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La Strage di Piazza Fontana: prima della bomba

Un mio piccolo Dossier che sarà a puntate per ricostruire gli eventi provocati dalla Strage e magari instillerà il dubbio in chi è convinto della verità processuale sulla morte di Pinelli, di Calabresi e delle condanne verso gli uomini di Lotta Continua. Ovviamente senza prove, ma ripercorrendo gli avvenimenti storici. Io, noi, possiamo dire "Io so, ma non ho le prove". Ma non i magistrati che senza prove hanno accusato e poi condannato. Prima del fatidico 12 Dicembre c'erano stati altri eventi di sangue. Ricordiamone alcuni: 

Prima del 12 Dicembre del 1969 era come se tutti si svegliassero da un lungo sonno: gli operai misero in discussione bruscamente la loro condizione, c'erano le contestazioni davanti ai cancelli; le rivendicazioni non erano soltanto sindacali ma politiche. 

Le dimostrazioni e i cortei, a spinte di centomila per volta, paralizzarono le città, le vaste azioni di volantinaggio che chiedevano la partecipazione di tutti, ai sit-in di operai in tuta, alle serrate, alle sospensioni, agli scioperi che, cominciati con quello generale del 25 settembre '69, si susseguono con ritmi precisi ai primi schieramenti di polizia armata davanti alle fabbriche. 

E tutto questo mentre, quasi a firmare un accordo di lavoro comune, per la prima volta gli operai entrano all'università, e si arriva allo sciopero generale in tutta Italia (15 ottobre), allo sciopero generale di Milano per il caro-vita con gran comizio di sindacati al Lirico; e la data è il 19 novembre, il giorno degli incidenti provocati dalla polizia e della morte di una guardia celere.

C'erano i movimenti extraparlamentari che portavano istanze nuove, facevano inchieste, si occupavano delle carceri. A Milano nel 1962 lo studente Ardizzone, ammazzato dalla polizia durante la manifestazione di solidarietà con il popolo Spagnolo; poi, nel 1966, c'era stata la morte di Paolo Rossi all'università di Roma e quindi l'eccidio dei braccianti uccisi dalla polizia ad Avola nel 1968 e i dimostranti vittime delle forze dell'ordine a Battipaglia l'anno seguente. 

Troppe rivendicazioni sociali, prima del 12 Dicembre, c'erano state. E questo timore da parte delle forze reazionarie non era nemmeno tanto velato, come non era velata "l'angoscia del colpo di Stato". Si percepiva nell'aria che dovesse accadere, prima o poi, il botto.

Gli strateghi della tensione stavano lavorando già a puntino; basta con questi operai che mandano alla rovina il paese, basta coi disordini, le pretese e gli ingorghi del traffico, basta col caos, non è ora di finirla con questi gruppuscoli extraparlamentari che si infiltrano nelle fabbriche, coi cattolici di sinistra che inquinano il governo? 

E si fanno ad alta voce e sui giornali i discorsi che si facevano da due anni più o meno sottovoce: ci vuole la mano forte, il pugno di ferro, l'uomo forte e, perché no?, i colonnelli. Al tempo dei fascisti certo non c'erano gli scioperi. Insomma il "caos" generale non prometteva nulla di buono per il Potere. E quindi serviva che bisognasse fermare tutto questo a qualsiasi costo.



Il novembre del '69 porta lo sciopero dei metalmeccanici a Roma, ma anche i primi arresti e le prime denunce: le denunce diluviano (erano quattordicimila in tutta Italia), mentre centomila erano i metalmeccanici che in piazza del Duomo protestano per l'arresto di quattro operai. Il 9 dicembre si firmò l'accordo tra il sindacato metalmeccanici e l'Intersind. 

Il 25 aprile 1969 gli anarchici sono accusati e poi assolti di vari attentati alla fiera di Milano. Un anarchico di nome Paolo Braschi (morto recentemente per un incidente stradale mentre era in bicicletta) testimoniò che venne invitato durante un interrogatorio dal commissario Calabresi a buttarsi dalla finestra.

E poi un maledetto pomeriggio di freddo, il botto, arrivò.

Il 12 Dicembre del 1969 la bomba scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana, uccidendo diciassette persone (quattordici sul colpo) e ferendone altre ottantotto. Non fu l'unica bomba che esplose: ma ve ne furono ben cinque anche a Roma. La Magistratura, con l'ausilio della famosa questura di via Fratebenfratelli, subito spinse le indagini verso la pista anarchica.


CONTINUA 

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