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La Roma di Pier Paolo: mostra su Pasolini al Palazzo delle Esposizioni

Fino al 20 luglio 2014 sono esposte opere e materiali inediti dal 1950 al 1975 che raccontano della poetica del maestro attraverso lo sfondo meraviglioso della Città eterna.

Molto probabilmente, nel panorama italiano dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, non c'è una figura che meglio incarni l'idea contemporanea di intellettuale come Pier Paolo Pasolini.
Poeta, scrittore, autore, regista teatrale e di cinema, filosofo: Pasolini fu autore e personaggio anticonvenzionale, di quelli capaci di scontrarsi contro lo status quo e l'omologazione, di sfuggire ai biechi conformismi imposti dal sistema e alla falsa morale, senza alcuna remora, convinto com'era che nel tempo dell'inganno universale dire la verità fosse un atto rivoluzionario.
 
Nacque e studiò a Bologna, Pier Paolo. Ma il suo destino e la sua poetica sono inscindibilmente legati a Roma: figlio adottivo della Capitale, città in cui si trasferì con la madre nel 1950 per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia della sua omosessualità, Pasolini amò la Città eterna svisceratamente. E non fu la Roma della dolce vita, ma la Roma delle borgate e del sottoproletariato urbano che svelò al grande pubblico, portando sotto la lente d'ingrandimento le condizioni di una certa parte della società italiana costantemente analizzata nelle sue opere.
 
Quella Roma è oggetto della mostra organizzata al Palazzo delle Esposizioni, dal 15 aprile al 20 luglio 2014. Il focus principale della visita consiste nella città vista dall'obiettivo del maestro: articolata cronologicamente in sei sezioni - dal 1950 fino all'anno della morte, il 1975 - l'esposizione propone un percorso lungo un quarto di secolo, il cui fil rouge è l'incredibile vitalità creativa di Pasolini. Si ritrovano i luoghi in cui ha vissuto, dove ha ambientato il suo cinema e i suoi romanzi, si riscoprono la poesia, le persecuzioni ma anche l'impegno politico e le lotte per la città.
 
Tutto in una mostra mai tanto completa ed esaustiva, ricca di materiali inediti o poco trattati come disegni e dipinti, lavori che convivono e comunicano con una galleria ideale di pittori contemporanei che Pasolini amò e descrisse con precisione nelle sue opere: Guttuso, omaggiato in una poesia apparsa senza titolo su Rinascita nel 1962, Morandi, che per stessa ammissione di Pasolini ispirò una scena di Accattone, e molti altri (Mafai, De Pisis, Rosai). A fare da sfondo c'è la sua Roma, come non è mai stata raccontata finora. La Roma in cui visse, amò e soffrì fino alla tragica scomparsa avvenuta nel 1975, quando il suo corpo venne trovato senza vita sul litorale ostiense; eppure l'intellettuale visionario Pasolini sopravvive ancora oggi nell'attualità del suo pensiero e grazie alla sua arte a tutto campo.
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