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IMU sulla prima casa: è questo il nocciolo della questione?

Chi vuole toglierla, chi diminuirla, chi lasciarla lì. È davvero l’IMU il centro della questione economica italiana?

Stiamo assistendo a una campagna elettorale che ha il suo epicentro nelle tasse. Chi vuole toglierle, chi diminuirle, chi spostarle. Ma è davvero questo il nocciolo della questione economica italiana?

Siamo tutti d’accordo sul fatto che meno tasse ci sono, più soldi ci restano in tasca, più siamo contenti. Quindi è fuori discussione che saremmo tutti ben felici di assistere a una riduzione del carico fiscale, e magari proprio su ciò che ci colpisce maggiormente. Chi non è fumatore vedrebbe bene una maggiore tassazione sui tabacchi in cambio di una riduzione dell’IMU, cosa che invece piacerebbe poco a chi fuma e vive in affitto.

Ma parliamoci chiaro: tra il sogno e la realtà ci passa un oceano, e se vogliamo far andare avanti l’Italia bisogna accettare anche ciò che ci piace di meno. Purché rientri nei canoni dell’equità, e purché serva a farci crescere. Crescita ed equità: due parole che suonano come un ritornello...

Ma entriamo nello specifico. Quali sono i mali principali dell’economia italiana?

  • corruzione
  • evasione fiscale
  • mancanza di investimenti
  • calo di produttività del sistema

Quali sono i principali effetti?

  • disoccupazione
  • difficoltà del sistema imprenditoriale
  • squilibrio sociale
  • povertà crescente

Se davvero si riuscisse ad abolire l’IMU sulla prima casa, cosa indubbiamente giusta a livello di equità sociale, cosa risolveremmo? Siamo proprio certi che restituendo alcune centinaia di euro ai possessori di una casa si potrebbe rilanciare l’economia? Senza dubbio tra averli e non averli, questi soldi fa più comodo averli, ma è davvero questo il problema principale dell’Italia, o la soluzione?

Se vogliamo tornare a crescere, dobbiamo dare risposte ai quattro principali mali dell’economia italiana, elencati poco sopra (tra i quali ho volutamente omesso un quinto grave problema, l’età media molto alta degli italiani, cosa che però non si può risolvere a breve termine e che non rientra pertanto nel ragionamento che sto facendo, pur necessitando di immediati ed urgenti interventi):

  1. Corruzione. Si combatte in due modi principali: primo, con controlli e severità da parte dello Stato; ma visto che coloro che sono deputati al ruolo di controllore o legislatore sono spesso coloro che alimentano maggiormente il problema, è imperativo che la nostra preferenza alle urne vada a persone affidabili in termini di moralità e onestà, altrimenti non se ne esce. Secondo (ma forse primo in importanza), con un forte cambio di mentalità da parte di tutti noi, perché dobbiamo seriamente smettere di guardare ai piccoli o grandi atti di corruzione come a “piccoli espedienti”, perché “così fan tutti”, e chi lo fa è “un furbo”. Quando impareremo a dare del delinquente al corrotto e al corruttore e quando impareremo a discernere i buoni dai cattivi, evitando di cadere nella facile conclusione “tanto sono tutti uguali”, forse inizierà un cambiamento vero.
  2. Evasione fiscale. Dipende da tutti noi. Possono esserci leggi di qualsiasi tipo o natura, ma se non ci impegnamo noi cittadini in prima persona, il problema non si risolve. Da parte della politica, bisognerebbe comunque rafforzare e applaudire il ruolo della Guardia di Finanza, evitando di screditarla parlando di “retate”, e cominciare a agevolare sistemi di pagamento più facilmente tracciabili.
  3. Mancanza di investimenti. Cominciamo a togliere di mezzo una burocrazia asfissiante, che impone a un cittadino che vuole aprire un’attività una serie di controlli e di lungaggini infiniti. Quello che nei principali Paesi europei si può fare in pochi giorni, in Italia richiede dei mesi (o, in alternativa, delle mazzette per snellire le pratiche). La burocrazia fa comodo a una classe politica che in questo modo si arroga il potere di decisione sulle vite e le attività dei cittadini, ma così facendo si soffoca ogni iniziativa. E’ ovvio, poi, che se si vuole invogliare un investitore a fare impresa in Italia, visti i mille ostacoli che la burocrazia gli impone, visto l’enorme carico fiscale, bisogna dargli in contropartita dei salari inferiori e una maggiore flessibilità nella gestione dei dipendenti, altrimenti l’Italia non avrebbe alcuna attrattiva per le imprese. In aggiunta, la lotta alla corruzione deve essere uno strumento per attrarre investitori.
  4. Calo di produttività: è un’evidente conseguenza del calo degli investimenti, ma c’è dell’altro. L’Italia ha infrastrutture antiquate, risorse inutilizzate, spese non ottimizzate. Avere meno traffico o trasporti più efficienti non è solo un’esigenza per ridurre lo stress, ma permette a uomini e materiali di arrivare a destinazione prima e in maniera più efficiente. Avere una rete idrica efficiente permette di avere meno perdite di acqua e quindi risparmiare sui costi. Avere una connessione a internet più veloce e affidabile permette di accedere facilmente alle informazioni, nell’era in cui con la rete si fanno e gestiscono affari. Tenere in buono stato e pubblicizzare le risorse artistiche, ambientali, culturali significa alimentare un settore che può essere il traino della nostra economia. Sfruttare le braccia e le teste di coloro che ora sono disoccupati significa alimentare la macchina Italia con forze fresche. Ottimizzare l’apparato statale, riducendo gli sprechi significa avere più soldi a disposizione da reinvestire.

