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 Home page > Tribuna Libera > La Lega Nord sull’orlo di una crisi di nervi

La Lega Nord sull’orlo di una crisi di nervi

Non sono giorni facili per la Lega Nord, divisa al suo interno, pressata dall’esterno, guidata da un leader stanco e malconcio che detta la linea politica con rutti e pernacchie.

Un leader, quello leghista, il cui pensiero va interpretato come accadeva con l’oracolo di Delfi. Non parla ma mugugna. Non dice ma alza il dito medio.

Un condottiero che ha scelto come delfino suo figlio detto il Trota, come referente politico sua moglie Manuela Marrone e la "badante" Rosy Mauro.

Un uomo tutto di un pezzo che impugna lo spadone di Alberto da Giussano ma si fa immortalare mentre Renata Polverini lo imbocca a suon di rigatoni alla pajata. Un uomo di altri tempi, che a 70 anni suonati e Ministro delle Riforme ha eletto come segno di indiscussa eleganza la “canottiera a bretelline”. Fortunatamente ancora non utilizzata in occasioni ufficiali o per accogliere capi di stato. 

I leghisti appaiano, frastornati, disorientati, privi di iniziative, ma soprattutto orfani di un capo serio e credibile. Quando il Parlamento è aperto li trovi nelle trattorie romane tra Piazza del Popolo, Piazza Navona e Fontana di Trevi. Nei mesi estivi scorazzano in lungo e in largo per le valli e le pianure del nord. Partecipano a feste di partito e ad ogni manifestazione di paese. Vanno alla sagra del bigolo, dello gnocco e della salamella. Il messaggio è chiaro ed incontrovertibile: l’importante è che si mangi - a sbafo - a Roma come a Varese.

Utilizzano da sempre lo stesso merchandising politico, i Celti, il sole delle Alpi, la camicia verde e l’ampolla del Po, il raduno di Pontida e i templari; il loro immaginario ideale sembra però più adatto in un libro di C.S. Lewis, ma non e' degno di un partito occidentale, europeo e moderno.

Urlano costantemente gli stessi slogan Roma Ladrona” "Ognuno è padrone a casa propria!" e “Seccessione” che un tempo facevano imbestialire i romani e sorridere i padani. Oggi a ridere di questa stanca propaganda sono tutti gli italiani, mentre imbestialiti sono i presunti padani che di seccessione non ne vedono una ma due: quella tra Bossi e il lume della ragione, e quella tra Lega nord ed il suo elettorato. Soprattutto all’indomani delle ultime elezioni amministrative.

Ma cosa sta succedendo? Perché la Lega nord non appare più come un partito di lotta e di governo, mentre assomiglia sempre più ad un “partito di poltrona e bordello”?

Semplice: Il federalimo è come Godot, tutti lo aspettano ma non arriva mai, è un mito che vive sulle pagine dei giornali. Il “cerchio magico”, invece, è una realtà che vive al di là della carta stampata in quanto il partito di Via Bellerio è diviso in mille fazioni.Bobo Maroni gioca a fare il premier: vorrebbe ricacciare tutti gli immigrati in nordafrica, pero' mentre Lampedusa scoppia di profughi. Fa finta di non sapere che gli immigrati garantiscono la sostenibilita’ del sistema produttivo e previdenziale del paese.Roberto  Calderoli con la "legge porcata" ha tolto sia agli italiani sia ai padani la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, fa l'esegeta del pensiero leghista ma appena si muove fa solo danni. 

Reguzzoni lancia bordate contro l’Europa mentre la Bce comprando i titoli di stato italiani ci ha salvato dal baratro (sembra sene sia accorto anche l’Umberto).

Bossi si mette a fare l’economista (anche se la banca della Lega, la Credieuronord è già fallita da un pezzo) e come risposta alla crisi vuole raddobbiare magicamente gli stipendi dando ai lavoratori direttamente il loro tfr, (quindi non diminuendo le imposte in bustapaga ma anticipano soldi che sono già dei lavoratori), mentre mette il veto sulla riforma delle pensioni (di anzianità) precludendo alle generazioni future (italiane e presunte padane) di avere accesso un domani a qualsiasi forma di tutela e pensionamento. 

Tutte queste ragione e molte altre stanno provocando il declino del Partito del Senatur, che appare sempre più ottenebrato dalle proprie contraddizioni. Il populismo ha reso la Lega un guscio vuoto ormai completamente inutile a riformare lo Stato e le sue istituzioni. La gente se ne sta accorgendo: infatti gli ultimi sondaggi danno il partito della pochette verde, intorno al 7%.

Se la fantomatica Padania si vuole salvare in questa crisi che prima di essere economica è valoriale e sociale, è meglio che non chieda di staccarsi dall’Italia; rischierebbe un domani di essere governata dagli stessi dirigenti che stanno facendo implodere oggi, la Lega. La verità è una e difficilmente confutabile: il nostro paese è destinato a salvarsi o a tracollare nella sua interezza, la scialuppa denominata “Padania” per il nord non esiste.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.45) 27 agosto 2011 12:38

    Apocalisse verde >

    Bossi ha tuonato contro l’intervento in Libia avvertendo che “ci porteranno via petrolio e gas e verranno qua milioni di immigrati”. Il 28 aprile La Padania titolava con il credo Leghista “bombe uguale più clandestini”.

    In 4 mesi a Lampedusa sono approdati circa 18000 migranti.
    Molti, ma appena 1/3 di quei 50mila “profughi libici” che, secondo Maroni, avrebbero “invaso” il paese.
    Sono questi tutti gli “imbarcati” da Gheddafi per rendere Lampedusa “un inferno”?
    Una “manciata” rispetto agli oltre 1 milione di esuli già fuggiti dal Rais e meno dei migranti “usciti” dalla Tunisia in cerca di fortuna.
    Forse Gheddafi è stato più “occupato” a non farsi cacciare.

    Allora Maroni riscopre che “costa bombardare” e che i profughi costano.
    Solo Bossi è riuscito a calcolare che l’intervento in Libia “ci è già costato 1 miliardo” e che sono “finiti i soldi”. Quindi ora “devono finire le missioni”.
    Intanto Frattini ripete che i nostri impianti di gas e petrolio sono pronti a ripartire, se garantiamo le condizioni di sicurezza.

    Tutto diventa “clamore” quando si perde senso e valore di Parola e Merito

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