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 Home page > Attualità > Politica > La Lega salva Milanese: ma il popolo "padano" che ne pensa?

La Lega salva Milanese: ma il popolo "padano" che ne pensa?

Le scene viste in Parlamento giovedi' scorso fanno male al paese e alle coscienze di tanti. Vedere un onorevole (Marco Milanese) accusato di reati gravissimi come corruzione,associazione a delinquere e rivelazione di segreto di ufficio, non finire in galera solemente in virtù della casta a cui appartiene genera rabbia. 

Basta aver ascoltato la discussione avvenuta alla Camera per comprendere che il fumus persecutionis da parte degli inquirenti nei confronti Milanese non è mai esistito, mentre la richiesta del Gip di Napoli era fondata e suffragata da dati ed elementi reali. 

La carcerazione preventiva rappresenta una misura largamente usata (forse con abuso) nel nostro ordinamento giudiziario. Ma è sconcertante che coloro che siedono in Parlamento si sostituiscano alla magistratura ordinaria negando e falsando il normale iter della giustizia, facendo indebitamente uso delle tutele di cui dispongono.

Se analizziamo il voto avvenuto lo scorso 22 ottobre a scrutinio segreto, comprendiamo che i voti favorevoli al salvacondotto per Milanese provenivano in massa dai due maggiori partiti della maggioranza (tra cui per altro ci sono stati 7 franchi tiratori), Pdl e Lega.

Il Pdl si sa è un partito che ha uno strano senso della giustizia, pensa di poter piegare e plasmare le norme, le sentenze, i codici ed i regolamenti, insomma qualsiasi emanazione del Diritto, in base alle proprie convenienze, quello che lascia perplessi però è il voto leghista.

Il partito che era entrato sulla scena politica per rinnovare e rivoluzionare non solo le caratteristiche ma anche vizi dei partiti della prima repubblica, si è fatto omologare dal pensiero unico berlusconiano, che prevede come base del proprio agire, una visione soggettiva e parziale del concetto di legalità.

La combinazione della concezione della giustizia di pdl e Lega viene infatti ormai scandita essenzialmente attraverso due estremi. L’estremo a tendenza leghista che colpisce il debole (spesso l’immigrato) e l’estremo a tendenza pidiellina che salva il forte (spesso l’onorevole, il potente di turno), ciò provoca disparità, e sfocia spesso nelle reazioni di indignazione di cui la nostra società è piena. 

Per tenere fede ad un accordo che prevedeva la sopravvivenza forzata del governo, Bossi ed il suo partito infatti hanno deciso di votare contro la misura restrittiva della procura di Napoli, ma anche contro i convincimenti del proprio elettorato e più in generale dell’opinione pubblica nazionale.

Cosa avrebbe votato la maggioranza del popolo italiano al posto dei presunti rappresentanti che siedono in Parlamento?

Sicuramente non come i deputati del Pdl e della Lega nord.

Tra il salvataggio di un presunto corrotto (che prolungerà l’agonia del peggior esecutivo della storia), e il normale decorso della giustizia (che avrebbe congiuntamente generato una svolta alla deriva in atto), tutti senza distinzioni da Lampedusa a Trento avrebbero votato per mandare in galera il presunto corrotto e in pensione l’attuale Presidente del Consiglio.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Pochi giorni fa il capogruppo alla camera leghista, Marco Reguzzoni, parlando di secessione e di altre corbellerie tipiche della propaganda leghista affermava: "Il popolo è sempre sovrano ed è l'unico posto sopra la figura del capo dello Stato". 

Dopo le ultime mosse leghiste, si capisce che per la Lega il popolo è sovrano solo quando le fa comodo. Solo quando sostiene la fandonia della secessione che garantisce a Bossi, Maroni e Reguzzoni un posto sicuro in Parlamento. Per il resto la Padania non conta nulla.

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