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Il populismo anti Ue, l’"Europetta" e l’influenza da "Est"

In questi ultimi mesi grazie ad una crisi che non accenna a uscire di scena, il populismo di stampo nazionalista è salito alla ribalta. Un populismo che, in passato, aveva anche fatto sfoggio di una plateale ignoranza storico-politica mostrando intenzioni di portare avanti ad oltranza la politica di abbandono della Ue sic et simpliciter. Un fatto questo, favorito dall'imperterrita inefficienza e noncuranza di una Unione, la cui unica politica comunitaria sembrava, e sembra tutt'ora, esser solo l'Euro e tutto ciò che attorno ad esso ruota. Ma in queste formazioni di destra anche il loro antieuropeismo non sembra più esser così "antieuropeista" come prima; qualcosa è cambiato. È un bene? 

La Ue sembra solo esser interessata all'economia che favorisce solo le grandi aziende e le multinazionali, dalla finanza all'industria - come il "caso Juncker" ha mostrato - dimenticando in toto i 500 milioni di abitanti che nella Ue vi vivono - e molti non tanto bene. Da qui il concentrarsi attorno ai partiti nazionalisti di gente che non vede - ormai da tempo e a ragione - di buon occhio la Ue e le sue politiche "ad oeconomiam particularem". Ma queste destre, specie quelle della Le Pen e della Lega, sono sì anti Ue ma non più antieuropeiste tout court come prima; lo sono sempre, intendiamoci, ma questo atteggiamento ne risulta molto smussato e sicuramente sempre diretto verso la Ue, ma non più verso un qualche futuro sistema europeo comunitario. Tuttavia, se qualcosa è cambiato, il loro cambiamento è genuino? Chi può esserci dietro questo repentino cambiamento? Perché?

Sabato Renzi, ospite di Lucia Annunziata, ha detto : 

"La verità è che Salvini sta facendo una bellissima scommessa per la sua parte; scommette sulla rabbia e la disperazione. Io scommetto sul coraggio".

Il problema, riguardo alla rabbia e alla disperazione, non è scommetterci sopra ma il continuare ad ignorarle. Cosa che le destre, molto argutamente, fanno credere di non fare, Salvini in primis, e questo spiega anche l'impennata del suo consenso. Ma potrebbe esser solo un'operazione di facciata!

Che strana la Lega! Un tempo ce l'aveva con i "terroni"; poi con gli immigrati ed ancora con i meridionali insieme a loro; successivamente con gli immigrati e i migranti; ora a tutto ciò si era unito, fino a poco fa, l'antieuropeismo sfegatato - dove latente dove manifesto a cavoli e convenienza propria; poi, è intervenuto uno strano ed ambiguo "italico" nazionalismo che tende ora ad abbracciare lo stivale tutto, da convertire più sempliciticamente ad un federalismo "unitario".

Ma non erano quelli che volevano usare la bandiera come carta igienica?! A tutto ciò poi si aggiunga lo strano rapporto dialettico con l'Euro e l'Europa. Si deve uscire dalla zona euro e dalla Ue, o bisogna crearne un'altra riformata con due sistemi monetari diversi?

Qualche tempo fa, Matteo Salvini ha prospettato l'idea che ci debba essere in Europa un Euro A ed un Euro B. Il primo per i paesi dell'Europa più evoluti e stabili, il secondo per i paesuculi del Sud del continente. La Padania però, a parer di Salvini, avrebbe avuto diritto di appartenere alla zona A. Quindi non più uscita dalla zona Euro, ma una moneta europea divisa su due livelli? Insieme a ciò si unisce anche lo slogan di un'"Europa dei popoli", un'idea alquanto vaga, in bocca ai leghisti. Ma si sa, le parole scorrono a fiumi, ed a volte si accavallano spesso quando dette da quelli del Carroccio, e sovente negano quanto detto qualche tempo prima.

