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La Corte dei Conti critica il governo Monti

Una "cura" di sole tasse rischia di far sprofondare l'Italia nella recessione più nera

Alla lista delle opposizioni alla linea economica del governo si aggiunge un organo tradizionalmente super partes.

La Corte dei Conti lancia un monito che non può passare inosservato: l'austerità del governo ha innescato un meccanismo che, complici anche le leggi europee, rischia di sprofondare l'Italia nella recessione più nera.
 
Come dire, non può esserci crescita solo con le tasse e finché non si metterà mano seriamente al principale problema che da anni attanaglia il nostro paese, l'enorme mole del debito pubblico, la ripresa tarderà ad arrivare.
 
I magistrati contabili, per voce del presidente Luigi Giampaolino, hanno prodotto una durissima analisi del Def (Documento di Economia e Finanza), calcolando quanto "costerà" al paese la manovra salva-Italia: ben 146 miliardi di euro nel triennio 2012/2014, al quale si aggiungono più di 37 miliardi di euro di minori consumi nell'anno in corso.
 
Si legge infatti nell'audizione di Giampaolino alla Commissione Bilancio di Camera e Senato:"La ristrettezza dei margini temporali, imposti dalle intese europee, complica infatti la realizzabilità di una politica economica nella quale si compongono le esigenze di riequilibrio del bilancio con quelle della ripresa, affidata alle riforme strutturali. L'equilibrio contabile è basato per lo più su interventi correttivi stimati in circa 50 miliardi nel 2012, più di 75 nel 2013 e oltre 81 miliardi nel 2014".
 
Di questi interventi la componente fiscale "è altissima": circa l'82% nel 2012 (il 70% nel 2013 e oltre il 65% nell'ultimo periodo in esame). Un totale di 146 miliardi di sole tasse.
 
Una situazione difficile per le tasche degli italiani, a cui si accompagna l'inevitabile aumento della pressione fiscale: dal 42,5% del 2011 a più del 45% per l'intero triennio successivo.
 
Afferma ancora Giampaolino:"Prendendo a riferimento il 2013, l'anno del pareggio, si può calcolare che l'effetto recessivo indotto dissolverebbe circa la metà dei 75 miliardi di correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio".
 
Per farla breve, di troppe tasse rischiamo di affogare. Alle critiche doverose, la Corte dei Conti propone la necessaria soluzione alternativa: tagliare la spesa pubblica improduttiva e intervenire con urgenza per ridurre il debito:"Nel passato alle dismissioni si è fatto ampio ricorso, prima con le privatizzazioni e poi con il non felice esperimento delle cartolarizzazioni, senza ottenere risultati di effettivo rilievo sul piano dell'abbattimento dello stock del debito".
 
Per cui, secondo i magistrati contabili,"sarebbe opportuno prevedere all'interno del governo una sede dedicata supportata da una task force operativa per acquisire entro un termine breve prestabilito, tutti gli elementi conoscitivi disponibili, con riguardo ai cespiti pubblici cedibili, nonché individuare le eventuali modifiche al quadro normativo necessarie per accelerare le cessioni".
 
Fare presto dunque con misure necessarie alla crescita, altrimenti la cura Monti rischia di diventare solo accanimento terapeutico su un malato terminale.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 25 aprile 2012 01:19
    Renzo Riva

    Il vizio di travalicare dal proprio ambito istituzionale.
    La corte dei conti giudichi fatti di malagestione, distrazione, concussione ecc., attraverso sentenze che prevedano multe e se del caso confisca parziale o totale dei beni, di chi ha prodotto danni nella gestione del denaro e più in generale dell’interesse pubblico, in ottemperanza a leggi, decreti, regolamenti ecc..

    Altro sono le opinioni di alti magistrati in sedi di confronto a conferenze e altro.
  • Di pv21 (---.---.---.102) 29 aprile 2012 12:53

    Quota 2000 >

    Monti ama ripetere che l’enorme Debito è stato frutto dell’illusione di “poter vivere al di sopra delle nostre possibilità”.
    Da dicembre il Debito è cresciuto di altri 100 miliardi e sfiora ormai quota 2000.
    Dal 20 marzo lo spread Btp-Bund non è più tornato sotto i 300 punti.
    Sono oltre 80 miliardi l’anno di interessi da pagare.

    Nel Def è scritto che l’insieme delle riforme “volute” da Monti farà crescere il Pil dello 0,3% all’anno. Come dire che, se va bene, rivedremo il Pil del 2007 non prima del 2014.
    C’è dell’altro.
    In mano ai “tecnici” il “pareggio” di bilancio del 2013 cambia significato.
    Sarà pareggio “strutturale”. Basterà cioè un pareggio che, scontate le spese (uscite) legate al ciclo economico negativo, risulti “compatibile” con il Pil in calo di 2 punti.

    Per questa via di sicuro ci sono solo “sacrifici”, fatti e da fare.
    Se riequilibrare il bilancio è esercizio contabile (da “tecnici”), rimettere in moto un paese è il portato di scelte “politiche” organiche, incisive e tempestive.
    La crisi intanto continua a gravare sul paese come Se fosse stagnazione

  • Di Sandro kensan (---.---.---.11) 29 aprile 2012 18:30
    Sandro kensan

    All’appello mancano le liberalizzazioni la riforma delle spese della politica e della PA con i suoi sprechi e il suo clientelismo.

    Standard and poor’s è già pronta declassare ulteriormente l’Italia, noi che facciamo? liberalizziamo e riformiamo oppure falliamo?

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