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 Home page > Attualità > Società > La crisi italiana e lo spettro dell’inflazione

La crisi italiana e lo spettro dell’inflazione

Tanti dibattiti e polemiche non tengono conto di alcune caratteristiche fondamentali del nostro Paese

La crisi.
Dibattiti infiniti, sempre ex post. Polemiche politiche. Politiche che sollevano polemiche. Polemiche su politiche non attuate.
E’ solo americana. E’ globale. Riguarda solo le banche. Riguarda solo la grande industria. Riguarda l’economia reale. L’Italia. E’ messa peggio. E’ messa meglio. Si riprenderà prima e meglio.

Atteniamoci a fatti oggettivi.

Il mondo del lavoro italiano è uno dei più garantiti in assoluto. Chi ha un contratto a tempo indeterminato nel privato, a meno di una crisi aziendale, è difficilmente licenziabile. Una grossa fetta dei lavoratori a tempo indeterminato è poi formata da dipendenti pubblici, che non rischiano il licenziamento nemmeno quando la fanno grossa.

Chi sta soffrendo la crisi in maniera molto forte è la fascia dei lavoratori a termine, precari, disoccupati o vittime di chiusure di stabilimenti. Una parte importante ma purtroppo non tanto numerosa (e rumorosa) da farsi sentire. Perciò diventano solo polvere da mettere sotto il tappeto, in attesa che passi "a nuttata".

Ma c’è un passaggio che sfugge alle analisi odierne.



Quando questo periodo di crisi mondiale passerà, oltre a un nuovo ordine economico e all’eliminazione (auspicabile) di qualche eccesso della finanza (non solo nelle retribuzioni dei manager), si verificheranno quasi sicuramente alcune situazioni:

aumento dei tassi di interesse;
aumento dei prezzi delle materie prime (petrolio in primis) e dell’inflazione in generale (in percentuali superiori al 5/6).

Non occorre essere economisti per capire che sono le stesse condizioni che stanno facendo sì che l’esercito dei garantiti non senta più di tanto il fiato sul proprio collo. Mutui a tassi accettabili (anche se gli spread aumentano) e prezzi in discesa non sono poi così negativi per chi uno stipendio sicuro ce l’ha.

Con le rate dei mutui (o dei prestiti al consumo) in crescita, e l’impennata dei prezzi delle materie prime e conseguentemente dei beni di consumo, la crisi, pur avendo davvero alle spalle il suo picco massimo, dispiegherà in Italia tutta la sua potenza. E saranno dolori perché ad essere coinvolta sarà la maggioranza assoluta degli italiani, non solo i più deboli.

Arriverà allora il vero esame per il governo e per le forze politiche italiane.
Fino ad allora continueremo con le polemiche e le schermaglie politiche, perché non si pensi che qualcuno stia preparandosi per quello che succederà tra qualche anno..

Commenti all'articolo

  • Di Cristiano Fantinati (---.---.---.141) 5 maggio 2009 11:58

    Penso possiamo stare tranquilli perchè, a rigor di logica, non ci dovrebbe essere nessuna ripresa.
    Nel medio-lungo termine, la ripresa ci sarà solo nei paesi emergenti e sarà molto lenta, perchè questi paesi dovranno crescere solo con la domanda interna.

    Nelle economie mature per il popolo la pacchia è finita.

    • Di uno (---.---.---.102) 5 maggio 2009 21:41

      Ma vorrei essere milioni e poter segliere il meglio di loro.
      In quanto che la pacchia è finita, come tutte le cose di questo mondo, cominciano e finiscono, con l’agravante che la nostra piccola terra è piccola giustamente per tanto che le si esige. E non è necessario dica che in tanti anni si sono sucedute varie forme di vita. 
      Mi dispiace se posso sembrare pessimista ma non sono un attore ne un fabulatore ne voglio mettermi in mostra, solo stò consumando il tempo senza pretese di cambiare nessuno. Ê che quando leggo qualcosa sono stimolato a semplificare. La noia di sentire molte stupidaggini é deprimente. 
      Oggi ho annoiato un po io nel vostro interessante giornale, forse per un po solo leggerò. Ciao uno.
       

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