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L’impatto della televisione sulla scelta politica

Quanto gli italiani usano la televisione per creare il proprio pensiero politico? Quanto la televisione è importante per incentivare un dibattito politico all’interno delle famiglie italiane? Nel 2004 il 58,5% degli italiani si informava di politica tramite la televisione.

A 5 anni di distanza, durante le Elezioni Europee 2009,, il 70% degli italiani si è informato attraverso i telegiornali.

Il 30,6% attraverso i programmi di approfondimento televisivi (Porta a Porta, Matrix, Ballarò, etc.).

Il 25,4% attraverso la carta stampata.

Solo il 2,3% attraverso Internet.

Per l’82% degli italiani i Tg sono troppo legati al potere politico.

Di seguito forniamo ciò che il Censis e l’Istat hanno ricavato dai loro studi di settore.

Il triplice rapporto televisione-politica-italiani è stato da sempre trattato dall’istituto CENSIS e dall’istituto ISTAT.

 

L’8 Giugno 2004 il CENSIS pubblicò un’indagine sul modo in cui i cittadini italiani si informavano di politica tramite la televisione. Il titolo dello studio citava "La televisione assorbe gran parte della domanda di informazione politica"

E’ alta la domanda di informazione politica nel nostro paese: il 58,5% degli italiani si informa sui fatti della politica italiana “tutti i giorni o almeno una volta alla settimana”. Molto più alta la domanda di informazione fra i maschi (il 68%), che fra le donne (il 49,5%). E molto più alta fra gli adulti, con il 37-45%, fra i 35 e i 59 anni, che fra i giovani (20-25%) e gli anziani (34%).

... la televisione continua ad essere accesa in maniera prevalente per “abitudine” (42,7%) e per “svago” (40,1%), e poi un po’ per “interesse” (33,3%) e un po’ per “compagnia” (20,4%). D’altronde, ormai il popolo televisivo e quello reale coincidono del tutto, l’uso della televisione rasenta il 99% della popolazione e se si confrontano, fra i due popoli, le composizioni per sesso, età, titolo di studio e condizione

A 5 anni di distanza, nel comunicato dal titolo "Elezioni 2009. Come si sono informati gli italiani", si legge

Due terzi degli elettori si sono informati attraverso i Tg, il 30% ha seguito i programmi giornalistici di approfondimento in Tv, il 25% si è affidato alla carta stampata. E Internet resta al palo

Secondo un’indagine del Censis, durante la campagna elettorale per le elezioni europee il 69,3% degli elettori si è informato attraverso le notizie e i commenti trasmessi dai telegiornali per scegliere chi votare.

I Tg restano il principale mezzo per orientare il voto soprattutto tra i meno istruiti (il dato sale, in questo caso, al 76%), i pensionati (78,7%) e le casalinghe (74,1%).

Al secondo posto, ancora la Tv, con i programmi giornalistici di approfondimento («Porta a porta», «Matrix», ecc.), a cui si è affidato il 30,6% degli elettori. Si tratta soprattutto delle persone più istruite (il dato sale, in questo caso, al 37%) e residenti nelle grandi città, con più di 100.000 abitanti (con quote che oscillano tra il 36% e il 40%), mentre i giovani risultano meno coinvolti da questo format televisivo (il 22,3% nella classe d’età 18-29 anni).

Al terzo posto si colloca la carta stampata: i giornali sono stati determinanti per il 25,4% degli elettori (il 34% tra i più istruiti, e il dato sale ad oltre un terzo degli elettori al Nordest e nelle grandi città, e raggiunge il 35% tra i lavoratori autonomi e i liberi professionisti).

I canali Tv «all news» sono stati seguiti dal 6,6% degli italiani prossimi al voto (soprattutto maschi, 9,3%, e più istruiti, 10,2%). Più di quanti si sono informati attraverso i programmi della radio (il 5,5%), il cui ascolto è apprezzato soprattutto da artigiani e commercianti, liberi professionisti e lavoratori autonomi (12,1%).

