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L’Italia attacca Google News

 

In Italia è iniziata una vera crociata contro Google News guidata dalla carta stampata e gestita dall’antitrust. 

Poiché Google è il motore di ricerca più utilizzato in Italia, si teme che il servizio Google News sia lesivo nei confronti della carta stampata e per gli stessi siti web dei maggiori quotidiani italiani.

Si teme infatti che i lettori possano limitarsi ad accedere a Google News ed una volta lette le notizie, selezionate dal gigante di internet, possano fare a meno di acquistare i quotidiani e di accedere alle versioni web degli stessi.

Altra accusa mossa nei confronti di Google riguarda l’editoria, infatti il servizio Google Books, che raccoglie migliaia di testi consultabili online spesso anche integralmente, è ritenuto lesivo nei confronti dell’editoria tradizionale.

La lotta tra il nuovo mondo dell’informazione digitale ed il vecchio mondo cartaceo è quanto mai viva anche se la vittoria del primo sembra molto vicina. Non c’è quotidiano tradizionale o editore che possa minimamente avvicinarsi ai proventi ottenuti da chi opera nel mondo dell’informazione digitale.

Basti pensare a Google e Yahoo per l’informazione online ed a Apple per la musica, i video e le applicazioni online. Insomma questa lotta impari tra il nuovo ed il vecchio rischia di divenire un estremo tentativo di resistere al cambiamento di chi non sembra intenzionato ad accettare il progredire del genere umano.

Quale sia poi la differenza tra una medesima notizia scritta su un pezzo di carta, carta che diviene inutile dopo 24 ore, o su una pagina web è questione di difficile comprensione.

La differenza è sempre fatta da chi scrive, con quale media venga poi distribuita la notizia è del tutto secondario.

 

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.166) 28 agosto 2009 16:00

    Non dimentichiamo poi il discorso dei costi che l’utente deve sostenere per abbonamenti vari: la verità è che non tutti possono permetterseli. Ancora oggi non c’è accesso del tutto gratuito alla rete,oltre al discorso velocità (44° posto) , per cui ci si deve sobbarcare il costo di un abbonamento per navigare e altri ,eventuali, per leggere alcuni giornali. Ricordiamo anche la battaglia,sempre di alcuni editori, ai giornali gratuiti, a quelli offerti nelle metropolitane o nelle stazioni ferroviarie. E’ una lotta all’ultimo sangue ma forse c’è spazio e modo per capire cosa è meglio per tutti: certo non la legge di Murdoch/Sky, nè quella dell’autorevolezza della firma del direttore. Vedremo tra corsi e ricorsi (ricordiamo anche la denuncia di Mediaset nei riguardi di Youtube) cosa accadrà. Dato che vivo in SArdegna vi faccio sapere che l’unione sarda è possibile leggerlo dopo le 12 e 30 e alcune parti non sono ben leggibili (come i necrologi o le pubblicità legali).

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 28 agosto 2009 19:19

     forse ti sfugge che le cosiddette "notizie" dei mainstream non sono messe li’ per amore di liberta’ d’informazione ma soltanto per catturare l’attenzione del popolo bue, da vendere agli inserzionisti e per molti soldi.
     i mainstream odiano internet non solo perche’ esso intacca, sempre piu’ pesantemente, il loro lavaggio del cervello, il loro sudicio, indegno, ignobile, reiterato spaccio di scemenze, amenita’, volgarita’ atte a distrarre e rincoglionire il parco buoi televisivo. Essi odiano il web anche perche’ la gente comincia a informarsi con questo nuovo medium e manda, se mi permetti l’espressione, a farsi fottere i (sempre meno) lauti guadagni dei mainstream, i cui proventi pubblicitari, l’unica loro reale priorita’, stanno colando a picco.
     
     in realta’ non e’ l’italia che "attacca Google news", si tratta solo di editori cialtroni attaccati ai soldi, manutengoli di inserzionisti e poteri forti, preoccupati non della liberta’ d’informazione, ma solo dei loro sporchi soldi.

     L’unica buona notizia e’ che l’oscurantismo e l’avidita’ dei mainstream hanno le ore contate: perdono sempre piu’ utenti, che passano al web.

     Questi mainstream di regime creperanno presto. Internet gli sta scavando la fossa. Ecco perche’ lo odiano, anche se sono troppo vigliacchi per ammetterlo.

  • Di kempest (---.---.---.71) 29 agosto 2009 00:06
    kempest

    ormai mi sembra chiaro che l’informazione sulla carta stampata sia destinata a scomparire.Le nuove tecnologie hanno fatto si’ che le notizie giungano a noi in tempo reale,e non il giorno dopo come sui giornali.Chi riuscira’ a innovare e a sfruttare internet nel modo migliore sara’ premiato,gli altri andranno probabilmente incontro al naufragio.

