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Inizia la de-berlusconizzazione dell’Italia

Il governo Monti non ha generato solamente una politica più seria e competente nell’affrontare “la questione Italia” a scapito degli spot e degli annunci, ha provocato anche una serie di epifenomeni che segnano plasticamente la nuova epoca in cui in breve tempo siamo stati catapultati.

Sentire Silvio Berlusconi che dice di voler tornare ad essere a tempo pieno il Presidente del Milan; vedere Augusto Minzolini che fa i capricci affinché non gli venga tolto il suo Tg1; ascoltare le parole della neo Ministro della Giustizia che al Senato indica come priorità l’emergenza carceri e non la guerra ai giudici politicizzati; avere un Ministro degli Interni che non passa metà del suo tempo a rivendicare la secessione di una terra inesistente (la Padania) come faceva il suo predecessore; rilevare le difficoltà del giovane Alfano alle prese con la dissoluzione del carisma del Capo. Fino a poco tempo fa sembravano tutte cose impensabili.

Accendere la televisione e notare che il Parlamento non si divide più sull’ennesima legge ad personam, sull’ultimo conflitto di attribuzione o sul probabile nuovo condono - come recitava un vecchio spot di una nota carta di credito - non ha prezzo. Forse tra un po’ di giorni le forze politiche incominceranno a confrontarsi (e perché no) a scontrarsi di nuovo. Ma lo faranno su temi veri: la patrimoniale, la riforma del mercato del lavoro, le pensioni, le nuove misure per la crescita. E’ questa la Democrazia ed il gioco maggioranza-opposizione.

Leggittimo impedimeno, lodo-alfano, processo lungo e prescrizione breve saranno (o alemno si spera) un lontano ricordo. Ora possiamo accendere la televisione e non vedere il solito berlusconiano che attacca la Costituzione, la Corte Costituzionale, e tutte le istituzioni, italiane ed europee. Un tempo uniche colpevoli del nostro disastro.

Ora possiamo cambiare canale senza vedere l’ennesimo dito medio alzato di Bossi e l’ultimo escamotage partotiro dal pool di avvocati dell’ex Presidente del Consiglio. Ora possiamo aprire il giornale senza leggere l’ultima sparata dell’ex ministro Calderoli (che voleva portare i Ministeri al Nord, anche se sempre a Roma sono restati). Ora Sallusti, Feltri e Belpietro tirano meno fango sugli avversari politici, per il semplice fatto che quelli che un tempo erano nemici ora sono quasi amici. O compagni della stessa maggioranza.

Ora possiamo aprire un sito online senza verificare l’arroganza di Tremonti, Brunetta e Sacconi. Ora il governo ha delle vere donne a presiedere ruoli cruciali. Paola Severino, Elsa Fornero, Anna Maria Cancellieri sono state scelte per il loro meriti e per la loro esperienza. Al di là di quello che faranno hanno già vinto, perché sono riuscite ad affermarsi in un Italia chiusa e maschilista, e segneranno un nuovo inizio. Mara Carfagna,Michela Vittoria Brambilla, Giorgia Meloni, Stefania Prestigiacomo, Maria Stella Gelmini e Daniela Santanche’ in precedenza erano state nominate in virtù della loro immagine e della loro fedeltà al capo. Ma è storia di un’altra epoca. Cambiano i tempi e con essi anche i volti. Prima contava solo l'estetica adesso anche la sostanza rivendica il suo primato.

In questo clima mutato, meno tirnanneggiato dalla vulgata leghista il Presidente della Repubblica ha trovato il coraggio per avanzare una proposta sensata sulla cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia. Le polemiche sul tema non sono mancate, ma almeno il problema è stato affrontato da tutti gli organi d’informazione.

Mentre ancora non si è visto nessun Giovanardi, Quagliariello o cardinale della curia romana pontificare sulla cultura della morte, quando è stata resa nota la notizia della scomparsa di Lucio Magri, avvenuta nella civilissima Svizzera ricorrodendo ad un suicidio assistito, come successe per il caso Englaro. Forse oggi Il Vaticano più temporale e mondano è meno forte di un tempo. Avevano ragione quanti nei mesi scorsi dicevano che qualsiasi risposta alla crisi passava per il superamento del precedente governo.

