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Impreparati e cialtroni: quello strano vizio degli italiani di farsi ridere dietro dal mondo

Le ultime settimane - fra capitani codardi, forconi spuntati e sindaci spalatori - ci hanno regalato una serie di gag davvero niente male per un popolo abituato da sempre a farsi ridere dietro dal mondo. E' nella nostra indole, e non se ne abbiano a male i soliti stagionali dell'ipocrita patriottismo, quelli "che pure gli altri c'hanno i loro difetti".

Noi italiani, per citare "Il Carbonaro", una spassosa striscia pubblicata dal quotidiano online "il futurista", siamo un popolo di "mammoni, piagnoni, pigri e svogliati. Ma anche ipocriti, furbi e paraculi [...] al contempo immorali e moralisti. Siamo tutto e il contrario di tutto, diciamo convinti una cosa e la neghiamo il giorno dopo. Ecco perché veniamo schifati dall'Europa: perché siamo degli spergiuri, dei chiagniefotti, dei tagliagole devoti alla Maronna. Popolo bue, popolo beo, popolo baubau. Portatori di pizza ai citofoni d'Europa, ecco il nostro destino". Ed io sottoscrivo in pieno.

Perché, per citare sempre un intervento della stessa rubrica, "io no, non credo. Non ci credo che questo Paese cambi, che diventi moderno e normale. Sì, fottutamente normale. Io vi odio italiani pecioni, raffazzonati, bugiardi. Sì, voi figli di Pinocchio, voi che sotterrate soldi perché ne cresca un albero, voi che correte dietro al primo Lucignolo, voi che anche quando ragliate da somari la colpa non è mai vostra, voi che pregate la Madonna mentre andate a puttane. No, non cambierà mai nulla in questo Paese. Viziati come quei cani che i padroni lasciano cagare al centro del marciapiede, come quei padroni figli di cane che senza la fattura c'è lo sconto. Vi ucciderei tutti, 58 milioni di volte...".

Esagero? Sono troppo ingeneroso? Sputo nel piatto in cui mangio fin dalla nascita? Può darsi. Ma quando guardo negli occhi i miei ancora piccoli e inconsapevoli figli e penso a quale società li attende, allora detesto me stesso per averli messi al mondo e i miei genitori sessantenni e tutta la loro egoista generazione che ha spremuto questo Paese come un limone vivendo a lungo al di sopra delle proprie possibilità. Per lasciare in eredità un cumulo di macerie sociali, economiche e morali a noi venuti dopo e a chi ancora ci succederà.

Schettino, quel pacioso italiano medio che ha causato la tragedia della nave Concordia, non è come pure alcuni indulgenti sociologi hanno azzardato nelle proprie analisi "un raro ed eccezionale esempio di cialtroneria capitato per caso al posto sbagliato nel momento sbagliato". No, perdio, lui è la regola! Perché di sciagurati simili se ne incontrano a bizzeffe in ogni ambito della società, anche in quelli in cui proprio non dovrebbero stare, e loro sanno bene di non essere l'eccezione né di suscitare, per questo, l'automatico disprezzo di chi li circonda e conosce.

Questo, in fondo, è il Paese del familismo e dei leccaculo; degli idioti che alimentano l'indotto mediatico dei reality; dei Lavitola e degli Schettino; dei Lele Mora e dei Fabrizio Corona; del turismo dell'orrore ad Avetrana; dei milioni di voti a Berlusconi; delle cricche, degli evasori fiscali, della criminalità organizzata. Questo è il Paese in cui uno come me favorevole al nucleare è costretto a votare SI al referendum ben sapendo che a mettere le mani sul business delle centrali sarebbero stati la mafia, la 'ndrangheta o la camorra, magari in combutta con un Anemone o un Piscicelli qualsiasi. Questo è il Paese in cui per ottenere qualcosa basta urlare, minacciare, fare ammuina e dove invece studiare, essere seri ed onesti, rispettare le regole suscita l'ironia della massa e conduce solo all'emarginazione.

