• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Fame&Tulipani > L’olivo… 6000 anni di storia, dal medio oriente fino al mediterraneo

L’olivo… 6000 anni di storia, dal medio oriente fino al mediterraneo

L’olivo… 6000 anni di storia, dal medio oriente fino al Mediterraneo, attraverso culture diverse, leggende e religione.

"Immortale" così è definita la pianta di olivo per le sue capacità di rigenerarsi in ambienti sfavorevoli, in condizioni ostili e spesso assurde, come vegetare sugli scogli.

Il suo nome scientifico è Olea europea sativa, è una pianta sempreverde, molto longeva che si presenta con un fusto nodoso e contorto, con foglie piccole a forma di lancia, i fiori piccolissimi di colore bianco (fioriscono da aprile a giugno), il frutto "drupa" è di forma rotonda ovoidale di dimensioni diverse a seconda della varietà; inizialmente di colore verde, assume un colore rosso-violaceo e poi scuro a maturazione completa (tra ottobre e dicembre).

 

Come è arrivato in Italia?

Portato in Italia dai coloni Greci (VIII sec. a.C.), l'olivo fu poi coltivato dagli Etruschi e da tutte le altri popolazioni del centro-sud Italia. Sempre in età romana, furono introdotti i primi strumenti per la spremitura delle olive (trapetum).

Furono i coloni Fenici a diffondere questa coltivazione nel mare mediterraneo, nelle grandi isole greche, nelle coste italiane, nella penisola iberica ed in nord Africa, anche se l'origine geografica è tuttora controversa visto che resti fossili sono stati ritrovati sia in Italia che in Grecia.

Si dice che sia nata nel vicino Oriente nelle regioni del Caucaso, nelle coste della Palestina e della Siria; da lì la coltivazione si estese in medio Oriente ed in Egitto (1300 a. C.), dove l'albero di olivo era considerato un vero e proprio dono degli dei.

Il processo di addomesticamento della pianta durò moltissimi anni e terminò con la scoperta che dai suoi frutti - le olive - si poteva ricavare un prezioso liquido untuoso dai molteplici usi: l'olio.

L'olivo rivestì un ruolo importante in vari campi, anche nello sport: gli atleti Greci si ungevano di olio d'oliva prima di combattere ed i vincitori delle olimpiadi erano incoronati con rami di olivo sacri e premiati con ampolle d'olio riccamente ornate. Sia i greci che i romani usavano l'olio di oliva per la preparazione di numerose ricette; inoltre, fu molto utilizzato per scopi terapeutici, medicamentosi, balsamici e detergenti o come combustibile nelle lampade votive.

La caduta dell'impero romano determinò anche l'abbandono dei terreni coltivati ad olivo; la svolta e la vera e propria diffusione della coltura olivicola avviene nel 1700: dopo la crisi del grano e del gelso, l'olivicoltura prese il sopravvento, vennero impiantati nuovi oliveti ed il Regno di Napoli diviene il principale produttore. La diffusione dell'olivo nel sud d'Italia era così elevata che la Calabria era descritta come "regione degli uliveti".

I miti, le leggende e la religione cristiana...

Omero descrive spesso il rispetto dell'olivo e del suo oli: nell'Odissea è stupenda la descrizione del talamo nuziale nel quale Penelope accoglie Ulisse al suo ritorno, letto che Ulisse aveva costruito nel tronco di un albero di olivo ancora "vivo".

Noè, al cessare del diluvio universale, mandò una colomba ad esplorare l'orizzonte: tornò con un ramoscello di olivo, a testimonianza che l'acqua si era ritirata dalla terra nonché come segno di pace e riconciliazione di Dio con il suo popolo.

L'olio, utilizzato come unzione, ricorda quella più importante del Corpo di Cristo, l'estrema unzione dei morenti, la consacrazione di nuovi sacerdoti e degli altari, per segnare la fronte durante la cresima.

Nel giorno delle palme, l'olivo viene benedetto e viene scambiato in segno di pace in memoria di quanto fece il popolo 2000 anni fa per accogliere l'ingresso di Gesù a Gerusalemme.

Gli olivi più importanti della cristianità sono quelli millenari presenti nel giardino di Getsèmani a Gerusalemme, sotto i quali Gesù Cristo pregò e soffrì.

L'olivo, pianta "universale" oltre che immortale, per i suoi infiniti usi...

Dall'olivo si ottiene un legno pregiato, molto utilizzato per parquet, pipe, mobili di pregio ecc...; il frutto, la drupa, può essere utilizzata sia come oliva da mensa e quindi consumata tal quale (salamoia, paté, sott'olio, ecc), che trasformata in olio e quindi con tutti gli usi preposti (condimento, preparazione pietanze, fritture, conservante, lassativo, cosmesi, ecc); le foglie, per infusione, possono essere utilizzate come antibatterici e antinfiammatori naturali; il nocciolino e la sansa esausta (priva di olio) sono impiegati come combustibile e biomasse.

A conferma dell'importanza dell'olivo e della sua coltivazione esiste un decreto legge emanato nel 1844 da Re Umberto - ancora in vigore oggi - che vieta l'abbattimento degli ulivi sul territorio italiano (ogni Regione adegua secondo le caratteristiche territoriali), salvo problemi agronomici che impongono l'espianto per giusta causa.

Gli esperti agronomi del passato definirono l'olivo "primo di tutti gli alberi", termine appropriato per una pianta ricca di storia, rappresentata e citata ovunque: nell'arte, nella letteratura, nello sport, nella medicina, nella religione...insomma, l'olivo e l'olio colmi di buoni principi.

(parte dei testi sono tratti dall'opuscolo divulgativo "La goccia d'oro" di Franco R.- Lauro A.- Orlando C.)

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità