L’ONU organizza un convegno sui robot killer

Tra il 13 e il 16 maggio, a Ginevra, si terrà un incontro informale organizzato dall’ONU per discutere del ruolo e della regolamentazione delle “armi letali autonome”, robot pensati per intervenire autonomamente negli scenari di guerra. Si tratta di una tecnologia ancora inesistente ma che potrebbe essere presto sviluppata, e che richiede, ad avviso della Convenzione delle Nazioni Unite su Certe Armi Convenzionali (CCW), un ampio dibattito, al fine di affrontare anche dal punto di vista legale lo statuto dei nuovi armamenti.

Armi differenti rispetto agli attuali droni comandati a distanza: si tratterebbe di intelligenze artificiali in grado di interagire autonomamente con l’ambiente, prendendo decisioni di attacco senza alcun contributo da parte dell’uomo.

Per il professor Ronald Arkey, che insieme a un altro luminare della robotica, Noel Sharkey, coordinerà l’incontro, “vietare questi robot non sarebbe la buona soluzione”. Arkey confida infatti nell’effetto positivo che tali armi potrebbero apportare ai conflitti: diminuirebbero le perdite umane militari e soprattutto i robot potrebbero ottenere una maggior precisione nell’individuazione dei target. Meno ottimista il suo collega, Noel Sharkey, co-fondatore della Campaign to Stop Killer Robots, che alla BBC ha dichiarato la sua preoccupazione rispetto alla totale automatizzazione degli scenari di guerra.

Non si tratta di ipotesi fantascientifiche: droni completamente indipendenti potrebbero essere la nuova frontiera delle tecnologie belliche, a coronamento di un vertiginoso processo di sviluppo che porterebbe la tecnica fuori dal controllo dell’uomo. 

Intanto - è notizia di poche ore fa - i droni "tradizionali" continuano a colpire: questa mattina droni statunitensi hanno ucciso sei militanti di Al Qaeda nel sud dello Yemen.