O forse bisogna davvero considerare i vergognosi dati statistici che ci riguardano, puntualmente raccolti e diffusi dalle principali agenzie internazionali, inopportune manifestazioni "antitaliane" punto e basta? E' semplicemente un pregiudizio, in Europa e nel mondo intero, verificare e certificare ad esempio che siamo al solito il Paese occidentale più corrotto e in cui si rispettano meno le pari opportunità sul lavoro e in cui si studia, si legge e ci si informa di meno?

In giro ci sarà pure chi non nasconde la sua viscerale antipatia per il nostro modo di vivere e di pensare, ma la verità è che da noi non conta la sostanza ma solo la forma, l'immagine, la finzione. Alemanno, fedele a questa prassi, ha battuto tutti i record e ha trascorso quasi l'intera settimana della bufera di 10 centimetri di neve abbattutasi sulla Capitale con la vanga in mano e le telecamere al seguito.

Ma ha fatto bene, perchè chi l'ha eletto lo vuole proprio così: fasullo, demagogo, scaricabarile e da ultimo perfino complottardo. E il popolo italiano - quello bue, beo e baubau - purtroppo ci mette sempre una vita per accorgersi dei propri errori e di pacchiane storture che altrove non farebbero fatica a individuare e ad espellere.

Pazienza. Senza dissimulare l'indignazione, personalmente continuerò a sputare questa pietanza indigesta fregandomene delle reprimende dei sopracciò assuefatti al sistema (che include a pieno titolo pure quanti berciano contro di esso in nome del popolo, fuori e dentro i Palazzi del potere). E sforzandomi tuttavia di acconciare, per il futuro, un pasto migliore per i miei bambini perché questo è pur sempre il Paese nel quale cresceranno e col quale dovranno fare i conti. E' pur sempre il mio stesso Paese, che credo di amare più di tanti italiani medi prontissimi a difenderlo dagli attacchi esterni ma ancor più a farne scempio dall'interno per il proprio misero tornaconto.

Un Paese che oggi, nonostante i milioni di Schettino, di forconi e di Alemanno liberi di imperversare, nonostante un tessuto sociale profondamente arretrato e una classe politica in larga parte penosa, tenta grazie a Monti e a quanti sinceramente lo sostengono di recuperare un briciolo di dignità e di riconquistare di nuovo il rispetto dell'Occidente.
 

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.52) 23 aprile 2012 23:38

    Negli anni 70, dopo avere conseguito il titolo di studio, iniziai a lavorare dando tutto me stesso all’azienda per garantirmi il posto e la stima dei superiori. Qualche giorno dopo fui avvicinato da un sindacalista della CGIL, il quale dopo avermi indottrinato sui vantaggi dell’iscrizione al sindacato, m’invitò a essere più moderato nel lavoro e meno evidente. Motivo? Mettevo in difficoltà i colleghi che non facevano una "mazza" tutto il giorno. Per un attimo cercai di capire dove stava il trucco, poi mi resi conto che fare il proprio dovere ti portava solo guai con i colleghi e diventavi antipatico a chi remava contro (il lavoro). Oggi, osservando ciò che è successo all’Italia a livello europeo e agli italiani in termini economici e di occupazione, mi sono reso conto che parte dei guai ce li siamo procurati da soli con la nostra furbizia e stupidità tutta italiana. Abbiamo raccolto, insieme ai sindacati, ciò che abbiamo seminato.
    Carlo

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.32) 13 febbraio 2012 10:14

    ottimomi commenti del quadro sociale italiano


  • Di (---.---.---.137) 13 febbraio 2012 21:18

    ‎"i tuoi genitori sessantenni e tutta la loro egoista generazione che ha spremuto questo Paese come un limone vivendo a lungo al di sopra delle proprie possibilità" magari è quella che adesso ti bada i bambini e che per "lasciare in eredità un cumulo di macerie sociali, economiche e morali a noi venuti dopo e a chi ancora ci succederà" si è fatta picchiare in piazza dalla Celere. Noi ci abbiamo provato, a cambiare le cose, a lottare, abbiamo preso le botte e siamo stati anche in galera, negli anni Settanta. Adesso non dateci anche la colpa di aver perso. Almeno, ci abbiamo provato, a lottare.

