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La burocrazia ostacola lo sviluppo

Scrive il Presidente di Confindustria di Agrigento che la burocrazia ostacola le dinamiche imprenditoriali. Questa è solo una parte di verità.

Se la mafia inibisce lo sviluppo, la burocrazia ostacola le poche dinamiche imprenditoriali, le banche rastrellano qui i risparmi per sostenere lo sviluppo delle imprese del nord. Ma qui ci sono troppi capitalisti senza capitali ed appaltatori che, come parassiti, si “attaccano” alla finanza pubblica.

Il Presidente Catanzaro indica nella burocrazia il sassolino che impedisce alla macchina del sistema economico di “funzionare”: è solo una parte di verità. Due anni fa, con una grande iniziativa da parte di Confindustria, è stato annunciato un piano di interventi ed investimenti che avrebbero aiutato fortemente l’economia, i profitti ed i redditi di lavoro.

Prime pagine piene, telegiornali esaltanti, il nuovo corso di interventi finanziari: ma, ancora oggi, manca una verifica di ciò che è stato realizzato di quel programma, di quanti investimenti ha potuto beneficiare la nostra provincia e quanto lavoro è nato in conseguenza di esso.

Si ha notizia soltanto delle iniziative della Moncada Energy Group ed in particolare del progetto “work for life” che tanti giovani sta coinvolgendo.

Se la competizione passa attraverso i sistemi strutturali ed infrastrutturali, se questa si fonda sulle idee- forza che valorizzano le vocazioni di un territorio, se essa si afferma attraverso l’investimento di capitale di rischio, ma se essa non ha una burocrazia veloce, nella sua azione mancano i presupposti perché in questa competizione Agrigento possa starci e possa misurarsi con i propri valori, con i propri tesori e con il proprio know how.

Non c’è una politica buona ed una cattiva. Se è vero che la provincia, oramai, ha una navigazione a vista per il conflitto interno alla sua maggioranza tra i capi che stanno fuori ed i gruppi che stanno dentro, se il governo della regione ha le stesse problematiche ed i comuni hanno una vita accidentata dalla stessa patologia… è chiaro che tutto è ma, sicuramente, “non è la politica del fare”.

E non è vero che se tutti responsabili, nessuno è responsabile.
Tre assessori regionali sono di Agrigento, un ministro di prima fila è agrigentino, le dinamiche politiche nazionali e regionali hanno protagonisti di primo piano in uomini della politica agrigentina: come mai questa provincia non riceve dai suoi figli il riscontro della loro potenza?

Nel salutare il Prefetto Postiglione che se ne va, riconosciamogli il merito di aver tentato di ricondurre ad un unico tavolo i protagonisti della vita politica, economica ed istituzionale di questa provincia. Non per fare analisi inflazionate da convegni e conferenze di ogni tipo ma per mettere in cammino progetti condivisi tra le forze sociali, per accedere a quelle “risorse in attesa“ che l’Europa tiene disponibili proprio al fine di far uscire le aree depresse dalla marginalità economica.
Il Prefetto ha potuto realizzare poco non perché non abbia avuto la forza ma perché ognuno dei soggetti si è fatto “anguilla” ed era impossibile, quindi, concretizzare la sua idea di Patto per lo sviluppo.

Ognuno nel salutarlo dovrebbe sentirsi mortificato per avere in parte, piccola o grande che sia, ostacolato quell’azione generosa.

Quindi caro Presidente di Confindustria... sì la burocrazia, ma tutto il resto non è meglio.

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