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In Italia manca la cultura civica. Bisogna agire invece di credere a Babbo Natale

Domenica 6 maggio si svolgerà il secondo turno delle elezioni presidenziale in Francia e ormai, sindacati, forze di estrema destra, consumatori, artigiani, contadini, imprenditori, studenti fanno a gara per tirare la giacchetta dei due candidati, con l'intento di strappare promesse di ogni sorta.

A tal proposito, sul quotidiano francese "20 Minutes" è stata pubblicata la riflessione di Serge Orru, il direttore generale di WWF Francia, dal titolo "Agire invece di credere a Babbo Natale":

"Ad ogni elezione presidenziale, noi assomigliamo ai nostri bambini che scrivono a Babbo Natale. Il prossimo presidente avrà difficoltà a realizzare le sue promesse e a soddisfare le nostre proposte e rivendicazioni. Noi chiediamo molto a chi dirigerà il nostro paese perché aspiriamo a un mondo giusto e umano, che cessi di distruggere la natura e la pace. Ma che facciamo noi per ottenere ciò? Il sentiero è sicuramente quello delle associazioni e della scelta delle nostre azioni, a vantaggio dei beni comuni come la terra, l'acqua, l'aria, il mare... Non restiamo degli osservatori passivi e mobilitiamoci, ciascuno a modo nostro, per intensificare il movimento dei passeggeri del pianeta quali siamo noi nelle nostre famiglie, nelle nostre città, nelle nostre aziende, nelle nostre regioni... Agiamo come esseri responsabili del nostro ambiente vicino e lontano."

Al di là del discorso ambientalista, giustissimo e condivisibile, vorrei provare ad estendere queste considerazioni alla società italiana a 360 gradi. In un periodo in cui le risorse sono poche, vuoi per un cattivo momento internazionale, vuoi per una cattiva gestione da parte dei precedenti governi, vuoi per una speculazione senza peli sullo stomaco, ma anche per alcuni brutti vizietti di tanti italiani, piuttosto che strappare promesse irrealizzabili dovremmo esigere da chi ci governa e chi ci governerà di gettare le basi per un nuovo corso della nostra storia. L'Italia deve rinascere a partire dalla sua cultura di popolo, e questo dovrebbe essere il faro guida di chi dovrà fare certe scelte importanti in futuro.

Si deve partire dai nuclei associativi dei cittadini, per renderli più stabili e dinamici: dalla famiglia alla scuola, ai condomini, alle associazioni di quartiere o comunali, per questa strada deve passare il nostro avvenire. Con l'aiuto reciproco si superano le difficoltà e una comunità è capace di crescere e migliorare le sue condizioni. Utopia? Belle parole? Eppure altrove, spesso in condizioni ben più disagiate della nostra, la cosa funziona, eccome! C'è un requisito, però, senza il quale il gioco non può neanche partire: ognuno deve fare la sua parte. Come? La lista sarebbe lunga, ma si racchiude in una sola frase: rispettare le regole di convivenza civile. Impossibile? Non in altri posti del mondo.

Qualche esempio: getto una cartaccia per strada. Qualcuno deve raccoglierla, la mia come quella di tanti altri, ed è stipendiato dal comune. In Giappone nessuno getta niente per strada, quindi il comune spende meno denaro in spazzini. Qual è la differenza? Che con i soldi risparmiati il comune giapponese può ad esempio comprare la carta igienica per i bambini a scuola, quello italiano invece costringe i bambini a automunirsi. Ci abbiamo mai pensato?

Oppure: in Germania fanno raccolta differenziata da molti anni, un piccolo gesto che veramente costa pochissimo impegno, ma che in Italia tuttora non decolla. Qual è la differenza? In Italia abbiamo le discariche piene fino all'orlo e non sappiamo più dove infilare la nostra spazzatura, in Germania spendono molto meno in smaltimento, hanno materie prime riciclate, e si fanno pagare dagli italiani per smaltire la loro immondizia in eccesso.

Altri esempi si potrebbero fare sulla condotta stradale e i costi collegati a incidenti e prevenzione, sull'evasione fiscale, che adesso paghiamo in termini di sfiducia degli investitori, su episodi di micro-corruzione e favoritismi, che affossano l'iniziativa dei più dotati e meritevoli, privando la comunità delle loro iniziative brillanti.

La classe politica ci ha portato in acque agitate, su questo siamo quasi tutti d'accordo, ma la politica è lo specchio della società, e la società italiana è carente di una vitamina fondamentale: la cultura civica. Il nostro futuro parte irrinunciabilmente da qui.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.71) 16 ottobre 2013 21:37

    In Italia abbiamo dei POLITICI CHE SONO TUTTI DI DESTRA E SONO DEI PRIVILEGIATI E SONO TUTTI DEI CRIMINALI -LADRI -SPRECONI ED INCAPACI !

    TUTTI I POLITICI ITALIANI MANCANO COMPLETAMENTE DI SENSO CIVICO !

    TUTTI I POLITICI ITALIANI OGNI GIORNO MANCANDO DI SENSO CIVICO DANNO DA SEMPRE UN CATTIVO ESEMPIO !

    Esempio semplice di mancanza totale di senso civico dei politici italiani : nel 1992 il politico Amato ha rubato la MISERA PENSIONE A MOLTI OPERAI ITALIANI facendo DI NASCOSTO UNA LEGGE pure retroattiva !

    Il signor Amato però HA PROTETTO TUTTE LE PENSIONI D"ORO COMPRESA LA SUA !

    Un povero operaio italiano che doveva andare in PENSIONE ed al massimo percepiva 1000 euro netti al mese di pensione se era molto fortunato il politico Amato gli ha rubato circa 3 anni di lavoro è una parte della Pensione .

    Con la legge pensionistica di Amato tutti i politici italiani che invece erano è sono STRAPAGATI è MOLTO PRIVILEGIATI INVECE HANNO MANTENUTO INTATTA LA LORO IMMERITATA PENSIONE D"ORO !

    Di cattivi esempi PUBBLICI dati dai nostri politici italiani STRAPAGATI è PRIVILEGIATI che ci hanno GOVERNATO negli ultimi 20 anni Né POTREI FARE A MIGLIAIA !

     

    Se il popolo italiano non ha senso civico LA COLPA è SOLO DEI POLITICI ITALIANI CHE DANNO SEMPRE DEI PESSIMI ESEMPI !

     

     

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