    • Di (---.---.---.14) 14 febbraio 2012 08:35

      E invece la colpa ve la meritate tutta. Certo, per aver perso. E perchè nella sconfitta vi siete trascinati dietro anche i vostri figli e pure i vostri nipoti, che a vostra differenza non avranno certo la possibilità di campare di rendita quando cresceranno. Avete lottato, e per cosa? Magari per ottenere ancora più privilegi di quanti non ne avevate e ne avete già! Ci avete fatto studiare? Grazie, ma vi toccava! Sì, se noi ventenni e trentenni siamo nella merda è solo colpa vostra, e della politica di centro e di sinistra che avete sempre votato, e dei sindacati che vi hanno viziati. E’ colpa vostra, sia che avete preso randellate dalla celere sia che non le avete prese. E se quelli venuti al mondo oggi sono condannati a crescere senza opportunità e senza le vostre stesse tutele sociali è proprio per quegli anni ’70 e forse pure ’80 che lei rimpiange tanto.

  • Di paolo (---.---.---.84) 15 febbraio 2012 15:46

    Se i giovani di oggi sono come xxx.14 ( ma non lo penso) nessuno avrebbe potuto garantire il futuro di questo paese.

    Ci dice che la colpa ce l’abbiamo noi (mi ci metto anch’io per anagrafica ) per i seguenti:

    a ) perché abbiamo perso . Dal che si deduce che senza un risultato certo di vittoria lottare non serve e quindi tanto vale sdraiarsi al sole e farsi 4 canne con gli amici , aspettando che venga qualcuno a proporti di fare il dirigente d’azienda.
    b) abbiamo votato sempre al centro e a sinistra . Faccio osservare allo stordito commentatore che in questo paese per oltre cinquant’anni ha governato la destra democristiana catto- mafiosa affiancata da partiti satelliti di destra ed estrema destra e da un PSI Craxista dal quale è stato partorito come gentile cadeau finale un certo Silvio Berlusconi che negli ultimi vent’anni ha fatto di tutto e di più e che non mi risulta sia un comunista.
    c)siamo campati di rendita e per difendere i nostri privilegi. Sarebbe interessante capire su quale rendita , i miei genitori hanno fatto sacrifici per farmi studiare e le mie tasche erano perennemente vuote e nessuno mi ha regalato il mio lavoro . Se per privilegi invece si intende farsi il mazzo per lavorare ,vista la situazione di oggi capisco che può anche essere inteso come un privilegio ma c’è un detto che dice " aiutati che Dio ti aiuta " . Oppure ,detta altrimenti, alza il culo e datti da fare.

    Nel marasma ideologico dell’anonimo commentatore ,c’è tuttavia una mezza verità ,ovverossia che l’eccesso di sindacalismo ha prodotto una distorsione nel concetto delle tutele sul lavoro , ma l’Italia ha avuto in quegli anni uno tra i peggiori capitalismi del mondo(quello che armava la celere contro gli operai) ed è tutto da dimostrare che meno tutele sul lavoro aprano a maggiori opportunità di lavoro. Lo vedremo a breve quando Monti comincerà a mettere in discussione lo smisurato (ed ingiustificato ) potere sindacale . Marchionne lo ha già fatto e non mi risulta che in Fiat siano aumentate le assunzioni al lavoro.

  • Di (---.---.---.52) 23 aprile 2012 23:38

    Negli anni 70, dopo avere conseguito il titolo di studio, iniziai a lavorare dando tutto me stesso all’azienda per garantirmi il posto e la stima dei superiori. Qualche giorno dopo fui avvicinato da un sindacalista della CGIL, il quale dopo avermi indottrinato sui vantaggi dell’iscrizione al sindacato, m’invitò a essere più moderato nel lavoro e meno evidente. Motivo? Mettevo in difficoltà i colleghi che non facevano una "mazza" tutto il giorno. Per un attimo cercai di capire dove stava il trucco, poi mi resi conto che fare il proprio dovere ti portava solo guai con i colleghi e diventavi antipatico a chi remava contro (il lavoro). Oggi, osservando ciò che è successo all’Italia a livello europeo e agli italiani in termini economici e di occupazione, mi sono reso conto che parte dei guai ce li siamo procurati da soli con la nostra furbizia e stupidità tutta italiana. Abbiamo raccolto, insieme ai sindacati, ciò che abbiamo seminato.
    Carlo

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