sotto alcuni aspetti, per quanto riguardava le politiche familiari, per esempio, ma orientata anche su nuovi orizzonti nel campo delle politiche sociali, una destra dal “volto umano” insomma. Tuttavia, il tempo rivelò che l’Italia non sarebbe uscita così facilmente dall’impasse politico e culturale in cui il berlusconismo trentennale l’aveva sapientemente e spudoratamente introdotta e immersa, fino a farla sprofondare. E giorno dopo giorno il Bel Paese “rovinava in basso loco”… sempre di più!

Quello che si sta consumando in questi giorni è l’ennesima sconfitta morale di questo Paese. Non bastava avere un Presidente del Consiglio che tutto fa tranne che governare - e a questo punto menomale che non lo fa - oppure un’opposizione che semplicemente non si oppone, oppure, udite udite, con un popolo di imbelli che sbandierano il 110 e lode (le persone talentuose si ritengano escluse dalla critica) e poi è pure troppo se parlano e scrivono correttamente la loro medesima lingua, che pensano a calcio, veline, reality e altre facezie, che il massimo a cui possono aspirare nella vita è solo apparire, e che un bel giorno si svegliano e dicono “se non ora, quando?” io avrei detto “meglio tardi che mai!”, visto che i risultati erano facilmente immaginabili dove saremmo andati a finire già dai tempi in cui la portentosa macchina della propaganda berlusconiana incominciava a renderci degli idioti propinandoci la classica maggiorata in versione porno soft che con il labbro tumido e il petto strabordante esclamava al fantozziano di turno: “ma Signor Berluschi!”

E sì, ne è passata di acqua sotto i ponti! Eppure, se il tempo si dimostra sempre galantuomo, noi, tra “uomini e donne”, ci siamo dimostrati proprio l’esatto contrario. Ma torniamo alla destra di Fli, o quello che sempre più ne rimane; prima parlavo di ennesima sconfitta morale, non tanto per il fatto che la Magistratura ha chiesto di processare il premier per reati infamanti e abominevoli per chiunque abbia una reputazione semirispettabile, figuriamoci per la più alta carica dello Stato de facto, ma per il fatto che proprio da quella destra, dalla quale doveva venire la scintilla della salvezza del Paese, arriva il più svilente e deludente messaggio che un moribondo, quale il nostro Paese è, possa ricevere. Che in Fli non tutti fossero dei grandi statisti integerrimi e probi ce n’eravamo accorti, anche perché a plaudire al megalomane quando fondava il Pdl e a cantare “menomale che pinco pallino c’è” non c’ero certo io, ma loro, tuttavia in molti avevamo sperato che forse era venuto loro il sentimento, ed invece, dapprima con il caso vergognoso della ‘fiducia’ il 14 dicembre avuta per varie defezioni in Fli e nell’Idv – altra grande vergogna – ora, per il caso dei processi al premier, il quale rischia seriamente di essere definitivamente estromesso dalla politica se non colma per bene il gap che lo separa dall’opposizione. Le defezioni che stanno avvenendo in Fli dimostrano che il problema morale in Parlamento è serissimo, oserei dire, una vera emergenza, e a questo punto da questa gente il cambiamento non verrà mai!

Aveva ragione Mario Monicelli quando diceva che questo Paese ha bisogno di una rivoluzione, invece qui tutto finisce a prebende e bustarelle per i corrotti e al consenso per il grande corruttore. “Dicono eh, poi io non so’ manco d’accordo”, citando un grande italiano, che di grande ha anche il cuore, giacché ha devoluto - rumores currunt - all’ospedale Meyer di Firenze il suo compenso di 250mila euro, avuto per la sua serata all’ennesima edizione della “fiera delle inutili vanità” dalla quale salvo solo la sua performance. Parlo di Roberto Benigni.

Alcuni giorni fa poi, quelli di Fli hanno davvero dimostrato di che pasta sono fatti molti di loro quando hanno detto che mai sarebbero andati con i comunisti. Basta! Con queste idiozie non si ricostruisce il Paese e la Nazione. Ci siamo tutti illusi! Questa gente non può costruire nessuna nuova realtà né tantomeno imitare gente come De Gasperi, La Pira, Berlinguer, Almirante, Moro e Pertini. La prima Repubblica è andata, la seconda non esiste, io aspetto la Repubblica… quella vera.

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