Ad ogni modo, molto semplicemente, è la voce dell'innocenza senile a pronunciare la vera sentenza su tutto questo portentoso - si fa per dire - cambiamento nella politica di pate delle destre europee, francesi e italiane, nella fattispecie. A parlare è il presidente onorario di quello che è de facto, come è stata la stessa Lega Nord, un partito a gestione familiare, Jean-Marie Le Pen. L'ex legionario ha espresso parole di apprezzamento su Matteo Salvini:

"(Egli è) l'artefice dell'evoluzione della Lega, che ad un certo punto si era rintanata nell'ipotesi un po' utopistica (noi diciamo anche 'iper-stupida') della Padania... ha capito che la Lega aveva un futuro soltanto come movimento nazionale. Quindi, dopo l'addio un po' fragoroso di Bossi è stata questa la nuova direzione della Lega. Salvini ha avuto sempre buoni rapporti con il Front National e un po' si ispira alla nostra lunga esperienza. Il Front è il modello dei movimenti nazionali in Europa, il suo obiettivo è la costruzione di un'Europa delle nazioni dall'Atlantico al Pacifico, da Brest a Vladivostock". (fonte Ansa)

Un momento! "Brest" significa "Bretagna", che per estensione qui significa anche "costa atlantica", mentre "Valdivostok" significa "costa del Pacifico", ma anche "Federazione russa", ossia lo Stato più vasto della Terra, nazione le cui potenzialità economiche spaventano gli Stati Uniti più della stessa Cina, per la chiara ascendenza sulla vicina Ue e sui suoi mercati.

Fin dallo scoppio della crisi ucraina, è venuto fuori in modo stridente uno dei veri problemi di questa Ue: i.e. la sua ulteriore mancanza di incisività poltica sul piano internazionale, ma che continua a dimostrare, seppur in modo indiretto, la sua incapacità di maturare e realizzare de facto un potere politico unitario, centralizzato e volto ad affermare la volontà di un'unione che è sempre più lungi dal realizzarsi, per chiara endemica problematica poltica intranazionale che si ripercuote sul piano internazionale. Gli Stati membri, sono, dove più dove meno, preda di poteri trasversali nazionali ed internazionali che dominano la politica degli Stati membri determinandone perfino l'incisività sul piano politico internazionale europeo unitario.

Intendiamoci, ho sempre caldeggiato l'idea di una Europa forte su tutti i piani; un'Europa dei popoli con al centro sì l'economia, ma quella dei popoli che vivono nella Ue - non solo delle aziende e dei suoi gruppi di potere nazionali, intranazionali e multinazionali - per un' unione "mazziniana", libera, unità nell'identità europea, così come conscia delle proprie differenze ma differenziate su un piano diverso rispetto a quello unitario, e forte delle sue molteplici origini: greco-romane in primis, giudaico-cristiane in secundis, germano-romanze in tertiis ed in ultimis anche in altre ancora - visto il suo poco producente ulteriore ampliamento.

L'idea di una Ue - non per forza questa - che abbracciasse anche la Federazione russa, nonché tutti i territori dell'ex Unione Sovietica, sebbene da collocare su un piano di "partenariato speciale", onde evitare ruoli prevaricatori dei suddetti Stati nella politica dell'Unione, data la loro estensione territorile, la loro demografia e la loro potenziale offerta economico-energetica - specie della Russia - è cosa di cui non faccio mistero, mi sarebbe davvero risultata gradita, ma stiamo chiaramente parlando di politica da favola. detta altrimenti "fantageopolitica".

La realtà potrebbe esser invece un'altra, oltre a quella che è gia: ossia che la Ue sia ormai da tempo in scacco allo strapotere geopolitico americano, della Nato sul piano militare, della stessa politica globalizzante degli Usa sul piano economico che trascende inevitabilmente nella politica nazionale dei singoli Stati che determinandone a sua volta quella europea comunitaria; a ciò si aggiunga, per l'appunto, che la realtà in fieri potrebbe esser che la Russia finanzi le destre ed i partiti antieuropeisti allo scopo di riformare la Ue, ed indebolirla allo stesso tempo, soprattutto in chiave antiamericana e pro euroasiatica in generale, e pro Russia in particolare, minandola ulteriormente ancora di più sul quel poco di piano unitario che si è riusciti a raggiungere fin'ora.

Potrebbero esser queste destre dunque la chiave per una "nuova Europa dei popoli"? Niente di più falso!

Innanzitutto, il pensiero portante dei rappresentanti delle destre europee, da Salvini alla Le Pen e altri - oltre quello di cacciare gli immigrati e di soliti slogan di destra - risulta davvero poco chiaro, specie quando parlano di "Europa dei popoli" e politica monetaria, biascicando quando una cosa quando un'altra.

