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J.Edgar, luci e ombre sul direttore dell’FBI

Il 4 Gennaio è uscito nelle sale italiane il nuovo film dell’ormai noto regista, Clint Eastwood: J.Edgar. La pellicola ha già raccolto consensi al botteghino ha infatti incassato introiti per 36.054.000 di dollari, tuttavia il film ha suscitato clamori e dissensi, in quanto John Edgar Hoover, ancora oggi, rappresenta per la storia americana una figura avvolta dal mistero.

John Edgar Hoover è ricordato principalmente per il ruolo ricoperto nell’FBI, il più importante apparato investigativo americano e mondiale. Tra le prime notevoli notizie a riguardo della sua vita, la posizione di comando ricoperta nella sede dei servizi investigativi per oltre 48 anni.

Hoover fu a capo dell’FBI dal 1924 al 1972 sotto otto presidenti statunitensi, da Calvin Coolidge a Richard Nixon. Fu proprio C.Coolidge a metterlo a capo dei servizi segreti ancora giovanissimo, all’epoca esercitava il suo controllo di direttore su un corpo di 600 agenti.

La figura di questo personaggio è nell’immaginario collettivo dell’America, indissolubilmente legato all’FBI. Fu il direttore che mantenne più a lungo questo incarico e il principale responsabile nello sviluppo degli obiettivi dell'ente. A lui si devono anche molti dei cambiamenti e delle innovazioni che hanno reso l'FBI una delle migliori agenzie investigative del mondo; nel corso della suo lungo direttorio Hoover fu in grado di incrementare e migliorare l’apparato investigativo munendolo di laboratori scientifici, un vasto archivio di impronte digitali e l’allargamento del numero del personale a circa 6000 unità di agenti.

Ereditò un'organizzazione debole, tuttavia instaurò una disciplina ferrea, metodi rigidissimi di addestramento e di selezione, e fece dell'FBI uno strumento di rara efficienza. Nel corso di questo lungo comando Hoover divenne per alcuni una specie di eroe nazionale, per una serie di incarichi finalizzati alla cattura di criminali e alla diminuzione della illegalità in America. Combatté il gangsterismo. Durante gli anni trenta gli agenti dell'FBI catturarono e uccisero un certo numero di noti criminali che avevano commesso rapimenti, rapine e omicidi in tutti gli Stati Uniti, ed entrò in contatto con eventi poco chiari della storia americana.

Alcuni lo ritengono fra i responsabili delle numerose violenze commesse dagli agenti nei confronti della comunità afroamericana, con un presunto accanimento particolare verso i membri di organizzazioni come le Pantere nere, venne accusato della violazione dei diritti civili contro presunti personaggi noti di quegli anni (C.Chaplin, M.L.King), illecitamente accusati di comunismo nel controverso periodo della “paura rossa” instillata dal maccartismo.

Il ruolo di direttore dell’FBI, che Hoover ricopri per oltre quarant’anni, contribuì ad acuire la diffidenza e a gettare veli di ombre su questo personaggio, fu infatti accusato di uso illecito di materiale privato, a cui aveva accesso per il posto che ricopriva. L’incontrastato periodo di comando, secondo alcuni fu dovuto a una costante e meditata macchina di ricatti innescata dal capo dei servizi segreti; tra le più note inimicizie quella con la presidenza Kennedy, durante la quale il capo dell’FBI venne a conoscenza degli amori segreti del presidente.

Un altro lato oscuro legato a questa figura fu la sua presunta omosessualità, suggerita da insistenti voci che iniziarono a circolare intorno gli anni quaranta, dovuta al fatto che Hoover era scapolo e che non creò mai rapporti stabili, se non diversi rapporti con figure maschili attinenti alla sua funzione ed al suo lavoro.


Quanto Hoover abbia significato per la storia americana e per l’FBI è testimoniato dal fatto che la sede principale dell’ente investigativo, ancora oggi porta il suo nome: J. Edgar Hoover Building.

La pellicola si struttura attraverso un lungo flash-back, che ripercorre le fasi che hanno reso celebre Hoover. Tra luci e ombre, passato e presente si alternano le storie dei casi più importanti che ha condotto nel lungo periodo di comando e le figure centrali che hanno assecondato e difeso il potere dell’uomo dell’FBI; la madre, che sprona il figlio e lo incita all’ambizione, autoritaria e influente, Ms. Gandy donna dedita alla carriera, mossa da un impeccabile senso del dovere e da un forte spirito di abnegazione, nutrito dal fascino di potere e controllo che Hoover mostrava nel ruolo che ricopriva, infine Clyde Tolson, giovane avvocato assunto da Hoover all’inizio del suo insediamento, con il quale instaura un rapporto significativo oltre l’ambito lavorativo.

La pellicola è una ricostruzione storica dell’Hoover capo dell’FBI, nonché un faro nella vita privata dell’uomo che ha controllato e difeso l’America. La trama è un percorso negli eventi storici, una ricostruzione delle investigazioni che hanno reso Hoover l’eroe nazionale della nazione americana. Sebbene questo personaggio venga ricordato e rappresentato come un ambizioso, autorevole, patriottico individuo ligio al dovere e innovatore in un America costretta nella criminalità, tuttavia lui stesso rappresenterà per l’America un vizioso e ambiguo personaggio della storia di questo Paese.

Eastwood palesa quanto il possesso delle informazioni abbia tutelato il ruolo e la posizione di Hoover nel corso del suo direttorio, «L’informazione è potere» reciterà come voce narrante nel dettato della sua biografia, saranno i ricatti, gli abusi di potere e la costruzione di bugie e false prove a macchiare quella che avrebbe potuto essere una impeccabile carriera.

Altro aspetto preso in considerazione a riguardo dell’uomo, la sua omosessualità, che il regista affronta delicatamente, in maniera velata nei gesti e nelle espressioni, ma palesi nel significato implicito dei fatti. Una omossessualità nascosta e celata in un’epoca storica difficile e controversa, che avrebbe distrutto e infamato un ruolo come quello ricoperto da Hoover, ciononostante Eastwood assegna proprio al sentimento virile, dell’amore corrisposto nelle figure maschili di Tolson e Hoover un posto decisivo nello scioglimento della storia, che smorza i toni in un racconto forse lievemente retorico.

Hoover rappresenta il volto ambiguo dell’America, quello patriottico, dedito alla difesa e alla tutela della libertà degli americani, ma è allo stesso tempo la faccia oscura di tutto quello che nel corso di quel lungo potere ha cercato di estirpare dalla nazione, uno dei maggiori esempi dei misteri del grande paese americano.
Hoover fu il misterioso regista di eventi storici. Fu la dimostrazione di quanto il potere e la preservazione del potere personale, renda avari e logori anche le aspirazioni e i propositi degli uomini migliori.

J.Edgar è la storia dell’informazione come potere, come compromesso per proseguire percorsi ambiziosi.

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