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(In)ter(per)culturando: ’esperienze di luce’ da Mattioli 1885

La collana ‘Experience Light’ proposta da Mattioli 1885 è quel genere di pubblicazioni che volenti o nolenti non si può ignorare: per impatto visivo (e chi ha avuto occasione di vedere i libri ad esempio a eventi o fiere dove sono esposti assieme, sa cosa intendo) ma anche per la sorprendente lista di autori e titoli a riportare in libreria autori stranieri differenti tra loro eppure ognuno con particolarità specifiche, magari ricordati per altri testi, romanzi resi noti dalle tradizioni del secolo precedente ad esempio; eppure nomi e – soprattutto – scritture che riunite in una collana sono un valore aggiunto notevole.
 
I libri hanno caratteristiche estetiche precise, sono formati ‘piccoli’ rispetto agli standard editoriali, grandi con un palmo di mano aperta, attorno alle 120 pagine al massimo (dai dieci agli undici euro ciascuno), con una grafica minimale e fresca, un unico colore per copertina incorniciato a rievocare il sapore dei vecchi moleskine semplici, duttili e a portata di tasca o borsa.
 
Tornando agli autori pubblicati, negli ultimi titoli pubblicati si rintraccia in fondo una lista completa dei titoli della collana nonché un riepilogo del volume e alcuni accenni biografici dell’autore. Si tratta, infatti, come già accennato di libri molto diversi tra loro, a riunire talvolta short stories, oppure si tratta di scritti singoli più o meno autobiografici, in generale ci si rintracciano storie le più varie dai sapori lontani nelle vicinanze umorali, tra sfumature, ironie, gravità, ragionamenti e argomentazioni.
 
Si va dunque dal primo volume di Emilia Pardo Bazàr (La goccia di sangue) fino a una trentina di pubblicazioni, in attesa delle prossime uscite tra le quali ‘Piangeremo per questi sogni’ di Theodore Dreiser. Da Jack London (con diverse pubblicazioni in collana) passando per Charles Dickens, Guy De Maupassant, Mark Twain, Robert Louis Stevenson, Francis F.Fitzgerald, Edgard Alan Poe, Rebecca West, Jerome K.Jerome e altri ancora.
 
Una collana dedicata agli autori stranieri che hanno segnato, ognuno a modo loro e ognuno con particolarità stilistiche, narrative e visionarie, il passato prossimo della Letteratura. Un modo per avvicinarsi ad autori in alcuni casi decantati dalla critica storica, ma più noti per altre opere e che invece vengono qui proposti in vesti meno usuali, piccole sfide al lettore. Non importa, in fondo, sapere chi è Stevenson o London, non nella misura in cui questi libri sono entità autonome che si sensano come sono, nell’oggetto-libro curato e decisamente elegante, quanto nei contenuti.
 
Si tratta di storie presentate con discrezione, trasportabili senza difficoltà, che non richiedono un impegno in termini di tempo da preoccupare troppo (non rispetto a certi best seller di genere da quattrocento o più pagine in formati ben più grandi e voluminosi). Si tratta di storie sussurrate, non troppo lunghe, non troppo invasive nella forma ma che possono entrare con facilità in chi legge ed evocare mondi in apparenza lontana, linguaggi in apparenza superati dalle contemporaneità ma che – in fondo – restano storie elaborate da scrittori consapevoli, che si sono misurati ognuno nel proprio tempo con la flessibilità delle parole, le differenze del raccontare, il bisogno di non smettere mai di dire, in ogni possibile forma e modalità.
 
“Mi disse che era stato tutto come in un sogno. Un uomo così, uno scrittore. Beh, lavora per mesi, forse un anno intero su un libro, e poi non c’è una sola parola scritta su carta. Intendo che la sua mente ci lavora per davvero. Evidentemente il libro s’è costruito lentamente, e poi è andato distrutto.
Nella fantasia, i personaggi si stanno ancora muovendo, avanti e indietro.
Ma c’è qualcosa che ho dimenticato di dire. Sto parlando di un certo romanziere inglese piuttosto famoso, e di una cosa che gli è successa.
Me lo raccontò un giorno a Londra, mentre stavamo passeggiando.”
(incipit di ‘Il romanzo perduto’ di Sherwood Anderson, 1876-1941) 
 
Ogni libro è ‘a cura di’ qualcuno che se n’è assunto il carico umano, e si sente questa cura. In alcuni casi ci sono introduzioni (anche dello stesso autore). Sono libri che parlano, di sé, di ciò che raccontano, ma un po’ anche di chi li ha scritti e di chi li ha scelti e pubblicati.
 
“Che noi uomini diamo troppa importanza allo sport, è fuori discussione – o meglio, s’è detto tante di quelle volte che ormai è un luogo comune. Uno di questi giorni qualche romanziere illuminato ci costruirà sopra un libro, mostrando gli effetti negativi della nostra insana passione: il lavoro trascurato, la casa in rovina, il lento ma inesorabile deteriorarsi delle facoltà cerebrali (chissà come avrebbero potuto essere brillanti!) – tutto sembra condurre alla semi-imbecillità e a un precoce decadimento fisico.
Una giovane coppia di amici è andata in Scozia per la luna di miele. La poverina aveva conosciuto il marito durante un periodo d’inattività forzata per infortunio, e lui s’era totalmente impegnato nel corteggiamento che era riuscito a conquistarla.”
(pag.46 ‘Cura e manutenzione della donna’ di J.K.Jerome, 1859-1927).
 
Suggerisco di cercare questi piccoli tesori sul sito dell’editore (link in fondo) e valutarne i contenuti alla voce ‘narrativa’ dove si rintracciano assieme agli altri volumi pubblicati in altre collane, non è una visualizzazione del tutto intuitiva ma le informazioni ci sono tutte e con facilità (oppure su Ibs si rintracciano anche cronologicamente tutti i libri di ‘Experience Lighti’).
 
Quando Rivera salì sul ring, quasi nessuno lo notò. Solo un filo d’applausi poco convinti lo accolse: era chiaro che il pubblico non credeva in lui, lo considerava l’agnello sacrificale offerto ai pugni del grandi Danny Ward. E poi, il pubblico era contrariato perché s’era aspettato un incontro al calor bianco fra Danny Ward e Billy Carthey, e invece doveva accontentarsi degli sgambetta menti di quel poverino principiante.
(pag.89 ‘La classica faccia da pugile’ di Jack London, 1876-1916)
 
Una collana da annusare e saggiare, libri interessanti in modi differenti a recuperare autori stranieri tra la seconda metà dell’800 e la prima metà dell’900 scoprendo – magari – che le voci, le scritture, le immaginazioni e le parole non sono poi così lontane alla contemporaneità del nuovo millennio né sono poi così incomprensibili come suggerirebbe la lontananza temporale.
 
 
 
 
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Il sito della casa editrice.

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