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La Polonia futura regina d’Europa?

Crescerà del quattro per cento nel 2011 grazie anche agli investimenti europei. Ha un piano di sviluppo energetico e infrastrutturale, e oggi attira grandi investimenti dall’estero. L’Italia è in prima linea.

Se la Germania è considerata la locomotiva d'Europa, con le stime di crescita del Pil che sfiorano il 3%, c'è un paese dell'Est che sembra non invidiare molto la solidità tedesca: la Polonia. I prossimi campionati europei del 2012 saranno un traino prezioso per il rilancio economico del paese, che secondo le stime di Marcin Mrowiec, capoeconomista di Bank Pekao Sa (gruppo Unicredit), potrebbe crescere del 4,4% nel 2011 (previsioni ridimensionate al 3,4% per l'Fmi).

Gli investimenti nel paese sono trainati dal contributo dell'Unione Europea di oltre 81 miliardi di euro tra fondi strutturali e sussidi all'agricoltura e pesca fino al 2013, che incidono in media sul 3,3% del Pil polacco. Tra i paesi pronti ad approfittare del buon andamento della Polonia come occasione per fare business non poteva mancare l'Italia. In vista dell'atteso Campionato Europeo la Cimolai di Udine, azienda specializzata in acciaio, partecipa alla realizzazione del futuristico stadio nazionale di Varsavia (55 mila posti al coperto), vero simbolo della rinascita polacca. Su 81 miliardi totali in arrivo dall'Ue, 25 sono destinati all'ammodernamento delle infrastrutture, dalla rete ferroviaria ai canali navigabili. Giuseppe Cafiero, vicepresidente del gruppo Astaldi, che partecipa alla costruzione di alcuni lotti autostradali ed alla realizzazione della seconda linea della metropolitana di Varsavia, sottolinea "la grande serietà del paese che facilita molto gli investimenti stranieri".


Euro 2012 non solo favorirà le occasioni per gli investitori nel campo infrastrutturale, ma anche nello sviluppo del settore telematico e informatico di internet a banda larga. Interessante inoltre il ramo energetico, dalle rinnovabili alla tutela ambientale. La Polonia dipende ancora troppo dall'utilizzo del carbone e intende puntare sul rilancio delle centrali nucleari e lo sfruttamento delle fonti alternative, considerate meno invasive per la salute del territorio. Altre opportunità sono offerte dal settore alberghiero (tutto esaurito per Euro 2012) e ospedaliero. Un ulteriore testimonianza della rinnovata affidabilità industriale offerta dalla Polonia è l'assunzione da parte di Mc Kinsey (un colosso della consulenza finanziaria) di un centinaio di ricercatori per fornire consulenza in Europa e su altri continenti.

A ciò va aggiunta una transizione politica dal comunismo tutto sommato ben gestita e un buon grado del livello di istruzione. In sintesi la Polonia detiene il secondo posto in Europa, dopo la Finlandia, per numeri di posti di lavoro generati da investimenti diretti dall'estero.

La presenza italiana in Polonia, oltre ai casi di Astaldi e Cimolai sopra indicati, è molto forte. Non si limita agli insediamenti storici della Fiat a Tychy e Bielsko-Biala: ci sono Unicredit con Banka Pekao Sa (la principale del paese) e la Ferrero. Intesa Sanpaolo invece è interessata all'acquisizione di una quota di Polbank (oggi in mano alla greca Eurobank Egasias, pronta a cederne una parte). La Brembo investirà 85 milioni di euro per potenziare il suo impianto di Debrowa Gornicza, che produce freni a disco. La Lampre a Kutno produrrà lamiere prerivestite. Senza contare Indesit a Lotz, Finmeccanica che ha acquisito un anno fa un'azienda elicotteristica polacca e l'Eni impegnata con la Snam nella costruzione del terminal di rigassificazione presso il porto di Swinoujiscie sul Mar Baltico. Dal 2004 è sbarcato anche il gruppo Marcegaglia, con 210 addetti nello stabilimento di Prazska, che si occupa della produzione di condensatori per il settore elettrodomestico, refrigeratori e pannelli coibentati per l'edilizia. Nell'ottobre 2010 il gruppo ha inaugurato un impianto siderurgico (tubi e laminati in acciaio) presso Kluczbork, con un investimento di 120 milioni di euro, che garantisce una produzione annua complessiva di 300 mila tonnellate e dà lavoro a 300 addetti.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.118) 26 gennaio 2011 11:17
    Damiano Mazzotti


    In Polonia le cose funzionano poiché c’è stato un salutare ricambio delle classi dirigenti dopo il crollo del Muro di Berlino...

    Ele cose funzionano grazie all’influenza culturale tedesca e agli investimenti... Ci sono persone capaci di competere, ma anche di collaborare e cooperare grazie alla cultura sociale e di gruppo trasmessa dall’educazione sovietica... Non tutto il male viene per nuocere...

    Ma sicuramente è molto meglio la Libertà... E quasto che sta facendo grande la Polonia...

    Il sapore della libertà li sta facendo crescere in fretta... Che sia una grande lezione per l’Italia, l’Europa e tutto il Mondo...

  • Di (---.---.---.54) 27 gennaio 2011 00:52

    La crescita del PIL polacco è fondato da una parte sui fondi europei dall’altra sulla pelle della popolazione, il popolo polacco sta facendo un grosso sacrificio: non c’e’ nessun miracolo e nessuna magia si chiama sfruttamento.

    Mi spiego meglio, sono in polonia attualmente e valuto la situazione a partire dalla strada e dalla gente ... qua gli stipendi sono molto bassi ( dai 7 zloty all’ora in su, meno di 2 €) a fronte di un costo della vita alto.

    La mia ragazza domani lavorerà 8 ore in un magazzino di H&M per 7,60 zloty all’ora con 30 min di pausa pranzo.
    Un insegnate guadagna sui 400€ e un insegnante universitario circa 500€. (C’e’ da dire che il costo dell’istruzione e’ basso e quasi tutto a carico dello stato, compresa l’università).

    Andando in giro per supermercati e negozi si puo’ vedere come i prezzi hanno già raggiunto i "livelli europei" specie per elettronica e vestiti, in alcuni casi i prezzi sono anche superiori ( un xbox 360 + kinetic che italia si trova per 299€ qua costa circa 350€).
    I prezzi del cibo al supermercato sono, per fortuna + economici ma rimangono sempre sproporzionati rispetto agli stipendi: se questi ultimi sono meno della metà, i prezzi del cibo sono superiori alla metà del relativo italiano.

    ... gli investitori esteri sono forse attratti dal costo del lavoro molto basso ?

    Bisognerebbe smetterla di valutare la crescita di un paese solo in funzione del Pil ... non sono proprio la stessa cosa.





  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.254) 27 gennaio 2011 08:28
    Damiano Mazzotti


    I fondi europei hanno favorito anche Irlanda e Spagna... E noi ce li siamo fatti sfuggire molti e in molti casi le abbianmo usati per fare delle truffe (ad esempio nella formazione).

    Lo sfruttamento in parte esiste, ma è colpa dell’Europa intera, che non ha ancora stabilito un minimo sindacale comune nei paesi dell’Unione Europea, o per lo meno dovrebbe stabilire 2 o 3 fascie in diversi settori principali.

    Ad esempio:
    1) lavoro intellettuale e manuale;
    2) lavoro tecnico qualificato e lavoro da laureati e specializzati con master;
    3) lavori pesanti, logoranti e pericolosi e quelli non ordinari non pesanti.

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