  • Di orobic (---.---.---.212) 29 agosto 2009 08:09

    I problema esiste eccome, e non è come si dice nell’articolo la guerra tra carta stampata e notizie web. Controllate le google news per verificare: non sono né imparziali né obbiettive, e il più delle volte non sono neppure notizie. Gli articoli devono esserepubblicati in quanto degni di essere resi noti, e non in quanto appartenenti a un gruppo anziché un altro. Pensateci.

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.180) 29 agosto 2009 09:25

    Occorre anche riflettere su un altro aspetto, ossia il discorso del servizio che offrono i vari provider: chi li ha, chi li possiede,chi ci affitta e mette a disposizione (per contratto) lo spazio, i giga o come li vogliamo definire, è la stessa persona che,domani mattina, per ragioni note, decide di non affittarci più lo spazio, di oscurarci il sito, di spegnere questo o altro servizio (ricordiamoci che ,per dire, vodafone o chiunque altro come tim può sospendere il servizio di telefonia senza dare troppe spiegazioni). E allora ecco che questi servizi offerti in maniera che oggi appare e ripeto appare "democratica" e "regolamentata" si scopre che è come un centro stampa di proprietà altrui che, da un giorno all’altro può venirci tagliato e vietato o sospeso: perchè è vero che non sarà solo una lotta tra web e giornali/smo tradizionale, tra chi è servo dei padroni del 4° potere e del 5°, ma tra chi ,come fanno alcuni su agoravox o altri siti si prodiga di trovare notizie e diffonderle e chi deve scrivere e far passare solo le news indicate in scaletta.Ecco che allora appare più chiaro che è vero che c’è il discorso delle news da leggere i due minuti sulla quarta di copertina o sulla pagina principale del portale del corriere.it o di libero.it e che news spesso non sono ma alcune volte è gossip o al massimo, si tratta di notizie spot , ma il nodo è se e fino a quando verrà concesso a tutti o quasi tutti di poter postare notizie e informazioni e farle giungere a un numero sempre maggiore di persone. Perchè mancando la condivisione delle informazioni cessa anche la possibilità di comunicare,confrontarsi, discutere, far nascere idee e creare cose nuove e utili: per altri è solo business, affari, vedere se e quanto rende e in quanto tempo e quanto "viene a costare". Chi vede le cose in maniera diversa da "loro" dovrà lottare con le unghie e con i denti per cercare di tenere in piedi quanto c’è ora, bavagli e filtri e blocchi permettendo. Ricordando la citazione che "chi non è contro di noi è con noi".

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.215) 30 agosto 2009 16:49

    Ecco a che cosa mi riferisco, ad esempio, con il commento precedente.
    WASHINGTON - In caso di emergenza nazionale il presidente degli Stati Uniti potrebbe avere il potere di controllare internet, sconnettendo i computer privati dalla rete. È quanto prevede un progetto di legge non ancora discusso al Senato che però già sta allarmando le aziende che operano nel web e gruppi a difesa dei diritti civili. Nelle 55 pagine del testo redatto da Jay Rockefeller, senatore democratico della West Virginia, anticipato dal sito Cnet, si legge che l’inquilino della Casa Bianca, dopo aver dichiarato «lo stato d’emergenza nazionale sul fronte della cybersicurezza», è autorizzato a «prendere il controllo temporaneo» dei computer «non governativi».

    La legge prevede anche l’introduzione di una certificazione di «professionisti sulla cybersicurezza» e la richiesta che i sistemi informatici del settore privato debbano essere gestiti da personale che abbiano ottenuto questa licenza. La proposta punta a risolvere un problema che da tempo preoccupa gli stati Uniti, ovvero quale debba essere la strategia del governo di fronte a un attacco informatico.

    Già nel maggio scorso, lo stesso Obama aveva riconosciuto che gli Stati Uniti «non sono preparati come dovrebbero» ad affrontare minacce che possono venire dalla rete, così pericolose per la sicurezza nazionale. All’epoca annunciò la creazione di un coordinatore per la cybersicurezza da inserire nello staff presidenziale. Ma a tre mesi di distanza quel posto è ancora vacante. Per questa ragione c’è chi oggi contesta il governo, chiedendosi perchè un’amministrazione cosi manchevole sul tema della sicurezza informatica dovrebbe essere tanto credibile da indicare ai privati cosa fare in caso di emergenza.

    Fonte: http://www.corriere.it/
    Link: http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_28/obama_usa_web_faee1c38-93fd-11de-8445-00144f02aabc.shtml

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