• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Obama e i programmi spaziali: la filosofia anticrisi made in (...)

Obama e i programmi spaziali: la filosofia anticrisi made in USA

All'austerità in stile europeo, gli Stati Uniti rispondono con investimenti in tecnologie.

Ore 3:44 locali di martedì 22 maggio a Cape Canaveral: dopo numerosi rinvii, finalmente la navicella Dragon è stata lanciata dal razzo vettore Falcon9, per la sua missione dimostrativa verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Può sembrare una notizia interessante solamente per un addetto ai lavori, ma essa è in realtà un evento di rilevanza ben più ampia, poiché il Dragon, al pari del suo lanciatore Falcon9, è stato costruito da una società privata, la SpaceX di Elon Musk, l’imprenditore di origine sudafricana noto per aver inventato il microcredito con PayPal, ed è la prima volta che una navetta privata è destinata a raggiungere l’ISS. In un momento in cui i governi nazionali hanno difficoltà a reperire fondi, siamo di fronte a un punto di svolta importante.

Il progetto Dragon è stato fortemente caldeggiato da Obama, che ai programmi spaziali ha affidato una buona fetta del rilancio tecnologico e occupazionale degli USA. Il governo americano, attraverso la NASA, ha finanziato la costruzione del Dragon per 1.6 miliardi di dollari, affidando ai privati la sostituzione degli ormai pensionati Shuttle. Una cifra non di poco conto, alla quale bisogna aggiungere altri consistenti finanziamenti che l’agenzia spaziale statunitense ha stanziato per altri programmi di esplorazione spaziale.

L’avvenire degli USA passa dunque per la tecnologia e la ricerca, proprio mentre in Italia, dopo aver recentemente conseguito un grande successo con la costruzione e il lancio del razzo VEGA a fronte di un consistente investimento da parte dell’ASI, si sta rischiando di buttare via tutto per mancanza di fondi statali e investitori privati capaci di rilevare la società produttrice ELV, la quale rischia a breve di finire in mani straniere che presumibilmente la smantelleranno.

Anche il carico trasportato dal Dragon nel suo primo lancio dà un segnale significativo. Oltre ai soliti viveri e vestiti per gli astronauti della Stazione Spaziale, a bordo della navetta c’è il necessario per una serie di esperimenti ideati dagli studenti americani; ciò costituisce qualcosa più di un atto simbolico, perché nella ricerca e nei giovani ci si crede davvero oltre oceano.

C’è un altro aspetto non secondario nella costruzione di un veicolo spaziale, quell’immateriale ricchezza che gli inglesi chiamano “know-how”. Si spendono tanti soldi per imparare a fare qualcosa prima ancora che per realizzarlo, e quello che si riesce a creare con tanti sforzi è un patrimonio di competenze che costituisce la vera spinta per il futuro di un popolo. Noi, nel caso di VEGA, abbiamo già messo alla porta parecchi ingegneri che si erano formati in tecnologie avanzate, e che probabilmente sfrutteranno le loro conoscenze in altri posti del mondo ben disposti ad accoglierli a braccia aperte e col tappeto rosso.

Il successo del lancio di Dragon porta il nome di Obama, ma soprattutto di Elon Musk: un mago del computer arricchitosi grazie a internet, che ha poi fondato o fortemente finanziato progetti nell’ambito delle vetture elettriche, del fotovoltaico o delle biotecnologie, oltre che i citati PayPal e progetti spaziali. Un uomo divenuto miliardario con le sue idee geniali e che reinveste i suoi soldi in tecnologie e sviluppo: ecco uno che farebbe al caso nostro, un ricco al quale augurare di diventare sempre più ricco.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares