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La Polverini deve dimettersi

Alla fine è andata come doveva andare a tarallucci e vino o meglio a suon di coppiette e vino dei Castelli. Renata Polverini non si è dimessa, Mario Abbruzzese il presidente del consiglio regionale del Lazio è rimasto al proprio posto ed i consiglieri del PDL continueranno a ricevere i loro 13000 euro mensili di stipendio. Forse da oggi alla Pisana prima di spendere migliaia di euro in cene a base di ostriche e champagne (rimborsate dal contribuente italiano) ci penseranno due volte, nel giro di qualche mese però, se non si farà tabula rasa, il sacco della casse pubbliche tornerà come prima e più di prima. Nel Lazio come nelle altre regione d’Italia.

Il PDL regionale, la giunta e la Polverini stessa devono reputare i cittadini laziali dei minorati mentali se pensano davvero di essersela cavata con un po’ di equilibrismo politico: tanti proclami, zero fatti ed una spending review, tardiva quanto inefficace. Davvero credono che il balletto sulle dimissioni della presidente sia bastato? Davvero ritengono che avendo gettato tutte le colpe sul Batman di Anagni si siano risarciti i cittadini laziali?

E quando verranno ripartite le congrue responsabilità senza scaricare tutto su un uomo solo? Chi restituirà tutti i soldi spesi indebitamente? Che fine farà il SUV che il gruppo del Pdl si era regalato senza che nessuno se ne accorgesse?

Davvero il PDL pensa che avendo sostituito Andrea Battistoni con Chiara Colosimo, l’ex cubista del Gilda che nel 2010 si faceva intervistare con alle spalle un murales dedicato a Corneliu Zelea, fondatore della guardia di ferro rumena e noto sostenitore del nazifascismo si possa ricominciare? Non scherziamo. La giunta Polverini ed il Consiglio (delegittimato) del Lazio devono andare a casa. Bene hanno fatto i consiglieri del PD, dell’IDV e di SEL a dimettersi in massa per ostacolare i lavori d’aula e stigmatizzare la situazione. L’UDC li dovrebbe seguire, facendo in modo che si indicano nuove elezioni, al più presto.

Come si fa a convincersi che in un paese dove i giovani fanno i salti mortali per trovare un’indipendenza dignitosa, una 26enne come la Colosimo eletta nel listino bloccato della Polverini, quindi senza prendere nemmeno un voto che pochi mesi fa “ci concesse” il rifiuto all’auto blu mentre è accusata di aver preso 200.000 euro dal Capogruppo Franco Fiorito possa rappresentare il volto nuovo del PDL e del cambiamento?

Tutta la credibilità è irrimediabilmente consumata, le lacrime della Polverini non bastano a “metterci una pezza”, è tempo di soluzioni drastiche ed esemplari. Quelli dei festini greco-romani, delle spese non rendicontate, dei fondi pubblici usati per uso del partito o peggio personale non devono ricoprire più nessun incarico.

Dopo lo scandalo sui rimborsi ai gruppi dei Consigli regionali (dopo il Lazio sembra che tocchi alla Campania), sui giornali di centro destra ( e non solo) per giustificare e coprire le malefatte dei politici, fioccano le analisi su come bisognerebbe tagliare o abolire le regioni per risanare le casse dello stato e reprimere la corruzione. Dopo anni di slogan per il federalismo, per dare più poteri ai territori, sarebbero le regioni (e non le province) gli enti da togliere di mezzo. Una cosa è certa non sono le Regioni che non vanno, sono i politici corrotti, inadeguati ed incompetenti che non funzionano. Aboliamo loro. Aboliamo le loro diarie, i loro rimborsi, i loro privilegi, le loro auto blu, facciamoli diventare gente comune al servizio della gente comune e manteniamo le Istituzioni. Una volta che tutta la pletora di parassiti sarà messa nelle condizione di non nuocere anche le Province e le Regioni potrebbero diventare un modello di efficienza. Incominciamo dal Lazio: Presidente Polverini con il suo stuolo di consiglieri, commissioni speciali, e consulenti si accomodi alla porta.  

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