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 Home page > Tribuna Libera > L’affare monnezza e i "giornalai" che ne parlano

L’affare monnezza e i "giornalai" che ne parlano

Anno 2007 il governo Prodi individua le cave SARI e Vitiello, come luogo di smaltimento di un non meglio specificato FOS, e solo per il tempo necessario alla messa in esercizio del grande forno crematorio di Acerra, infatti lì saranno deportati anche tutti i cittadini che ancora si ostinano a sopravvivere nelle terre avvelenate alla falde del Vesuvio, se si opporranno alla loro distruzione per avvelenamento di Stato.

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MAGGIO 2008, vista l’incapacità dei politicanti campani a produrre il FOS, il governo Berlusconi con il decreto 90 (la paura) deroga, delega, militarizza, ovvero blinda le discariche di Stato, vi si potrà portare di tutto e di più, e chi oserà ribellarsi ne subirà le conseguenze, infatti in questo mese di ottobre del 2010 lo Stato sta cominciando a versare il primo sangue degli innocenti, tra cui quello del naso rotto di alcuni miei congiunti.

Luglio 2008, il Parlamento con il voto favorevole della destra e l’astensione plebiscitaria della sinistra, approva la legge n. 123 in data 14 Luglio, una data storica che ricorda la presa della Bastiglia nel 1789, oggi possiamo paragonarla alla presa del fu Parco Nazionale del Vesuvio, già pieno zeppo di rifiuti anche tossici, messi lì con il consenso dei cittadini vesuviani, almeno così dicono i politicanti, i giornalai e l’opinione pubbica nazionale.

Questi cittadini vesuviani sono accusati di non aver saputo contrastare la malavita, non sono riusciti a sostituirsi alle forze del disordine e alla Magistratura ed ora devono pagarla cara per mano però dello Stato.

Ottobre 2008 la conferenza di servizi dà il via libera alla discarica SARI, che a detta di qualche politicante locale, sarà una specie di fabbrica di confetti, solo con dei piccoli lievi effetti collaterali.

Durante la produzione di questi confetti, i confinanti delle terre accanto potranno avere un poco di nausea e qualche conato di vomito, ma il prodotto avrà comunque il marchio D.O.P.

Giugno 2009 inizia la produzione dei confetti e con essa, puntualmente, si fanno sentire i lievi effetti collaterali, ma pochi ci fanno caso, solo uno sparuto gruppo di facinorosi vesuviani e qualche isolato cittadino vesuviano pazzo, che prega il Padre Eterno, invece del Santo Politico locale.

30 dicembre 2009 a palazzo Salerno di Napoli, la conferenza di servizi, sconvolgendo i piani dello Stato, dà il parere negativo all’allestimento della seconda fabbrica di confetti nella Cava Vitiello. Anche questa volta sotto il Palazzo a protestare c’erano i soliti vesuviani facinorosi e l’immancabile isolato cittadino vesuviano pazzo che bruciava per il terzo anno consecutivo le schede elettorali, facendolo sempre però sul serio, disertando cioè anche le urne.

Il 28 gennaio 2010, lo Stato giusto per affermare la sua Sovranità, ribalta quel giudizio e dà via libera alla seconda fabbrica di confetti, perché, nonostante tutto, questi confetti piacciono troppo ai nostri politicanti ed essi non possono più mai farne a meno.

In questi giorni di ottobre, tanti esperti e tanti giornalai, non avendo studiato una materia così importante per l’economia mondiale e cioè l’affare monnezza, stanno sparando stupidaggini su stupidaggini, e l’opinione pubbica non capisce più nulla, sarà solo un caso?

Con affetto e un poco di rabbia, l’isolato cittadino vesuviano pazzo.

Commenti all'articolo

  • Di Marvin (---.---.---.242) 25 ottobre 2010 11:19
    Marvin

    la guerriglia urbana antidiscarica
    Terzigno, Napolitano: «Che pena
    ma il governo si è mosso subito»
    Il capo dello Stato: «Tutti devono contribuire
    al superamento della crisi rifiuti a Napoli»

    Giorgio Napolitano

    NAPOLI – «Ho seguito con profonda pena e crescente allarme la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, le gravi tensioni che sono insorte e la situazione di avvilente degrado che essa ha determinato in provincia e in città. Sulla crisi dei rifiuti era necessario e urgente che il governo si assumesse le sue responsabilità e oggi l’ha fatto al più alto livello». Così in una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato sottolinea che «ci sono impegni precedentemente presi da rispettare; poteri commissariali da esercitare efficacemente; decisioni da gestire compiendo il massimo sforzo di convinzione per fare chiarezza e per rasserenare le popolazioni, garantendo il rispetto della legge e dell’ordine pubblico».

    «È indispensabile – aggiunge il capo dello Stato – che nessuno, nessuna istituzione, nessuna comunità, nessuna forza politica, si sottragga alle proprie responsabilità, al dovere di contribuire al superamento della crisi e mi attendo che vengano dai napoletani comportamenti ispirati a un rinnovato, più forte senso civico e spirito di solidarietà».

    Carlo Tarallo

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