Il mio appassionato parere è che questa Ue sia da riformare senza influenze dall'esterno ad essa, ma per sopraggiunta volontà politica propria, scevra di interessi extraeuropei, siano essi americani o euroasiatici, o russi nella fattispecie. Per di più, un' Europa non più natocentrica, periferia dell'America, ma prona al volere del Cremlino, prevalentemente come suo spazio di mercato per venderci dentro le immense ricchezze energetiche della vasta Siberia euroasiatica, è cosa altrettanto controproducente quanto aberrante di questa "Europetta piccina picciò", specie nella situazione di endemica debolezza politica in cui versa sul piano intraeuropeo già ora.

Perciò il mio personalissimo diktat non potrebbe che esser questo e niente meno di questo: dietro la metamorfosi politica di certe destre, id est quelle del Front National e della Lega si nasconde quanto di peggio potrebbe esserci: non la convinzione politica per il bene dei popoli della Ue ma la convinzione dettata dal consenso comprato dal Cremlino, al caro prezzo anche di diffondere l'odio verso capri espiatorii improbabili: non sono certo gli immigrati ed il welfare nazionale i problemi endemici di questa Ue - sia che si parli di Francia, Italia, Regno Unito, Germania o altri - ma la sua politica, e le sue destre non ne sono esenti, per di più, specie se sono finanziate da potenze straniere.

Che nella Ue ci siano dei "traditori" della volontà sovrana dei popoli dell'Unione, financo nei suoi burocrati, è lapalissiano, ma il cambiamento non viene certo da convinzioni e politiche indotte e comprate a suon di rubli, rubli che serviranno anche a mettere d'accordo i due, i tre e quanti saranno gli aderenti a questa fantomatica destra europea, che è lungi dall'esser chiara su cosa voglia realmente fare di efficace per risollevare il continente. Ed è verosimile che mai lo sarà. Specie se i prodromi sono di tale natura pecuniaria e corruttrice.

Un cambiamento radicale del continente europeo e la riforma della Ue non passano per la destra europea; certamente non questa.

No, grazie!

 

Foto: Matteo Salvini/Facebook

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.107) 1 dicembre 2014 10:42

    Sono d’accordo sulle conclusioni, anche se ho dubbi riguardo al percorso che porta a queste conclusioni. Secondo me, la cosa più indicativa è l’affermazione di Le Pen: "...ha capito che la Lega aveva un futuro soltanto come [...] quindi, [...] è stata questa la nuova direzione della Lega".

    Come dire: "non riesco a vendere computer, quindi vendo patate". Non c’è un’idea politica, ma solo la ricerca della sopravvivenza del partito e della propria carriera. Un’eventuale "aiuto" da est, comunque, rientrerebbe perfettamente in questo ragionamento.

    Dove ci può portare un venditore di pentole o di patate?

  • Di (---.---.---.41) 1 dicembre 2014 18:53

    Per quanto riguarda l’aspetto "nazionale" della strategia Salvini, credo che cavalcare temi caldi come l’antieuropeismo e l’immigrazione, sarà quasi certamente produttivo dal punto di vista elettorale, ma non servirà a risolvere i profondi problemi economici dell’Italia. Vedremo se "l’energia travolgente" di Salvini si tradurrà in un partito nazionale e non in due mezze leghe. In quanto all’Europa, la destra estrema può tentare di demolirla, ma non avrà, a mio parere, nessuna possibilità di cambiarne la politica dall’interno.

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.41) 1 dicembre 2014 19:04
    Giacomo Nigro

    Per quanto riguarda l’aspetto "nazionale" del fenomeno Salvini, credo che cavalcare temi caldi come l’antieuropeismo e l’immigrazione, sarà quasi certamente produttivo dal punto di vista elettorale, ma non servirà a risolvere i profondi problemi economici dell’Italia. Vedremo se, "l’energia travolgente" e il tentativo di nazionalizzare la Lega di Salvini, si tradurrà in un partito nazionale e non in due mezze leghe.
    In quanto all’Europa non vedo, al momento, possibilità di agibilità politica delle destre estreme all’interno del Parlamento europeo, hanno solo intenzioni distruttive e nulla di costruttivo.

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