Lo spread non è calato, ma almeno non sale più, la borsa ha ripreso fiato, l’italia è riammessa nei consessi internazionali, si parla di come evitare le recessione e di come riformare il nostro Stato, finalmente qualcosa di concreto. Se Monti fallirà siamo sicuri toglierà il disturbo, non si ostinerà per mesi in un interminabile accanimento terapeutico.

La deberlusconizzazione del Parlamento è a buon punto quando sarà completata la deberlusconizzazione del paese, l’Italia potrà incominciare a vedere la fine del tunnel. Forse non dipenderà solo da noi, ma il nostro l’avremo fatto. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di radi33 (---.---.---.6) 1 dicembre 2011 11:53

    Si è vero! E’ iniziata una fase di deberlusconizzazione del Paese, che porterà anche, progressivamente, ad un ritorno dei valori che dovrebbero ispirare la vita dei cittadini. Dignità per la persona, senso civico, onestà, ambizione per l’autentico fare, in luogo di arrivismo, furbizia, meschineria, arroganza ecc, ecc.
    Finalmente. forse, le persone che" naturalmente" s’ispirano per loro indole ai valori, potranno ritrovare spazio nel consesso sociale ed economico per il bene di tutti.
    Forse.
    Forse, perchè questo governo è giunto al potere per volontà di chi domina i mercati con il potere della finanza.
    il fine è quello di guadagnare sempre più e di creare le condizioni per cui ciò sia possibile. Berlusconi rappresentava una fase di transizione che non è stata pienamente compiuta secondo gli intenti di questi potentati finanziari.
    Lo vedremo presto, prestissimo. Non è il miglioramento dei valori dell’uomo, non sono le condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori che interessano, ma il profitto di pochi, occultato da vani miti come la crescita. 
    Quale crescita? Quanto esiste sul pianeta e quanto l’uomo è stato in grado di produrre sinora è più che sufficiente ad una vita dignitosa e foriera di nuovi spunti per il miglioramento interiore per ogni uomo di buona volontà. Il resto verrà a poco a poco, senza alcun bisogno di dettami economici e tantomeno finanziari. 
    Ciò che serve ora, dopo loa deberlusconizzazione italiana è una definanziarizzazione del mondo occidentale ed il coraggio di ammettere che il capitalismo non è funzionale al benessere dei cittadini. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.74) 1 dicembre 2011 16:50
    alessandro tantussi

    che Berlusconi non ci sia più è un fatto, ma al di là di questo non mi sembra che sia cambiato niente se non un difetto di consenso democratico

    sembrerebbe dimostrata la tesi di un odio "ad personam" talmente violento che, una volta tolto di mezzo Silvio, da sinistra si possa perfino festeggiare una dura politica di destra

    la linea politica del governo attuale è rimasta tale e quale quella del precedente governo, anzi di matrice decisamente più liberale, le misure che verranno "comunicate" (alla faccia della democrazia) lunedì rappresentano una elevazione al cubo di tutto quanto la sinistra aveva definito macelleria sociale

    Bruxelles: al termine del vertice tra i ministri dell’Economia e delle finanze dell’Unione europea Monti ha dichiarato che la manovra conferma ed implementa le misure prese dal precedente governo

    e pensare che fino a poco tempo fa per contestare i tagli all’Università si saliva persino sui tetti...

  • Di pv21 (---.---.---.70) 1 dicembre 2011 19:59

    Rigenerazione >

    Alfano stigmatizza l’“imbecillità” di quegli “oroscopisti” che prevedevano un calo di 200 punti dello spread con le dimissioni di Berlusconi.
    Non ricorda che il 9 novembre l’impennata dello spread si è fermata sulla soglia dei 600 punti solo dopo che Napolitano ha dato per “certe” le dimissioni del governo.
    Come non ricorda che lo spread è sceso a 450 quando Belusconi è salito al Colle.

    Alfano pretende altresì che Monti, in nome della “sovranità” nazionale, anteponga la “libertà” di scelta del Parlamento alle “delibere” adottate in sede UE.
    Non ricorda che l’ex governo Lega-Pdl tacciava di “inaffidabilità” l’opposizione perché non avrebbe rispettato il “dettato” della lettera UE.

    La memoria è caduca.
    Denegare la realtà dei fatti giova al Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione mediatica …

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