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(In)ter(per)culturando: ’Alex fa due passi’ di C.Mascheroni.

‘Alex fa due passi’ di Christian Mascheroni pubblicato da Las Vegas Edizioni (prima edizione: novembre 2009, collana las cerezitas) è un libro grande come un palmo e poco più spesso d’un polso umano.
Si tratta di una scommessa editoriale, un prodotto che sin dalla veste rende in ignorabile la sfida lanciata al potenziale acquirente.
 
Di fatto Mascheroni ha scritto una storia, la storia di Alex che un bel giorno decide di uscire dal suo ufficio, fuori nevica, solo che l’atto primario – l’uscire e il camminare – di fatto non si esaurisce per tutto il corso della narrazione, arrivando a ‘trentasei passi’ (il titolo dell’ultimo capitolo) e un “E uscirono.”, l’ultima frase di tutta l’opera.
 
Un romanzo insomma, proposto con estrema fluidità entro un narrare semplice, cadenzato, pieno di pause e ricco di parole con un proprio ‘peso specifico’.
Non solo però.
La particolarità del ‘prodotto’ sta nella contaminazione con le illustrazioni di Marica Andreello che, partendo dalla copertina (estremamente sensata e di forte impatto: un ragazzo – Alex – il volto semi coperto da una sciarpa mossa dal vento, tiene la mano di una creatura dal volto sfatto, i lunghi capelli anch’essi in balia del vento e il corpo un ammasso di sfilacciature; dietro il ragazzo un semaforo con una coperta a proteggerlo dalla neve), ritorna nelle corso delle pagine con piccole, accurate e decisamente intense illustrazioni.
 
Il rischio a questo punto è svelato: nell’attuale mercato editoriale italiano laddove non ci sono solo parole si finisce per discutere all’infinito su ‘cos’è’ il prodotto, su come definirlo. Oltre al fatto che, sempre nell’attuale realtà italiana, ma stavolta dal punto di vista delle analisi letterarie, le considerazioni sul contenuto, i prodotti a miscelare narrazioni con altro faticano a essere ‘presi sul serio’ nella misura in cui ci sono ipotetici (e tutt’ora indimostrabili) canoni ‘di purezza’ e ‘qualità’ che una creazione di parole dovrebbe aver in quanto tale senza altre aggiunte.
 
La scrivente non si trova d’accordo, specialmente nelle realtà di mercato quanto di effettive esigenze della contemporaneità dominata da tecnologie, potenzialità e automatiche contaminazioni, laddove scrivere è sempre scrivere ma non per questo deve necessariamente rimanere identità assestante, autonoma e inconciliabile con altre forme creative ed artistiche laddove s’avvertissero – come nel caso di questo libro – assonanze o vicinanze negli approcci che ne potenziano l’impatto e i messaggi.
 
Un prodotto interessante, che racconta più d’una storia e non solo con le parole.
Un romanzo che impasta realtà in bilico, il lettore finirà per chiedersi se davvero può essere così, se ha senso, o se è tutto un sogno, un’immaginazione, per poi finire a dimenticare le stesse domande seguendo i passi di Alex e dei diversi personaggi che incontra.
 
***
 
Alex osservò la neve scendere.
Staccò l’indice dal mouse e spalancò la bocca. Anche la sua cravatta si stupì che nevicasse a dicembre; era da vent’ani che la metropoli non assisteva a una nevicata.
La cravatta era in tinta con la giacca e i pantaloni. Grigi, ovviamente, perché l’anonimato era la dote più apprezzata nella società dove Alex lavorava.
«Credi che ci sarà la pizza, oggi a mensa?» lo interrogò Marianne.
Il giovane spalancò tutto l’azzurro dei suoi occhi per scontornare, dal buio dell’ufficio, il volto opaco della sua collega.
«Scusa?» disse scuotendo la testa.
Lei lo guardò smarrita. Aveva una bocca piccola e labbra sottili. Era come se la sua voce uscisse dal naso; divertente, se non fosse che Marianne era la donna meno solare del palazzo.
«Secondo te serviranno la pizza? È venerdì e di solito è il giorno della pizza, ma la settimana scorsa c’era l’insalata di pollo e a me non piace il pollo. Voglio la pizza, oggi.»
Alex annuì. Anche le sue scarpe annuirono. Erano nere, ma vecchie. Non così vecchie, però, da non poter andare in ufficio.
(Incipit e prima pagina e mezzo)
 
***
 
La scrittura di Mascheroni cerca la semplicità lavorando ‘fino’. Una lingua immediata ma non scontata, che usa le ripetizioni con intelligenza, dosando il ritmo, mostrando crepe nella scena quanto personaggi inattesi. Una scrittura in perenne movimento a seguire inquadrature, dettagli e atmosfere. Mascheroni non trascura diversi elementi-chiave di questa storia: le scene, i corpi, le specificità, le atmosfere quanto le virate, le visività e gli strati sotto la superficie.
 
A tratti si sorride poi si resta incollati alle pagine, incuriositi dai passi, dall’impressione che aleggia di ‘non ritorno’ nella misura in cui il protagonista non sembra avere mai un preciso ‘punto d’arrivo’ esattamente come non ci sono cartelli ‘finish’ in nessuno degli svolgimenti e delle situazioni che lo assorbono.
 
Molte voci, in questo romanzo, molti dialoghi e innesti diretti nel tessuto narrativo a contestualizzare nuovi incontri, scene e cambiamenti. Mascheroni impone un ritmo apparentemente stabilizzato laddove invece ogni pagina scivola, i volti e i pensieri s’infilano al centro dell’inquadratura per poi scivolare altrove, lasciando il passo al successivo passo.
 
***
 
Si era messo a correre, Alex.
Non era certo quale fosse la meta, ma la strada principale della città stava svanendo poco a poco, inghiottita a piccoli morsi dalle tenebre. Tuttavia non era per la paura del buio che il ragazzo aveva accelerato il passo. Lo spaventava, al contrario, la freddezza dei passanti, che sotto i bagliori anonimi dei lampioni assumevano sembianze tragicomiche; attori dal trucco disciolto per il sudore da insuccesso. L’assenza di fierezza e di orgoglio e la mancanza di tenacia e volontà avevano trasformato i civili in vittime di guerre quotidiane. Per altri si trattava di bugie che erano colate, come lava, dentro le viscere. Potere e soldi che avevano cicatrizzato le emozioni. Alex lo capiva dal modo in cui uomini e donne si trascinavano, sfregiati dalla delusione, lungo i marciapiedi. Le pellicce e i mantelli coprivano le cicatrici sui corpi deflagrati dalle sconfitte, i volti annientati dalla perdita di identità, come ferite di armi da taglio.
(pag.160-161)
 
***
 
Mascheroni, in uscita (probabilmente) in primavera (o poco prima) con un nuovo romanzo, è indubbiamente un autore poliedrico, avvezzo alle miscelazioni e immerso nei mondi delle storie, le narrazioni quanto le voci (come già raccontato su AgoraVox, a luglio scorso). Un narratore consapevole, che sa dove vuole portare il lettore, e impasta schegge nude quanto immaginazioni ricche di sfumature.
 
 
 
Link
La scheda del libro dal sito dell’editore dove è possibile acquistarlo in formato cartaceo (Euro 12 per 220 pagine) oppure in formato elettronico (Ebook a euro 3).
Lo spazio web di Carlotta Borasio, la curatrice della collana per Las Vegas.
Il sito di Marica Andreello.

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