Uno dei primi a capire quale tsunami devastante stava per colpire la finanza e l’economia mondiale è stato il Ministro Giulio Tremonti, che lo scritto in più saggi.
E ne ha anche compreso l’essenza etica: «La crisi che viviamo non è in specie solo una crisi economica. E’ soprattutto una crisi sociale e morale» (da La paura e la speranza, editore Mondatori); «Un nuovo tipo umano che non solo consuma per vivere, ma che esiste per consumare. Un soggetto che pensa come consuma e consuma come pensa, per cui i vecchi simboli civili e morali sono sostituiti dalle icone e dalle immagini commerciali» (da Rischi fatali); «…. nel conto della globalizzazione spinta dal mercatismo va messa la fondata e generale previsione di un disastro ambientale, un disastro capace di erodere alla base le ragioni stesse della nostra sopravvivenza sulla terra» (sempre da La paura e la speranza).
Insomma, come il popolo ebraico durante l’Esodo, siamo diventato idolatri; e, come gli ebrei adorarono un vitello d’oro, noi ci siamo prostrati dinanzi al mercatismo e dinanzi al denaro, sprezzanti dell’uomo e dell’ambiente in cui viviamo.
Vediamo ancora i top manager statunitensi incassare stratosferici bonus dalle Società, da essi amministrate e, di fatto, portate alla bancarotta; vediamo nella vita di tutti i giorni professionisti che non riescono a sviluppare le proprie potenzialità perché preoccupati solamente dei loro guadagni, e non dei risultati conseguiti nell’assistere i loro clienti; vediamo riproporre l’utilizzo di combustibili fossili e, persino, dell’energia atomica, senza preoccupazione alcuna degli effetti sull’ambiente; e tanti altri comportamenti del tutto privi di fondamenti etici.
La crisi finanziaria ed economica dovrebbe essere utilizzata per riconoscere la falsità degli idoli, che abbiamo oggi scelto di adorare; e per ritornare alle parole dette da Protagora, un greco vissuto duemilacinquecento anni orsono: Di tutte le cose misura è l’uomo: di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono.
Commenti all'articolo
Di fms
(---.---.---.82)30 marzo 2009 11:29
ha! affermare che tremonti dovrebbe guidarci contro l’immoralità del consumismo è come dire che lucifero ha guidato il popolo ebreo in fuga dalla schiavitù degli egizi.
Di Frattaglia
(---.---.---.127)31 marzo 2009 00:12
Allende già negli anni settanta diceva di guardarsi dalle multinazionali e dalla globalizzazione... guardate che fine gli hanno fatto fare. I falsi idoli sono proprio quelli che adesso vedono, analizzano, studiano, propongono teorie, scrivono libri e ci dicono dove è stato fatto il danno e hanno anche il coraggio di proporsi come la cura. Questi economisti che fanno i saccenti davanti alle telecamere con giornalisti pronti a sdraiarsi pur di fare
domande non troppo invasive e complicate.
Poi scusate.... CRISI MORALE? Ha il coraggio di parlarci di crisi morale? E riesce anche a sostenere che l’uomo è materialista? Proprio lui, lui che fa parte di un governo la cui ricetta ai problemi è quella di insultare le persone incitandole ogni volta al consumo? Solo la mondadori poteva avere il coraggio di pubblicare un libro così...
Di Rocco Pellegrini
(---.---.---.2)31 marzo 2009 00:14
Guarda quanto guadagna Tremonti in un anno e capirai che si tratta di un inganno quel che dice.
Uno che da 40 euro al mese ai poveracci e si mette in tasca quasi 4 milioni di euro, come risulta dalla dichiarazione dei redditi parlamentare, è sicuramente un ingannatore. Non è Mosè è un vero fariseo.
Per poter abbattere i falsi idoli innanzitutto bisogna abbattere Tremonti.