Dove sono questi temi nella campagna elettorale? Non parlo dei programmi messi per iscritto dai partiti o movimenti politici, in cui magari queste voci ci sono, ma dei dibattiti di attualità che sono portati alla ribalta da TV, giornali, siti web, blog, ecc. I notiziari politici sono una triste sequela di discussioni su quale tassa sia più o meno bella, su alleanze politiche, su primarie, candidati, ministri, accuse, processi, ma delle cose importanti c’è veramente poco.

Finora la campagna elettorale è, a mio parere, mediocre. Come al solito, sarà dura la scelta nel seggio elettorale...

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.195) 14 gennaio 2013 10:30

    non dovrebero pagarla solo le famiglie che hano il mutuo con le banche,perche’ finche’ non finisci di pagare la casa e ipotecata e se non puoi pagare xke’ non lavori,,,alla banca non glienefrega niente e te la ritira. che senso ha pagare l’imu su una casa che ancora non e’ tua??????

  • Di (---.---.---.77) 14 gennaio 2013 18:38

    Paolo M.

    Sono completamente d’accordo con l’articolista.
    Ne è una piccola riprova il primo commento, che anche se condivisibile, torna sull’IMU.

    Sarei felice che l’articolista si candidasse alle prossime elezioni politiche, ma con quale partito?

    • Di Gianluca Agomeri (---.---.---.21) 14 gennaio 2013 21:08

      Se ne potrebbe fondare uno nuovo. Già siamo in due con le stesse idee!

      Probabilmente, però, non sarebbe sufficiente, perché per portare certe tematiche alla ribalta c’è bisogno di mezzi di informazione costruttivi, e qui si apre un altro capitolo vasto e doloroso...

  • Di Daniele Colasante (---.---.---.201) 15 gennaio 2013 10:31

    Il primo commento, che peraltro condivido appieno, la dice lunga sullo stato di comprensione e ragionamento del popolo italiano …
    Ci si sofferma sul dettaglio, sull’apparenza prima di tutto e quasi mai si riflette sul serio. L’IMU la puoi togliere, modificare, rimborsare e chi più ne ha più ne metta perché tanto non è quello il problema.
    Semmai l’articolo invita il lettore a prendere coscienza del fatto che i grandi cambiamenti non sono dettati da pochi eletti ma avvengono grazie al popolo e se il popolo non si avvierà, spontaneamente, verso una vera e propria riforma culturale staremo sempre qui a parlare dell’IMU, dell’ICI, del bollo e di tutte le promesse fatte da una classe politica degna della più nobile repubblica delle banane …

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