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L’origine "antica" della trattativa Stato-Mafia

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato."

George Orwell

In questi giorni, come tutti voi saprete, ex ministri, faccendieri, figli di mafiosi, ex massoni stanno "ricordando" cosa accadde 19 anni fa e pian piano oramai va profilarsi quello che il fratello di Paolo Borsellino andava gridando da anni: il giudice è stato ucciso perchè non era assolutamente d’accordo che lo Stato scendesse in trattativa con la mafia.

Ma care teste di capra, l’importanza della Storia è importante e non potremo mai capire perchè il nostro Stato risulta deviato senza che noi andassimo ad analizzare il passato più remoto.

Quello che brevemente vi racconterò è spiegare che l’Italia si serviva della criminalità organizzata sin dal dopoguerra.

E dobbiamo ringraziare gli Stati Uniti per questo bel regalo, visto che l’Italia risulta uno Stato a "sovranità limitata".

Tutto il periodo buio e cupo composto da trame massoniche, criminalità organizzata e stragi di Stato sono sempre state manovrate dal potere Americano. Appena nata la Repubblica Italiana, senza nemmeno perdere tempo, furono inseriti ex fascisti nei centri vitali della giovane Repubblica. E l’inserimento fu studiato dalla DC insieme ai supervisori dell’amministrazione americana.

Il recupero dei vecchi esponenti dei regimi fascisti era uno degli obiettivi della strategia americana e uno degli artefici fu un certo James Angleton. Egli, subito dopo la liberazione di Roma, è stato nominato capo delle operazioni speciali del controspionaggio americano in Italia (OSS). Angleton ad esempio reclutò "un certo" Licio Gelli e fu lui stesso a far da ponte tra i servizi americani e quelli italiani che in pratica, per molti anni, era la stessa cosa.

Gli USA ad esempio, tra i numerosi piani che avevano, c’era il "piano x". Consisteva nel devolvere dieci milioni di dollari in armamenti per la campagna elettorale del 1948 a favore dei partiti di centro-destra, ma destinati in ultima analisi ai movimenti terroristi reazionari.

In poche parole hanno cacciato via i fascisti, e hanno fatto rientrare dalla finestra quelli che erano già nella polizia segreta e centri di spionaggio per reinserirli negli apparati delicati del nostro Stato.

La nostra Repubblica è nata già malata!


E allora ritorniamo di nuovo nella prima fase della liberazione da parte egli Americani e precisamente il famoso 9 luglio del 1943. Fu il giorno in cui sbarcarono in Sicilia e man mano che "liberavano" l’isola, mettevano come sindaci delle città i boss mafiosi. Misero come sindaco di Villalaba perfino il maggior esponente di Cosa Nostra: don Calogero Vizzini.

In parole povere la mafia viene di fatto arruolata dai servizi strategici e militari USA, e diventa uno strumento essenziale dell’intervento americano in Italia.


Tanto è vero che c’era un giovane avvocato del posto che apprezzò e sostenne lo spregiudicato utilizzo della mafia dicendo appunto che il fine, giustificava i mezzi.



Quel giovane ragazzo era "un certo" Michele Sindona.

La Sicilia divenne un ottimo trampolino di lancio per inserire elementi deviati nelle istituzioni e per questo la mafia si inserì fin dall’inizio nella vita politica del paese.

D’altronde non dobbiamo mai dimenticare che la prima strage di Stato avvenuta nel Primo Maggio del 1947 è stata eseguita a Portella della Ginestra, in Sicilia. E il bandito Giuliano, mafiosi e neofascisti ne erano stati il braccio armato. Ma la mente era del tutto americana.

Ha un nome la persona americana che faceva da collegamento con tutto questo ed era un certo Frank Gigliotti.

Esponente della Massoneria Californiana, attivo nell’ala fascista della colonia degli italo-americani che costituiranno la "rete americana" in Italia, è lui che era collegato al "cerchio della mafia"ed era entrato nei servizi strategici americani durante lo sbarco alleato in Sicilia.

Gigliotti conosceva bene la "trafila" costruita dagli agenti dell’OSS Max Corvo e Vincent Scaporino. I primi a soccorrere nel carcere di Favignana per liberare i mafiosi che vi erano detenuti.

E fu lui, insieme al governatore americano Charles Poletti, a nominare i capomafia sindaci, consulenti o interpreti del governo alleato.

Care teste di capra, avrei da dire tante altre malefatte e strutture create ad arte dagli Americani. Ma basta questo per favi capire che inizialmente servivano per fermare la "minaccia comunista"e pian piano si sono sempre di più radicati inventando altri "pericoli".

Ma il fatto insindacabile è questo: ci hanno lasciato un’ eredità spaventosa e pericolosa, pian piano si sono trasformati fino ad arrivare ai giorni nostri in una forma ben radicata nel nostro Stato.

Per capire il presente è importante studiare il passato e vi accorgerete che la struttura e il "modus operandi" è sempre dannatamente la stessa.

E certamente non servirà nessuna tangentopoli (perchè avete visto il vero risultato), ma un azzeramento completo del nostro Stato e rifare tutto daccapo.

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