I rapporti non mediati, come il confronto con familiari e amici, resta fondamentale per il 19% degli elettori, in particolare per i più giovani (18-29 anni: 26%), residenti nel Mezzogiorno (22,2%) e nei centri urbani minori (città con 10.000-30.000 abitanti: 22,5%). Il materiale di propaganda dei partiti (volantini, manifesti, ecc.) è stato utilizzato dal 10,9% degli elettori, con una punta di attenzione al Nordest (17,4%). La partecipazione diretta alle manifestazioni pubbliche dei partiti rappresenta invece un canale preferenziale per una quota residuale di elettori (il 2,2%), che diminuisce ulteriormente tra i più giovani (18-29 anni: 0,7%).

Internet non sfonda nella comunicazione politica. Durante la campagna elettorale, per formarsi un’opinione solo il 2,3% degli italiani maggiorenni si è collegato ai siti web dei partiti per acquisire informazioni, e solo il 2,1% ha visitato blog, forum di discussione, gruppi di Facebook, ecc. Il dato aumenta solo tra gli studenti: il 7,5% si è collegato ai siti Internet dei partiti e il 5,9% ha navigato su altri siti web in cui si parla di politica.

La metodologia usata da Censis per questo studio può essere consultata a questo indirizzo.

In un altro studio del Censis del Giugno 2008,

Solo il 28,8% degli italiani ritiene che la Tv generalista sia vecchia e inutile, percentuale che in Gran Bretagna sale al 31%, in Francia al 31,6%, in Spagna al 37,4%, mentre si riduce al 18,9% in Germania. Sono altri i problemi con cui devono confrontarsi i canali generalisti. Secondo il 73,1% degli italiani,ancora una volta,il loro principale difetto è la volgarità dei programmi, una quota elevata come tra gli spagnoli (86,8%), ma molto superiore al 60,5% della Gran Bretagna, al 54,7% della Germania e al 54% in Francia. È un aspetto segnalato in Italia più dal pubblico femminile (74,7%) che da quello maschile (71,4%).

Eppure nel nostro paese la televisione generalista rappresenta ancora un punto di riferimento importante, che va oltre le differenze di sesso, età e istruzione degli spettatori. Il 55,3% degli italiani ritiene infatti che non se ne possa fare a meno, soprattutto quando ci si deve fare un’opinione sui problemi della vita (50,7%).

Nell’ultimo bollettino Istat sulle Statistiche Culturali (anno di pubblicazione 2007) emergono i seguenti dati sulla composizione dei programmi televisivi per canale (Rai, Mediaset e La7)

Programmazione Rai 2007

Programmi Rai 2007

Programmi Rai 2005

Programmazione Mediaset 2007

Programmi Mediaset 2007

Programmi Mediaset 2005

Programmazione La7 2007

Programmi La7 2007

Programmi La7 2005

La7 si dedica maggiormente alla trasmissione di telefilm (20% sul totale), programmi culturali (19,5%) e programmi informativi (11,5%). Spicca la percentuale relativa di pubblicità (13,5%).

Questa invece la composizione sociodemografica del pubblico televisivo tra il 2002 ed il 2007, suddiviso secondo le seguenti fasce

  • sesso
  • età
  • titolo di studio
  • regione di residenza
  • ampiezza del comune

Dati sociodemografici TV 2005

Dati sociodemografici TV 2005

Circa il 94% della popolazione italiana nel 2007 guardava la televisione. Benchè le differenze tra le fasce d’età siano minime, si nota senza troppa sorpresa come siano i più giovani ed i più anziani a guardare più televisione. Un maggior titolo di studio (laurea) rende più distante un cittadino dal guardare la televisione; atteggiamento opposto per chi ha un titolo più basso. Tra le regioni italiane, il Trentino la regione meno assidua nel guardare la TV (88%) mentre le Marche la più assidua (95,7%)

Per la consultazione di tuttii dati mensili di ascolto, consigliamo la lettura del sito dell’Auditel, in modo specifico a questo indirizzo.

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